Società | Resistenza
Ricordando la partigiana Gina

Foto: Screenshot
Domani 13 agosto alle ore 11, in occasione dell'anniversario della sua nascita, sarà ricordata la partigiana "Gina", al secolo Filomena Dalla Palma presso il Passaggio a Lei dedicato nel quartiere di Don Bosco (fine Via Milano a una cinquantina di metri da Via Parma)
Filomena Dalla Palma, nasce il 13 agosto 1921 a Cismon del Grappa. Il padre Giovanni, si legge nella sintesi delle note biografiche raccolte da Milena Cossetto - lavora in ferrovia e coltiva i campi; la madre, Maria, ha altri 3 bambini, Giulia, Annetta e Luigi, lavora anche in campagna, coltiva mais, qualche vite, alleva qualche animale da cortile per la pura sussistenza e accudisce i figli. Filomena frequenta la scuola elementare, fino alla quinta classe; i genitori la mandano dalle suore ad imparare a cucire e a ricamare. A 17 anni comincia a fare la bambinaia presso alcune famiglie: vive a Milano, a Genova, a Napoli. A Milano scopre l'opera lirica e se ne appassiona: per poter andare alla Scala deve risparmiare ogni centesimo e talvolta rinuncia anche a mangiare pur di poter “andare all’Opera”. La sua preferita è la Traviata, che non si stanca mai di ascoltare. Alla morte del padre torna a Cismon e comincia a lavorare in fabbrica, alla Lancia che, a causa dei bombardamenti su Torino, era stata trasferita a Cismon. Qui entra in contatto con i primi nuclei di Resistenza. Comincia con l’attività di staffetta, compatibile inizialmente con il lavoro in fabbrica, in seguito viene sospettata da parte dei nazisti e dei fascisti di essere un prezioso contatto per le formazioni che operavano sul Grappa e quindi, prima di essere arrestata, va a raggiungere la Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci”. Vive in montagna, partecipa alle azioni partigiane, anche a quelle di guerra, funge da collegamento, si occupa dei contatti con la gente, per garantire gli approvvigionamenti delle brigate, la cura degli ammalati, l'organizzazione del vestiario essenziale (camicie, scarpe, cappotti) ... .
Nel novembre 1944 è vittima, come tutte le formazioni partigiane, del terribile rastrellamento tedesco sul Grappa. In seguito viene catturata, picchiata, torturata, seviziata, ma non cede. Grazie all'interessamento di una contessa, che aveva un ruolo nella Resistenza, ma che era caduta in un tranello e aveva tradito Gina, consegnandola nelle mani dei suoi aguzzini, viene liberata dal Principe Junio Valerio Borghese. Torna in montagna, partecipa alla ricostruzione delle Brigate Partigiane e partecipa attivamente alle fasi finali della guerra di Liberazione. Nell'immediato dopoguerra viene ricoverata nell'Ospedale Marino di Venezia, dove viene curata. Si trasferisce a Bolzano e, come grande invalida di guerra, viene assunta alla Lancia come archivista. Qui maturerà la sua consuetudine alla documentazione storica. Si sposa nel 1948 con Giliante Tomada, operaio alla Lancia. Fa ancora attività politica per il Pci fino agli anni ’50. Nel 1949 nasce il figlio Luigi e nel 1956 la figlia Maria Teresa. Nei primi anni Sessanta, a causa di una ristrutturazione aziendale viene costretta dalla Lancia a licenziarsi, per evitare il licenziamento del marito. Mantiene i contatti con l’ANPI di Belluno, Treviso, Feltre, Venezia, partecipa agli incontri di gruppo. Muore, dopo una lunga malattia, il 17 luglio 2003.
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