Ambiente | Plantigradi

Cresce la paura dell’orso

La recente aggressione nei pressi di Trento fa discutere. Schuler: “subiamo un progetto da noi non condiviso, finora in Alto Adige abbiamo avuto solo fortuna”.
Foto: w

Non è solo la chiusa di Salorno a segnare il confine della paura. Un ruolo importante è giocato infatti, in Alto Adige, dalla diversa ‘ruralità’ delle comunità tedesca e italiana.

Così accade che, mentre a Trento su tutti i media impazzano le reazioni alla notizia dell’uomo che un orso ha tentato di sbranare a Cadine giusto a pochi metri dal capoluogo, in provincia di Bolzano la reazione alla notizia trova lo spazio di un francobollo sulle ‘prime’ dei quotidiani di lingua italiana ed invece troneggia con una grande fotonotizia collegata ad una pagina intera all'interno del Dolomiten. 

Il 25enne che mercoledì scorso mentre stava facendo footing è stato aggredito a più riprese da un plantigrado se l’è cavata, ma se l’è vista brutta. Le sue foto sono davvero impressionanti e sono rimbalzate anche su tutti i media nazionali. Il punto è ora che fare del progetto Life Ursus, evidentemente ormai fuori controllo. 

Ieri la questione è anche rimbalzata in consiglio provinciale a Trento, dove la giunta ha deciso per due misure che ha subito reso operative. La messa in sicurezza della zona grazie ad una massiccia presenza di forestali e l’avvio della procedura per la cattura dell’orso resosi responsabile dell’aggressione. 
Gli ambientalisti che l’anno scorso nel caso di Daniza avevano fatto una battaglia prendendo le parti dell’orsa ritenendo che avesse aggredito per difendere i piccoli, questa volta hanno scelto un profilo molto basso. 

In Alto Adige le reazioni più preoccupate, come dicevamo, sono state veicolate quest’oggi dal quotidiano Dolomiten. 
Per il capo del Bauernbund Leo Tiefenthaler simili aggressioni in futuro si verificheranno anche in Alto Adige ed “è solo una questione di tempo”. Dello stesso avviso l’assessore altoatesino all’agricoltura Arnold Schuler che parla esplicitamente di un progetto trentino ‘non condiviso’ dalla provincia di Bolzano. Per Schuler, vista la situazione, la provincia di Bolzano è stata davvero fortunata se finora non si sono ancora verificate aggressioni a danni di persone. 
Il presidente degli albergatori Manfred Pinzger dal canto suo invita a ripensare l’intero progetto di reintroduzione degli orsi in Regione. 

In merito Dolomiten ha sentito anche il responsabile altoatesino del progetto Andreas Agreiter, per avere un’idea aggiornata sulla presenza degli orsi anche in provincia di Bolzano. Agreiter ha riferito di recenti segnalazioni in val d’Ultimo, bassa Venosta, Tesimo e Nova Ponente. Confermando che però una delle maggiori difficoltà che si riscontrano, da qualche tempo a questa parte, è il fatto di non poter contare su notizie certe in merito al numero degli animali in circolazione
"In realtà - ha detto Agreiter - recentemente in Alto Adige ci sono state poche segnalazioni in merito al contatto degli orsi con gli animali domestici dei masi". L’ultima risale alla settimana scorsa a Lauregno, dove un orso ha avvicinato un’arnia. 
Agreiter ha confermato che il nodo cruciale sta, sempre, nella capacità di individuare per tempo gli orsi problematici che manifestano aggressività, per poterli subito catturare e, se necessario, renderli innocui attraverso la riduzione in cattività o, come extrema ratio, l’abbattimento

Attualmente si stima siano 50 gli orsi in circolazione in Trentino Alto Adige.