Suicidio assistito, come siamo messi?
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In Italia c’è un preoccupante vuoto normativo su una questione trasversale: il suicidio assistito. La Corte costituzionale nel 2019 ne ha affermato la legalità in una sentenza per alcuni casi, invitando il Parlamento a provvedere ad una legislazione apposita. Ma da lì in poi nulla si è mosso a livello nazionale, nessuna legge è stata approvata; esiste una proposta di legge ma è ferma in Senato da tempo. In questo vuoto normativo si sono inserite le Regioni, da ultima l’Emilia-Romagna, che ha approvato con delibera regionale una regolamentazione sull’accesso al suicidio assistito.
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Il suicidio assistito in Italia
La delibera regionale dell’Emilia-Romagna ha acceso di nuovo la questione, essendo, ad oggi, la Regione che più ha disciplinato il suicidio assistito. Con questo termine si intende la pratica con cui ci si somministra in maniera autonoma un farmaco letale, il personale medico sanitario ha il solo compito di preparare il farmaco o la struttura meccanica che aiuterà il paziente ad assumerlo. Differisce dall’eutanasia, dove è un terzo, medico, a procurare la morte del paziente.
I pazienti terminali in Emilia-Romagna potranno ora fare richiesta alla Commissione di valutazione Area Vasta, un organo regionale che, dopo una serie di viste, valuterà se ricorrono i presupposti stabiliti dalla Corte costituzionale. I requisiti, definiti nella sentenza del 2019 sono: la presenza di una patologia irreversibile, fonte di “sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili”, il proposito di suicidio formatosi liberamente e la piena capacità di prendere decisioni libere e consapevoli.
Prima dell’Emilia-Romagna, nel 2023 la Puglia ha approvato, sempre con delibera ma in maniera meno dettagliata, le condizioni alle quali le strutture sanitarie potranno assicurare il suicidio assistito. Anche il Veneto ci aveva provato, con la proposta di legge di iniziativa popolare dell’associazione Luca Coscioni, che da anni si occupa in Italia di diritti civili; la legge era però stata bocciata per un solo voto, risultando in un nulla di fatto.
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Qualcosa si muove anche in Alto Adige
In Alto Adige come siamo messi? Il presidente del Comitato etico provinciale Herbert Heidegger spiea che si sta creando una commissione per disciplinare la pratica del suicidio assistito: “Al momento il progetto è in una fase informativa, si svolgeranno una serie di incontri con vari medici ed esperti di altri territori italiani per capire come viene disciplinata la pratica altrove”. Si tratterà poi di regolamentare una serie di aspetti: quale sarà la commissione territoriale che valuterà i vari casi, in quale ospedale sarà possibile effettuare la procedura, quali farmaci verranno utilizzati ecc.
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Nonostante l’immobilità del parlamento, la disciplina di questo tipo di trattamento per i pazienti terminali è una necessità per molte realtà territoriali. Continua Heidegger “In Alto Adige ancora non c’è stato un caso che ha portato l’attenzione sulla questione”. Per ora la disciplina della materia si muove a rilento, eppur si muove.
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