Il castello di La Villa è in vendita
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Da settimane circola una voce in Val Badia: Castel Colz ovvero il castello di La Villa / La Ila, la storica Gran Ciasa, è stato messo in vendita. L’annuncio, comparso sul sito di Sotheby’s, lo presenta come "un castello senza tempo nel cuore delle Dolomiti", con trattativa riservata; il contatto è quello dell'agente immobiliare Davide Borgo, consigliere comunale a Bolzano con la lista Gennaccaro. La cifra richiesta supererebbe i 20 milioni di euro. Non è la prima volta che l’immobile approda sul mercato: in passato era stata valutata la possibilità di cederlo al Comune, sostenuta da una stima di circa 3,5 milioni di euro. La Gran Ciasa, però, è un edificio con vincolo di tutela e l’ente pubblico detiene un diritto di prelazione: ma la distanza tra il valore stimato allora e i prezzi attuali renderebbe oggi impraticabile un’operazione di acquisto da parte del Comune.
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Il castello tra storia e leggenda
Le prime tracce del castello si hanno quando nel 1537 Hans von Rubatsch ottenne dall'imperatore Ferdinando I l'autorizzazione alla costruzione di una residenza nobiliare a La Villa in Badia, e chiamarla Rubatsch – e "Residenza Rubatsch" è un altro nome con cui è nota la costruzione. Un anno dopo la costruzione è terminata. Successivamente fu modificato dai Colz, a cui deve il nome attuale. Nel XVII secolo si succedettero prima i Winkler (che cambiarono il nome in Winkler von Colz-Rubatscher), poi i Mayerhofer. Da metà Ottocento cominciò ad andare in rovina, ma alla fine degli anni Ottanta cominciò un'opera di restauro.
Il nome del castello è inoltre legato alle avventure di Franz Wilhelm Prack (o Brack) zu Asch, detto il Gran Bracùn ("il Braccone"), un cavaliere realmente esistito nella seconda metà del XVI secolo che rivive nelle leggende della Val Badia – e che sarebbe stato ucciso proprio da un membro della famiglia Colz.
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"L’eredità storica dei Ladini finirà probabilmente nelle mani di un fondo d’investimento o di qualche persona estremamente facoltosa. La svendita della Heimat nella sua forma più evidente" denuncia Elide Mussner, co-portavoce dei Verdi sudtirolesi e consigliera comunale di Badia. "Non si tratta di criticare chi mette in vendita questo immobile, ma di evidenziare la perversità di un sistema che non conosce più la sostenibilità sociale. Il sistema immobiliare in Alto Adige è ormai caduto nella speculazione", afferma Mussner. Le cause, sottolinea, sono molteplici: la fama internazionale delle Dolomiti, la scarsità di immobili disponibili e un mercato che spinge i prezzi verso cifre ormai fuori portata per i residenti. "Quarantacinque metri quadrati per 500.000 euro, e così via", ricorda la consigliera comunale.
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"È diventato quasi impossibile mantenere un immobile storico come la Gran Ciasa con mezzi privati, a meno di trasformarlo in un’attività commerciale, cioè un hotel", osserva Mussner, che sull’urgenza di un impegno istituzionale: "Se la Provincia di Bolzano, assieme ai Comuni, potesse intervenire per trasformare il castello in uno spazio pubblico dedicato a cultura, arte e incontro per la comunità ladina, sarebbe un investimento concreto nella sostenibilità sociale".
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