Economia | Trasporti

Il grano corre sui binari

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina la società di Autobrennero RTC trasporta ogni mese 2500 tonnellate di cereali su 90 treni attraverso il valico di Villa Opicina. Ausserdorfer: "Aumento del traffico, ma in Germania troppe linee chiuse per lavori".
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Foto: Marco Stellini - RTC
  • Negli ultimi anni il traffico ferroviario di cereali dall’Europa orientale verso l’Italia è cresciuto in modo rapido e strutturale. Un’accelerazione legata direttamente alla guerra in Ucraina, che ha interrotto o reso instabili le tradizionali rotte marittime dal Mar Nero, spingendo operatori e clienti a riorganizzare le filiere su base terrestre.

     

    “Negli ultimi anni il traffico cerealicolo, soprattutto dall’Est Europa, è aumentato in modo esponenziale.”

     

    Fino al 2022 una quota significativa del grano ucraino arrivava nei porti italiani via nave, in particolare da Odessa. Il blocco dei porti, l’aumento dei rischi assicurativi e l’incertezza geopolitica hanno però reso il trasporto marittimo meno affidabile, favorendo lo spostamento dei flussi su ferrovia attraverso i Paesi dell’Est Europa e i valichi alpini. Da quel momento il grano ha letteralmente cambiato strada. 

    “Negli ultimi anni il traffico cerealicolo, soprattutto dall’Est Europa, è aumentato in modo esponenziale”, spiega Martin Ausserdorfer, amministratore delegato di Rail Traction Company (RTC). “I treni vengono caricati principalmente nei terminal di Ungheria, Croazia e Serbia. Con la guerra in Ucraina l’esportazione di cereali è cresciuta pesantemente, sia per una questione di costi sia per una necessità locale: lì il grano serve meno”.

    La svolta è stata anche infrastrutturale. “A causa della guerra si è resa indispensabile la componente ferroviaria, perché il porto di Odessa – che prima muoveva grandi volumi via nave verso l’Italia – è rimasto per parecchi mesi non operativo a causa degli attacchi”, racconta Ausserdorfer.

     

  • Martin Ausserdorfer: ad di RTC e direttore dell'Osservatorio BBT. Foto: SALTO
  • Oggi i convogli viaggiano al limite massimo consentito dall’infrastruttura nazionale. “I treni corrono con la portata massima ammessa da RFI, 2.500 tonnellate. Su molte linee di pianura, o in leggera discesa, grazie alle nuove locomotive è possibile utilizzare una sola locomotiva di trazione”. Il flusso principale entra in Italia da Est. “Il traffico maggiore passa dal valico di Villa Opicina e si distribuisce poi nel Nord Italia, in particolare tra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, arrivando anche al Sud quando c’è richiesta”.

    Non si tratta di un traffico occasionale. “Come impresa ferroviaria siamo riusciti negli anni a costruire una struttura dedicata e altamente professionalizzata”, sottolinea Ausserdorfer.

    I numeri aiutano a capire la dimensione del fenomeno. “Nel 2026 supereremo un milione di tonnellate di cereali trasportati. Parliamo di circa 90 treni al mese, con convogli fino a 30 vagoni e 2.500 tonnellate ciascuno”. Guardando all’insieme delle attività, il dato è ancora più significativo: “Nel biennio 2024–2025, RTC ha movimentato circa 10.000 treni all’anno, per un totale di circa 6 milioni di tonnellate di merci trasportate all'anno”. Ci sono dati positivi ma la situazione complessiva presenta anche diversi problemi sull'asse Nord-Sud. "Il più grande problema di sviluppo che al momento abbiamo per tutti i traffici sono i problemi infrastrutturali. Con tutti gli investimenti PNRR in Germania abbiamo Il problema di aver tante linee chiuse, quindi non abbiamo la possibilità di muovere treni".

  • La società

    Rail Traction Company S.p.A. (RTC) ha sede a Bolzano ed è una impresa ferroviaria specializzata nella trazione merci, attiva soprattutto nel traffico intermodale e transfrontaliero. La società è controllata per oltre il 95% dal polo ferroviario riconducibile ad Autobrennero, attraverso le società STR e STR2, che detengono anche il controllo di InRail e una partecipazione rilevante in Lokomotion, configurando un gruppo integrato nel settore del trasporto merci su ferro lungo i principali corridoi alpini.

    Dal punto di vista economico, RTC registra ricavi annui superiori ai 60 milioni di euro, con risultati operativi positivi negli ultimi esercizi, in un contesto di forte crescita dei volumi trasportati. L’organico conta circa 280–300 dipendenti, tra macchinisti, personale tecnico e struttura operativa, a conferma di un modello industriale stabile e non emergenziale.