Dal Comelico a Sesto con gli sci?

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Il piano, o meglio, il sogno fu annunciato cinque anni fa dal governatore veneto Luca Zaia in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026: muoversi con gli sci ai piedi su tutte le Dolomiti con un ambizioso – quanto faraonico – carosello sciistico fatto di nuove funivie e piste da sci. Tra gli snodi principali su cui preme il Veneto, vi è da quasi 20 anni il collegamento tra Padola di Comelico, nel bellunese, e le Dolomiti di Sesto in Alta Pusteria attraverso Passo Monte Croce. Un progetto fortemente sostenuto tra gli altri da Confindustria e Confartigianato di Belluno, nonché dalla società che gestisce gli impianti della zona, la “3 Zinnen Dolomites” presieduta dall’imprenditore pusterese Franz Senfter.
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Si tratta di due nuove funivie che condividono la stazione di valle al confine tra Sudtirolo e Veneto, la prima diretta verso Cima Colosei e la seconda in direzione opposta verso Col d’La Tenda, oltre a una nuova pista e un nuovo tratto in diramazione della pista già esistente, il tutto provvisto d’impianto di innevamento programmato alimentato da un nuovo bacino idrico. A ciò si aggiunge la realizzazione di un balcone panoramico e il restauro delle opere fortificate del Vallo Alpino e della linea di difesa della Grande Guerra. Il collegamento è finanziato già nel 2017 attraverso il Fondo Comuni confinanti (quindi indirettamente dalla Provincia di Bolzano) con 26 milioni di euro in aggiunta ai 4 milioni stanziati dalla Regione Veneto, su un totale di circa 49 milioni stimati per la realizzazione. Con un ulteriore obiettivo: collegare il Bellunese con l’Osttirol, dando vita al carosello Padola-Sesto-Sillian/Thurntal.
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Stop and go
Per anni la connessione tra i comprensori sciistici Val Comelico e Sextner Dolomiten sembrava viaggiare su un binario morto. Nel 2018 la Giunta provinciale di Bolzano aveva bocciato un piano di fattibilità presentato dalla società 3 Zinnen Dolomites per il prolungamento degli impianti sul lato pusterese. Il Landeshauptmann Arno Kompatscher precisò però che la bocciatura dipendeva dall’assenza di un progetto sul lato di Belluno: “Sino a quando non c’è un progetto complessivo, non ha senso approvare nulla”. Poi nel 2019 arrivò un decreto firmato dall’allora Ministro dei beni culturali Dario Franceschini che dichiarò l’area Comelico-Cadore-Val D’Ansiei “di interesse pubblico straordinario”. Poi però la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso diede nel 2023 un pre-parere positivo con prescrizioni dando de facto via libera al collegamento sciistico tra Comelico e Pusteria.
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“Finalmente siamo giunti a una svolta con il parere favorevole della Soprintendenza di Venezia – dichiarò Franz Senfter al Gazzettino – ora contiamo che in tempi brevi si possano avviare i lavori per realizzare i due impianti e le piste necessari a dare vita al nuovo carosello sciistico”. “Si sente spesso parlare di crisi dello sci, ma noi continuiamo a registrare incrementi di clientela. In Cina 300 milioni di persone praticano lo sci: negli ultimi anni a causa della pandemia non si sono mossi. Cosa succederà quando i loro spostamenti diventeranno più semplici?”, domandò Senfter all’epoca. “Non sono solo due cabinovie, ma un piano di valorizzazione del territorio, della linea di confine, del Patrimonio Unesco” spiegò a sua volta il sindaco di Comelico Superiore Marco Staunovo Polacco, che ha deciso di procedere con l’opera nonostante i pareri negativi (VAS e VINCA) espressi dagli uffici ambiente della Regione Veneto.
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Il ricorso degli ambientalisti
Lo scorso 6 marzo si è tenuta l’udienza davanti al TAR Veneto per il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness e WWF contro il collegamento sciistico tra Comelico e Sesto che – secondo i ricorrenti – “tocca aree di elevata integrità naturalistica, ambientale ed ecosistemica, sottoposte ai vincoli ex lege ed al vincolo di area vasta (del decreto ministeriale di Franceschini, ndr) ed intersecante aree della Rete Natura 2000”. Secondo gli ambientalisti, nelle aree della Rete Natura 2000 è vietata la realizzazione di nuove piste da sci e di nuovi impianti sciistici ad eccezione di quelli già previsti negli atti di pianificazione esistenti alla data della sua entrata in vigore – e nessun documento offerto in giudizio dal Comune di Comelico Superiore sarebbe idoneo a dimostrare che nel 2007 il collegamento sciistico contestato fosse già previsto negli atti di pianificazione comunale.
La stessa Soprintendenza del Veneto, sottolineano ancora le associazioni nel ricorso, aveva qualificato come “particolarmente grave” il fatto che le varianti urbanistiche approvate dal Comune (e impugnate) non abbiano tenuto in nessun conto il decreto ministeriale di area vasta, pienamente vigente ed efficace al momento della loro approvazione. In una nota congiunta, le associazioni auspicano una sentenza “che preservi un territorio di grande valore ambientale e ricco di biodiversità, nel rispetto delle generazioni future, per contribuire alla battaglia contro i cambiamenti climatici”.
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Senfter und co. können nie…
Senfter und co. können nie genug kriegen!! Idem die Liftbetreiber am Kronplatz die eine neue Seilbahn inklusiv Piste errichten wollen….
Ich sage hingegen STOP bzw. es reicht!!!
In risposta a Senfter und co. können nie… di Franz Pattis
Da es ums Comelico geht,…
Da es ums Comelico geht, sollten die dort entscheiden.