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Un’altra grana per Bizzo

La sua relazione sul Konvent è stata bocciata dalla maggioranza del Pd ma il presidente del consiglio provinciale assicura: “Non lascio il partito”.
Roberto Bizzo
Foto: web

Gli attriti fra Roberto Bizzo e i membri del Pd non sembrano essere diminuiti. Tutt’altro. Ieri (11 settembre) durante l’assemblea diversi colleghi di partito hanno infatti puntato il dito contro la relazione di minoranza relativa alla Convenzione per l’autonomia presentata dal presidente del consiglio provinciale. La critica della maggioranza Pd riguarda in particolare la condotta tenuta da Bizzo durante i lavori della Convenzione, aver permesso che si costituisse l’asse Svp-destra tedesca senza opporsi, non aver cercato di unire le varie anime del centrosinistra così da presentare alla fine una sola relazione, non aver rappresentanto, insomma, la linea del Pd.

Nodo del contendere la questione toponomastica che, come noto, ha a quanto pare irrimediabilmente creato una frattura fra Bizzo e la maggioranza dem. Secondo la segretaria Liliana Di Fede la toponomastica non aveva nulla a che fare con la Convenzione e parla di “riferimento strumentale”, salvando tuttavia alcuni punti contenuti nella relazione come il superamento dei 4 anni di residenza o il richiamo alla Costituzione. È finita con Bizzo che è stato ampiamente sfiduciato dalla maggioranza renziana e la relazione bocciata, ma se qualcuno crede che ciò basti a convincere il presidente del consiglio provinciale a lasciare il partito si sbaglia di grosso. “Hanno scelto la toponomastica per darmi contro, ma avrebbero trovato qualsiasi pretesto”, dice Bizzo scartando l’ipotesi, palesata recentemente, di uscire dal partito per creare una lista civica.