Rivoluzione verde?

Fino a qui tutto bene
Nella concitata corsa politica il pit-stop è una tappa necessaria per tirare le somme (oltre che il fiato) e “ricaricare le batterie”. L’occasione per i Verdi, in questo senso, si è presentata ieri, 12 marzo, con l’assemblea provinciale del partito: negli ultimi due anni cinque temi principali hanno caratterizzato l’impegno della compagine ambientalista - oltre alle varie campagne elettorali - ovvero la costruzione dei gruppi di lavoro tematici interni, l’adesione al partito verde europeo, un nuovo corporate design, il bilancio del bene comune e anche il proprio bilancio. Una conquista su tutte, sottolineano con una certa soddisfazione i due co-portavoce uscenti Brigitte Foppa e Giorgio Zanvettor, è la totale assenza di debiti del partito. Si prosegue con un intervento di Foppa sul tema dei profughi; partendo dal presupposto che il mondo è come un condominio in cui l’Europa è proprietaria dell’attico la consigliera provinciale insiste sulla metafora: “Abbiamo, piano piano, tolto ai condomini del sotterrato la corrente, abbiamo tagliato loro l’acqua per averne di più noialtri. Abbiamo spento loro il riscaldamento per avere più caldo noialtri. Singoli abitanti del sotterrato hanno iniziato a venire da noi. Alcuni li abbiamo assunti, gli abbiamo fatto fare i lavori di pulizia e di cura che a noi davano noia. Ma ora stanno salendo le scale in massa. Hanno fame e sete. Soffrono perché laggiù qualcuno ha assunto il potere e ci sono delle tremende lotte di sopravvivenza. Stanno davanti alla nostra porta. E noi, che facciamo? Ci compriamo una catena per chiudere il nostro giroscale. Mettiamo una seconda serratura alla nostra porta (Non a caso Pius Leitner usa proprio il paragone della porta di casa). Ora chiudiamo anche la scala antincendio e meditiamo se fermare anche l’ascensore”.
Geneticamente propositivi
L’imperativo per il futuro è quello di una riorganizzazione politica attraverso una sorta di “Convenzione Verde”, con l’obiettivo di sintonizzarsi su un elettorato largamente deluso dalle istituzioni. Tale processo, che sarà guidato dai consiglieri provinciali Hans Heiss e Brigitte Foppa eletti anche presidenti ad interim per il proprio semestre, dovrà partire dal Coordinamento Provinciale che è stato rinnovato con 9 nuovi eletti dall’assemblea. I nomi: Marlene Pernstich, consigliera comunale a Caldaro; Markus Frei, consigliere comunale a Bressanone; Carla Leverato e Rosina Ruatti, Verdi Bolzano; Anton Ladurner, consigliere comunale Merano; Christian Troger, sindacalista, Lagundo; Silvia Simoni e Gianluca Vignola, Verdi Renon; Josef Untermarzoner, consigliere comunale a Chiusa.
È poi la volta di Heiss: “Con coraggio noi da molti anni indichiamo la strada nella tutela della natura e dell’ambiente, lanciamo idee di una mobilità sostenibile, un’agricoltura rispettosa e un turismo dolce, sottolineamo la necessità di giustizia sociale e siamo opinion-leader in temi come democrazia diretta, partecipazione e pari opportunità. Possiamo essere orgogliosi di quello che il nostro partito ha fatto e continua a fare”. Spazio, nel corso dell’assemblea hanno avuto anche le “costole” del partito, e cioè i gruppi di lavoro verdi. Johanna Donà e Franz Hillebrand della verdECOnomia hanno spiegato il processo del bilancio del bene comune a cui si sottopone il partito verde sotto la spinta del gruppo economia; Karl Tragust e Christian Troger hanno descritto i punti cardine del gruppo Social&Green (lavoro, casa, impoverimento, migrazione, reddito minimo garantito); Josef Untermarzoner in rappresentanza degli YoungGreens ha confermato che anche nel gruppo dei giovani nell’ultimo anno si è lavorato soprattutto sul tema della migrazione. Un maggiore impegno a sostegno dei profughi e sul fronte del reddito minimo garantito chiedono inoltre i Verdi alla giunta provinciale (attraverso le due mozioni presentate da Karl Tragust e Sepp Kusstatscher, accolte all‘unanimità).
Benko e le (ancora indefinite) strategie elettorali
L’accenno al progetto del tycoon austriaco è inevitabile: “Non ci facciamo convincere dal signor Benko che via Alto Adige è una zona degradata!” dice l’architetto Marialaura Lorenzini scagliandosi contro l’indebolimento della democrazia a favore di interessi economici di singoli, contro lo spostamento della stazione delle autocorriere e lanciando un appello per la conservazione del verde pubblico. A proposito di appelli giunge dai Verdi anche il consiglio a votare “sì” al referendum nazionale sulle trivellazioni in mare che si terrà il 17 aprile e “no” all’aeroporto che in futuro sarà un divoratore di soldi pubblici, aerei più grandi non necessariamente significheranno più passeggeri, spiega il consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba ricordando l’impatto insostenibile dal punto di vista ambientale e del rumore.
Capitolo particolarmente delicato quello delle elezioni comunali del capoluogo del prossimo 8 maggio: il co-portavoce di Bolzano, Tobe Planer ha osservato che di fronte alle ultime prese di posizione del PD in favore del progetto Benko e dell’aeroporto risulterà difficile ai Verdi bolzanini appoggiare i dem al primo turno, ma altri colloqui seguiranno nei prossimi giorni.
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