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Cultura | Avvenne domani

Videomontaggi manipolatori

L’uso manipolatorio delle immagini per influenzare l’opinione pubblica è il cuore di una polemica che ha investito la tv pubblica in Germania. A casa nostra tutto bene?

L’articolo occupa quasi una pagina intera sull’edizione del 10 agosto della Frankfurter Allgemeine Zeitung. L’autore Bernd Stegemann, professore universitario, autore di libri che si occupano di politica, espone, intervenendo a gamba tesa in una polemica che da tempo occupa le pagine del quotidiano germanico, la tesi secondo cui molti tra i reportage confezionati dalla redazione della WDR, la Westdeutscher Rundfunk Köln sarebbero viziati da una grave, manipolatoria parzialità.

Un deragliamento dai binari dell’obiettività, doverosa soprattutto per un’emittente pubblica come la WDR, che si realizzerebbe, secondo Stegemann, non attraverso il testo o le interviste che vanno a comporre il servizio, ma con il sistema di realizzare in montaggio sequenze di immagini il cui accostamento finisce per suggerire al telespettatore l’adozione di una ben precisa opinione. L’esempio che l’autore sviluppa ampiamente nel suo articolo è quello di un servizio televisivo realizzato recentemente dai giornalisti dell’emittente, che secondo lui apparterrebbero per la gran parte ad una ben precisa corrente politica, sulla missione in Tunisia dell’unione europea che anche in Italia ricordiamo molto bene per il ruolo da protagonista che vi ha svolto la Premier Giorgia Meloni accanto ai vertici dell’Unione con in testa Ursula von der Leyen.

Un passaggio voluto per suggerire il concetto di una potenza, quella europea, che si pone in termini di assoluto distacco rispetto al dramma dei migranti

Stegemann analizza, secondo per secondo, il montaggio delle immagini, da quelle di un campo profughi a quella che riprende le mani di un migrante intervistato e descrive lo stacco netto con le riprese della delegazione europea che arriva in Tunisia con tutti gli onori e che marcia sul protocollare tappeto rosso. Un passaggio, secondo l’autore, voluto per suggerire il concetto di una potenza, quella europea, che si pone in termini di assoluto distacco rispetto al dramma dei migranti che vivono in condizioni drammatiche e che muoiono nel tentativo di raggiungere quell’Europa che si chiude a fortezza nel tentativo, peraltro fallito, di respingerli.

In un momento nel quale il dibattito sulla manipolazione realizzata attraverso i media era già tutto concentrato sul timore di quello che le nuove frontiere aperte dall’uso dell’intelligenza artificiale avrebbero potuto significare, anche dal punto di vista degli audiovisivi, in un contesto nel quale le fake news sono una realtà quotidiana e consolidata a tutti i livelli, il dibattito che imperversa sulle manipolazioni televisive sulle pagine di uno dei più importanti quotidiani germanici riporta in un certo senso all’indietro l’orologio della storia.

Ricordo ancora i toni irritati con i quali i responsabili turistici delle Dolomiti commentavano la diffusione delle immagini delle strisce di neve artificiale incollate su un paesaggio brullo

Che un certo montaggio di una sequenza cinematografica o televisiva possa, ben al di là del testo che l’accompagna, influenzare la percezione di chi guarda e ascolta è cosa assodata sin dai tempi dei fratelli Lumière. Una sola immagine può pensare nella costruzione di un’opinione pubblica più di una catena assai lunga di parole. Ultimo esempio che ci viene in mente, che ci riguarda da vicino, è quello delle foto dei cosiddetti grandi predatori che popolano le nostre montagne. L’uso continuo e ossessivo del primo piano di un lupo con l’espressione più feroce che si possa richiedere ha sicuramente un effetto diverso da quello che si otterrebbe pubblicando l’immagine di una lupa che allatta tre o quattro cuccioli dagli occhi tondi e dal muso paffuto. Ricordo ancora i toni irritati con i quali i responsabili turistici delle Dolomiti commentavano la diffusione delle immagini delle strisce di neve artificiale incollate su un paesaggio brullo. Sarebbe bastato, dicevano, stringere un po’ l’immagine per ricreare l’effetto di un bianco mondo fatato.

Lupo aggressivo
La rappresentazione visiva di un soggetto può influenzare la percezione di chi guarda e ascolta: L’uso continuo e ossessivo del primo piano di un lupo con l’espressione feroce ha un effetto diverso da quello che si otterrebbe pubblicando l’immagine di una lupa che allatta i suoi cuccioli

Alle accuse del professore berlinese i vertici dei servizi televisivi messi sotto accusa hanno replicato negando ogni sospetto di tendenziosità preordinata e continua. La discussione resta aperta e nell’ambito di essa sia lecito esprimere un’opinione: è possibile che nel servizio sui vertici dell’Unione in Tunisia la sequenza dell’immagine abbia suggerito un severo giudizio sulle politiche migratorie messe in atto ed è indubbio che questo possa aver irritato che queste politiche conduce, ma nondimeno quello che le immagini hanno raccontato non pare molto lontano dalla realtà.