Società | Intervista

A caccia di medici di base

La dott.ssa Maria Habicher dell'Ufficio Formazione del personale sanitario conferma: è sempre più difficile reperire medici interessati al servizio nel territorio.

Su Salto lo abbiamo già detto, in particolare focalizzando il nostro discorso sugli infermieri. I professionisti in ambito sanitario in Alto Adige sono una merce rara oggi di ancor più difficile reperimento visti i grandi cambiamenti a cui gradualmente sta andando incontro l’intero ‘sistema’ altoatesino che sovrintende alla salute. 
Giusto ieri la giunta provinciale, com’era stata ampiamente previsto, è venuta incontro all’Azienda Sanitaria stanziando 32 milioni di euro in aggiunta a quanto previsto, per far fronte a diverse necessità incombenti. Innanzitutto il reperimento di nuovo personale dopo il recepimento definitivo di una direttiva europea vincolante per quanto riguarda i turni di lavoro dei medici. Ma risorse sono state stanziate anche per il tanto discusso mantenimento dei punti nascita periferici, 7 milioni sono stati destinati all’altrettanto discusso riassetto del sistema informatico sanitario e altri fondi sono destinati a coprire le esigenze del sistema altoatesino della medicina di base, anch’essa da tempo sono in sofferenza per diversi motivi.
A quanto pare dunque i soldi ci sono ma, come dicevamo all’inizio, non è detto che però ci sia la ‘materia prima’ per rimpinguare la squadra dei medici. Un campanello d’allarme in questo senso era risuonato recentemente quando a fronte di un bando per il reperimento di 60 nuovi medici di base in tutto l’Alto Adige le domande sono state solo 8
Per cercare di farci un’idea più precisa della situazione abbiamo allora cercato di capire meglio come funziona e qual è per così dire il grado di ‘affollamento’ dei corsi di specializzazione in medicina generale nella nostra Provincia. Per fare ciò ci siamo rivolti alla dottoressa Maria Vittoria Habicher che si occupa di questa problematica per conto dell’Ufficio Formazione del personale sanitario della Provincia autonoma di Bolzano

Dottoressa Habicher, lo scorso 1 dicembre 2015 la giunta provinciale ha emesso un bando per 25 posti nell’ambito della specializzazione in medicina generale. Il termine per la presentazione delle domande era il 7 gennaio 2016. Com’è andata?
Maria Vittoria Habicher - Abbiamo avuto 14 domande, 8 da parte di medici di fuori provincia e 6 da parte di altoatesini. Ma si tratta solo solo della prima sessione di esami di ammissione. Negli ultimi tempi abbiamo introdotto infatti anche una seconda sessione in grado di consentire anche ai medici medici in procinto di fare l’esame di stato di riuscire a rientrare nei tempi per fare domanda. Il periodo in cui si potranno presentare le domande per la seconda sessione va dal 20 marzo al 20 aprile. L’anno scorso abbiamo visto che di solito con due sessioni riusciamo quasi a riempire i posti. Devo dire però che quest’anno gli iscritti sono meno anche perché quest’anno i candidati devono superare un ostacolo linguistico più impegnativo rispetto ala passato. 

La conoscenza delle due lingue è ancora un ostacolo insormontabile?
Voglio precisarlo: per nessuno qui è significativa l’origine dei medici. Noi abbiamo bisogno di professionisti bravi e motivati, ma anche in grado di comunicare con la gente. La prova linguistica che devono sostenere i candidati per l’ammissione non è un esame inutile. I pazienti sono fragili. Non tutti sanno l’italiano così bene da riuscire a spiegare al medico come si sentono. Si tratta di un settore molto delicato ed è necessario che il medico di base conoscere la lingua dei suoi pazienti per poter fare il suo lavoro. La formazione dei nuovi medici si svolge in gran parte negli ambulatori di medicina generale dove per la maggior parte i pazienti sono di lingua tedesca e quindi i corsisti sperimentano quella che possiamo definire una necessità oggettiva.  

Ai medici che si candidano per la specializzazione chiedete il patentino A?
Ricordo che si tratta di una formazione e non di rapporto di lavoro, quindi non può essere chiesto l’attestato di bilinguismo ufficiale. Per cui i medici o hanno già il patentino oppure possono sostenere un esame apposito che viene svolto oggi attraverso 5/6 sessioni ogni anno. L’esame non è più semplice del patentino A ma diverso. Fino a poco tempo fa consisteva solo in un test orale di cui si occupava un istituto linguistico professionale. I testi erano tratti dall’ambito medico e riguardavano il rapporto tra medico e paziente, ecc. Però ci siamo accorti che era troppo poco e allora dal novembre 2015 abbiamo introdotto una forma d’esame che viene gestita dall’ufficio bilinguismo della Provincia. La procedura è simile a quella dell’esame di bilinguismo tradizionale ad un livello di C1 Goethe più o meno. Ma viene posta più attenzione sulla parte orale e la comprensione-ascolto.

Com’è organizzato il corso di specializzazione in medicina generale?
Tutta la parte amministrativa e normativa è gestita direttamente dalla Provincia. La parte pratica invece è seguita da una realtà esterna che viene identificata attraverso una regolare gara d’appalto. Negli ultimi anni ad occuparsene è stata l’Accademia Altoatesina di Medicina Generale, una Fondazione di cui presidente è Adolf Engl. 

Finora abbiamo parlato del nuovo corso triennale che partirà nel 2016. Ma ci sono però già altri corsisti che stanno compiendo i loro studi, di cui alcuni sono anche in dirittura d’arrivo…
I medici in formazione attualmente sono 45 di cui 4 finiscono in aprile 2016. Altri 21 finiranno nell’agosto 2017 ed infine ulteriori 19 completeranno la loro specializzazione entro il 2018. Devo dire che in quest’ultimo gruppo sono davvero parecchi quelli che provengono da fuori provincia. 
Voglio ricordare che a partire da coloro che hanno cominciato a frequentare dal 2014, tutti i corsisti hanno l’obbligo - finiti gli studi - di prestare poi effettivo servizio di medicina generale per almeno due anni nella nostra realtà locale nei 5 anni successivi al diploma conseguito. Altrimenti devono restituire tutta la borsa di studio. 

In questo modo insomma cercate di non disperdere i frutti di quanto seminato a livello locale. 
Sì, ma naturalmente speriamo anche che si trovino così bene da noi da convincersi comunque a restare.

Quanti sono stati i professionisti di medicina generale che hanno conseguito la specializzazione nell’ultima tornata?
Gli ultimi che hanno finito tra 2014 e 2015 (c’è stato un anno e mezzo di pausa per una serie cambiamenti legistativi) sono stati 19. 

Che fine hanno fatto? Al recente bando della Provincia per 60 posti dedicati ai medici di base solo in 8 hanno fatto domanda. 
Di quei 19 quasi tutti hanno già un posto. Bisogna considerare che fino a poco tempo fa i comprensori potevano fare autonomamente dei bandi per reperire i medici di cui avevano bisogno. Negli ultimi mesi invece la normativa è cambiata. A fare testo è ora il contratto nazionale e i bandi ora vengono gestiti a livello centrale. Va considerato anche che molti di questi medici sono donne. E la specializzazione com’è noto viene conseguita in età non più giovanissima e spesso le donne medico hanno figli ed una residenza stabile dove cercano di restare. La mobilità è un problema non da poco. 

Insomma: i medici in circolazione sono pochi e la specializzazione in medicina generale non è proprio tra le più appetibili. Cosa fare per rilanciarla?
Nello scorso settembre abbiamo organizzato un evento informativo per promuovere la professione del medico di medicina generale a cui abbiamo invitato tutti gli studenti di medicina in collaborazione con l’ordine dei medici. All’incontro in cui abbiamo molto insistito sugli aspetti belli di questa professione hanno partecipato 27 studenti. Hanno capito tante cose ed a loro abbiamo anche proposto un questionario per chiedere cosa potrebbe rendere più appetibile questa specializzazione. In assessorato terremo conto degli spunti interessanti che ci hanno proposto. Facciamo quello che possiamo, ci diamo da fare ma certo non li possono costringere a scegliere la medicina di base.