papa Francesco
Foto: Pixabay
Società | Chiesa

Ignobile Bergoglio

L’attacco violentissimo del papa alle donne che abortiscono: è ora di reagire.

Le ultime parole di papa Francesco sul diritto all’aborto, sulle donne che lo esercitano e sui medici che lo praticano rappresentano un tale abominio che si stenta a commentarle. Le riportiamo in virgolettato, pur consapevoli dello sconfinamento nella pornografia.

“Come può essere terapeutico, civile o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? […] Io vi domando: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? […] È come affittare un sicario. […] Un bimbo malato […] in realtà è un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore.”

Il discorso ricalca quello del 16 giugno durante l’udienza in Vaticano dei delegati del Forum delle Associazioni Famigliari: “Ho sentito dire che è di moda, o almeno è abituale, nei primi mesi di gravidanza fare certi esami per vedere se il bambino non sta bene o viene con qualche problema. La prima proposta in quel caso è: lo mandiamo via? L'omicidio dei bambini. E per avere una vita tranquilla, si fa fuori un innocente. […] Nel secolo scorso tutto il mondo era scandalizzato per quello che facevano i nazisti per curare la purezza della razza. Oggi facciamo lo stesso, ma con i guanti bianchi.”

Primo. Il diritto all’aborto è sancito dalla legge 194 del 1978 confermata dal referendum del 1981. Che un soggetto umano sia pienamente costituito fin dal momento del concepimento è un concetto che potrebbe definirsi medievale se non fosse che nemmeno Tommaso d’Aquino, secondo cui l’anima razionale (che distingue l’uomo dalle altre forme di vita) viene infusa nell’embrione intorno al 40° giorno dalla concezione (Summa Theologiae III, Summa contra Gentiles II), l’avrebbe condivisa.

Secondo. Che un bimbo malato (Bergoglio fa esplicito riferimento a “disabilità anche gravi”) sia un dono di Dio, è una tesi ripugnante, oscena, repellente. Se onnipotenza e onniscienza divine si manifestano anche nella creazione di feti deformi o affetti da gravissime patologie che condannano il nascituro a indicibili sofferenze o a morte sicura, ciò significa che il Dio cristiano semplicemente non esiste.

Terzo. Bergoglio parla di sicari e di nazisti. Poiché i concordati con Mussolini (Patti Lateranensi del 1929), Hitler (Reichskonkordat del 1933), Salazar (Concordato del 1940) e Franco (Concordato del 1953) non li hanno siglati i promotori della legge 194 né le donne che vi fanno ricorso ma la Chiesa Cattolica, il papa abbia la decenza di tacere.

Quarto. Nel 2014, cioè sotto il pontificato di Bergoglio, la Santa Sede ha rifiutato di fornire al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e al Comitato ONU contro la tortura la lista dei nomi di circa 900 sacerdoti pedofili che negli ultimi 10 anni sono stati ridotti allo stato laicale. Perché il papa non consegna la lista alla magistratura dei paesi dove quei crimini orrendi sono stati commessi invece di farneticare sulle donne che compiendo una scelta difficile e dolorosa esercitano un diritto sancito dalla legge?

Quinto. Definire le donne che abortiscono e i medici che le assistono come assassini raffigura il reato di diffamazione. Cosa aspettano le associazioni femministe a reagire? E in Parlamento c’è ancora una Sinistra degna di questo termine? E il Capo dello Stato quale garante della Costituzione di un paese laico, di fronte alle parole infamanti rivolte a migliaia di suoi cittadini non ha nulla da dire?

La misura è colma. Chi ha a cuore i principi fondamentali dello Stato laico prenda atto che la Chiesa Cattolica è sua nemica.