Società | Profughi

Aggiungi un posto a tavola

L'accoglienza è il primo passo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Inutile girarci intorno: i profughi che vediamo oggi nelle nostre strade, sono anche i nostri concittadini del futuro. Con l’andare del tempo, la distinzione tra rifugiati, profughi, clandestini perderà di significato. L’Italia peraltro è maestra di sanatorie… Il tema vero non è quindi quello dell’accoglienza o dell’assistenza (doverose), ma sempre più quello dei diritti di cittadinanza da garantire a queste persone. Non possiamo immaginare una società a diritti variabili: sanità, istruzione, libertà religiosa, assistenza sono diritti universali, non negoziabili, nei nostri Paesi. Quindi fase 1) accoglienza, fase 2) cittadinanza. Aggiungi un banco a scuola, un letto in ospedale, un nuovo luogo di culto, un posto di lavoro, un alloggio sociale. Insomma, aggiungi un posto a tavola. Ne siamo consapevoli?
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Salto User
Anonymous (non verificato) Mer, 08/12/2015 - 15:17

Se l'Italia è sotto assedio migratori è (anche) per discorsi come questi. Queste proposte e queste promesse sono come i debiti dei vecchi: facili da fare, perché li pagheranno i discendenti.

Mer, 08/12/2015 - 15:17 Collegamento permanente
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Alberto Stenico Mer, 08/12/2015 - 21:15

caro signor Kofler, il mio è proprio un appello contro l'ipocrisia: se si dice accoglienza, si deve sapere che significa anche diritto di cittadinanza. Quindi un richiamo agli impegni che ci stiamo prendendo con centinaia di migliaia di persone immigrate. Ho cercato solo di parlare chiaro.

Mer, 08/12/2015 - 21:15 Collegamento permanente
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Salto User
Anonymous (non verificato) Gio, 08/13/2015 - 11:22

In risposta a di Alberto Stenico

Rispetto la sua opinione ma ritengo quanto da Lei proposto:
a) finanziariamente insostenibile (questa è la sintetica traduzione di quanto precedentemente e metaforicamente scritto di debiti degli anziani pagati dai giovani discendenti);
b) moralmente discutibile, atteso che non per tutti (eufemismo!) l'accoglienza e quanto consegue è un dovere e, specularmente, un diritto per i cosiddetti migranti.
Lei è stato, come sempre, molto chiaro, spero io anche, visto che l'italiano non è la mia lingua madre.

Gio, 08/13/2015 - 11:22 Collegamento permanente