I sette film italiani che inseguono l’Oscar
Se l’Academy dovesse includere l’Italia come candidata al miglior film straniero torneremmo al Dolby Theatre sfoggiando una certa gravitas. Apriremmo i rubinetti dell’enfasi rivendicando con aria solenne e sofisticata il trionfo della scorsa edizione fino a che non si spegnerebbero le luci in sala. D’altronde – almeno per chi considera gli Oscar un riconoscimento assoluto - non capita tutti gli anni di portarsi a casa l’ambita statuetta e poter gongolare nazionalisticamente con la coccarda dei vincitori appuntata sul petto. Perché, sì, il pirotecnico e discusso film di Paolo Sorrentino, La grande bellezza, – al di là del soggettivo concetto di gusto - ha defibrillato il cinema italiano dalla sua reprensibile stasi.
E dopo? Come si sopravvive alla vittoria di un premio così popolare? Riprovandoci. Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, Anime nere di Francesco Munzi, Il capitale umano di Paolo Virzì, In grazia di dio di Edoardo Winspeare, Le meraviglie di Alice Rohrwacher, Song'e Napule dei Manetti Bros, Sotto una buona stella di Carlo Verdone sono i sette titoli in corsa per rappresentare l'Italia agli Oscar. Uno solo verrà selezionato da una commissione composta da Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; dai registi Gianni Amelio e Gabriele Salvatores; dai produttori Tommaso Arrighi e Angelo Barbagallo; dai giornalisti Maria Pia Fusco e Niccolò Vivarelli; dal distributore Barbara Salabè e da Caterina D'Amico, Preside Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia. La giuria si riunirà il 24 settembre nella sede dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) dove annuncerà la pellicola prescelta; dopodiché non resterà che attendere la decisione dell’Academy che comunicherà le nomination ufficiali il 15 gennaio. La cerimonia, invece, si terrà il prossimo 22 febbraio.
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