Politica | Bilinguismo

Medici, deroga di 5 anni

Seconda lingua, bocciata la proposta M5s per spostare l’obbligo da 3 a 6 anni. Widmann: “Già previsto di portarlo a 5”. Rimborsi nel privato, ok al testo di Reber.
Medico
Foto: Pixabay

La proposta di Diego Nicolini (M5s) prevedeva - considerando “l’emorragia di sanitari in tutta Europa e anche in Alto Adige” - di estendere la deroga al bilinguismo per i medici da 3 a 6 anni, oltre a introdurre uno step intermedio per accertare il livello B2 della seconda lingua dopo il triennio. Ma non è passata, anche per il no posto da Thomas Widmann che ha fatto pesare il progetto già intrapreso dalla giunta per portare il limite a 5 anni. Il consiglio provinciale ha quindi bocciato con 22 no e 10 sì la mozione. Sorte inversa per il dispositivo di Andreas Leiter Reber (Freiheitlichen) sui rimborsi per l’assistenza sanitaria privata: è passata 28 sì, 2 no e un’astensione.

 

Il bilinguismo graduale

 

Due le richieste inoltrate alla giunta dal proponente, il consigliere pentastellato che nell’introduzione segnalava “la carenza di medici in tutta Europa, in Italia e nel Sudtirolo”, e suggeriva di tenere conto del “grande carico di lavoro” a cui è sottoposto il personale sanitario, carico “che lascia poco tempo e poche energie personali per altre attività” e quindi rende più difficoltoso l’apprendimento linguistico. Prima proposta, estendere l’attuale deroga al bilinguismo prevista per i medici da 3 a 6 anni, al termine dei quali è previsto il conseguimento dell'attestato di livello C1 per la seconda lingua (italiana o tedesca). Secondo, introdurre uno step intermedio che preveda il conseguimento dell’attestato di livello B2 della seconda lingua dopo 3 anni. 

 

 

Il dibattito ha lasciato poco margine a Nicolini, malgrado l’emendamento accolto di Maria Elisabeth Rieder (Team Köllensperger) per vincolare il rinnovo del contratto dopo tre anni al conseguimento del B2. Critico Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), che ha ravvisato un tentativo di “affossare l’identità sudtirolese”: “Dopo le lotte di decenni per utilizzare il tedesco nell’amministrazione pubblica, noi stessi andiamo ora a chiedere delle deroghe. Un medico che viene dall’Austria o dalla Germania impara in un anno l’italiano, mentre i medici italiani, anche se nati qua, non riescono a imparare il tedesco: con sei anni di tempo non si impegneranno nemmeno”.

Mentre Hanspeter Staffler (Verdi) ha aperto alla proposta Reber dei Freiheitlichen ha chiuso: È molto pericolosa per l’autonomia: la tutela della minoranza deve essere garantita in ogni caso, dando possibilità di apprendimento prima della seconda lingua”.

 

No di Widmann

 

A sbarrare definitivamente la strada alla proposta è stato Widmann (Svp), assessore alla sanità: “In una situazione di emergenza Nicolini propone un’eccezione per risolvere il problema, ma egli stesso si oppone se la giunta propone di aderire al modello austriaco, che permetterebbe di attirare più medici. La mozione non sarà appoggiata perché l’esecutivo sta già lavorando su un altro livello. Attualmente ci sono alcune centinaia di sanitari non in regola, il che imporrebbe di chiudere almeno 15 reparti, e non si riuscirebbe più a garantire l’assistenza sanitaria. La proposta che verrà inserita nella futura omnibus è di aumentare il periodo di apprendimento a 5 anni, assistendo il personale sanitario nell’apprendimento della lingua, anche con esami in loco”. 

 

 

Niente da fare per l’ultimo tentativo del proponente, di modificare il testo inserendo l’estensione di 5 anni. Il voto ha decretato la bocciatura.

 

Sanità privata, sì ai rimborsi

 

Maggiore fortuna per il testo di Reber. A larga maggioranza è stata approvata dall’aula la mozione che impegna la giunta a offrire a cittadini e cittadine un rimborso delle cure sanitarie indirette fornite da cliniche e medici specialisti privati, nonché a semplificare il più possibile gli adempimenti burocratici per l’accreditamento di tali strutture.