Cultura | CULTURA E ARTE

L’offerta musicale in Alto Adige

Vanja Zappetti. Ricca, varia, “separata in casa”
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Con le dovute eccezioni, sicuramente l’area metal e rock pesante è preponderante nella fruizione tedesca, mentre l’area indipendente, sperimentale e avanguardista è più forte nella fruizione italiana.

 

Qual è la fruizione della musica nell’AltoAdige del nuovo millennio? Ci sono delle peculiarità che rendano il territorio locale speciale, come in molti altri ambiti, o la situazione è similare al resto d’Italia e d’Europa? Sono domande che – in varie forme – mi vengono poste spesso sia da interni che da esterni al mondo della professionalità in musica. Innanzitutto, confrontarsi con la musica significa abbracciare un campo immenso, e sempre più grande, che va dalla musica classica al jazz, al rock nelle sue forme più disparate, passa per il folk, e finisce nell’elettronica da ballo delle discoteche più o meno di tendenza, il cosiddetto “clubbing”. In Alto Adige, in modi diversi, non manca più o meno nulla di tutto ciò.

Certo alcuni settori sono più forti e altri più sacrificati, ma l’appassionato di genere può trovare soddisfazione senza necessariamente dover percorrere chilometri per raggiungere altre città fuori provincia, come accadeva pressoché regolarmente fino a vent’anni fa. Anzi, per ciò che riguarda l’ambito jazz e musica classica, è probabile che l’Alto Adige attiri fruitori dall’esterno, data l’ottima qualità e quantità fornita con buona costanza durante tutto l’anno.  Continua…