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Principe nel museo esperienziale

Settimana di training nel Castello Sturdza di Miclauseni in Romania con ragazzi da tutta Europa per il progetto CulToEngage di Supertineri, centro giovani di Targu Frumos
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Castello Sturdza di Miclauseni
Foto: Medienfriz

George Sturdza e Maria Ghica si sono fatti una luna di miele di un anno in giro per l'Europa per poi costruire in 24 anni la loro dimora, il Castelul Sturdza a Miclauseni, un'ora di auto da Iasi, la "capitale culturale" della Romania. Nel 1869 non c'erano ancora molte ferrovie in Europa, quindi il viaggio di ritorno dalla Mitteleuropa in carrozza sarà stato lungo e avventuroso. Anche la mia esperienza per raggiungere il castello è stata abbastanza avventurosa, 23 ore con un cambio volo da Treviso-Iasi a Bologna-Bucarest. Ed il lungo racconto di una ragazza rumena con accento spiccato da dentro il raccordo che mi ha accompagnato nel viaggio in bus da Bucarest a Miclauseni.

Sei anni fa ero stato in Turchia per un progetto relativo ai giovani ed all'occupazione, mentre in questo inizio agosto 2022 ho seguito una formazione sulle capacità di coinvolgimento della cultura dell'associazione Supertineri. Che in italiano altro non è che "Supergiovane", come la celebre canzone degli Elio e le Storie Tese.

Castello neogotico vicino al monastero
 

Il Castelul Sturdza fa molto German style ed in effetti George e Maria si sono ispirati molto a quanto visto in Germania, Austria e Francia nel loro viaggio di nozze. Il castello è in fase di sistemazione e attorno c'è fermento di attività per creare stanze, luoghi d'incontro (nelle ex cantine), un ristorante (in quella che fu la scuderia). A pochi passi c'è il monastero ortodosso di Miclauseni. Nei primi giorni di agosto in Romania si mangia vegano, una purificazione spirituale per prepararsi alla Festa dell'Assunta del 15 agosto. Il salone delle feste al primo piano del castello è per la nostra formazione, ognitanto passano anche i visitatori con la guida. Le due stufe a forma di torre ricordano la passione principesca per il gioco degli scacchi.

Dieci anni di pitture e abbellimenti
 

Maria Ghica ha impiegato 10 anni per impreziosire le stanze interne del castello, dove si leggono molte scritte in lingua latina. A piano terra spazio per sartoria, bagno turco ed una sala con un pianoforte asburgico ancora in buone condizioni. Durante la belle epoque, fino al 1914, la vita al castello si è protratta con una certa calma. Finchè con la Prima guerra mondiale la struttura è diventata rifugio per feriti. Il castello ospitò anche il compositore George Enescu, che suonò per cercare di dare un momento di sollievo ai feriti di guerra. Durante la Seconda guerra mondiale invece arrivarono i sovietici ed in seguito con la Repubblica socialista di Romania il castello diventò un magazzino. Ecaterina, figlia di George e Maria, diventò suor Macrina e non lasciò eredi. Il castello perse pezzi importanti e diventò un ospedale per bambini fino al 2001.
 

60mila volumi per scaldarsi
 

Al primo piano c'era una delle maggiori biblioteche di Moldavia (la regione della Romania che confina con la Moldova), con 60mila volumi. Durante la Seconda guerra mondiale i soldati bruciarono quasi tutti i libri per scaldarsi e solo 4 testi originali sono rimasti. George e Maria dormivano separati ed avevano due uffici dedicati. Quando la meridiana vicina all'ufficio di George segnava le 15 il principe partiva a cavallo o a caccia, prima curava le sue corrispondenze in latino. Una coppia decisamente internazionale, dal momento che George aveva studiato a Berlino e Maria, nata ad Istanbul, aveva un papà ambasciatore a Londra.

Museo esperienziale per promuovere la cultura locale
 

Il cuore della settimana di formazione è stato l'apprendimento di un metodo informale per avvicinare la cultura a tutti. Sfruttando le capacità artistiche di alcuni partecipanti abbiamo presentato il nostro museo esperienziale dedicato al castello in una piccolo paese, Ganesti, a poca distanza da Miclauseni. Mi sono ritrovato quindi nei panni di George non per particolari meriti, semplicemente perchè nella suddivisione dei gruppi mi sono trovato ad essere l'unico uomo in una squadra di artiste creative. Ayse, insegnante della regione di Antiochia, essendo nata in Turchia come Maria Ghica ha fatto la principessa. Viki, insegnante greca, ha fatto da coordinatrice. Eliana, lombarda, ha riproposto su carta assieme ad Olga alcuni particolari del castello (florilegi, leoni, la croce con il serpente simbolo delle suore del monastero). Kristina (macedone) e Titti (bulgara) hanno truccato i bambini di Ganesti secondo la loro posizione scelta nel castello. Cristiana e Iulia di Supertineri sono riuscite nel miracolo di far capire in rumeno ai ragazzi cosa stavamo dicendo nei nostri inglesi più o meno comprensibili.
 

Carretto trainato da cavalli e formaggio di pecora
 

La nostra domenica pomeriggio "esperienziale" è cominciata con il passaggio in auto della moglie del parroco da Miclauseni fino alla collinetta della chiesa dedicata a Costantino ed Elena a Ganesti, 800 anime. Sentire l'espressione "moglie del parroco" per un cattolico fa un po' sorridere perchè fa pensare a dicerie e ironie paesane, ma un giorno magari sarà così anche da noi come già avviene per gli ortodossi. Annamaria ha 3 figlie, lavorava come giornalista per la radio di Iasi e adesso insegna a scuola. E a Galnesti ci ha riservato per la serata anche una sorpresa culinaria: ha preparato 200 sarmale, i tipici involtini rumeni. Dietro alla chiesa c'è un campetto da volley ed uno spettacolare campetto da calcio-balilla umano in legno, dove ho subito cinque gol impietosi. Avrei voluto avere due difensori a bloccare gli attaccanti... I "ragazzi dell'oratorio" di Ganesti, anche se Don Bosco da queste parti non è arrivato ma il senso è quello, sono estremamente attenti e collaborativi. Ascoltano con attenzione George e Maria e poi via a fare cavalli con l'argilla, origami e a colorare i leoni con la cera. Era pensata anche una sessione di valzer lanciata dal principe, ma è tardi ed i più grandi vogliono farci fare anche a noi una Ganesti esperienziale.

Carretti con la targa
 

Nel piazzale sono già parcheggiati due carretti, con regolare targa IS, Iasi. Per chi visita la Romania forse il carretto trainato da cavalli è una delle immagini stereotipate che il turista si porta a casa. A Ganesti ce ne sono ancora più di dieci e in tempi nei quali un litro di benzina supera gli 8 lei (avvicinandosi quindi ai 2 euro), la trazione equina torna ad avere anche un significato economico. Il carretto fa da contrappeso alle macchine d'origine germanica (spesso con targa italiana) che si vedono qua e là: si lavora duramente in giro per l'Europa per tornare a fare le vacanze a casa, magari dando una bella sistemata alla propria dimora. Col carretto ci fanno esplorare le campagne, aride in questa estate torrida 2022. Se la pendenza è troppo dura scendiamo e lasciamo respirare gli animali. Arriviamo in un prato verdissimo, dove ci sono i resti di un ruscello. Le pecore sono 600 e riescono ad abbeverarsi grazie a due cisterne.

Pecore a Ganesti, Romania, per Mattia Frizzera

Rompiamo la settimana vegana con il formaggio di pecora offerto dal pastore. La giornata ganestiana, prima della sfida a calcio-balilla umano, si conclude con la visita ad una signora che realizza tappeti in modo tradizionale. E si ricorda ancora un po' di spagnolo imparato qualche anno fa.

(fine prima puntata, ce ne saranno altre due)