Convenzione e Consulta, destino comune?

Il lungo e intricato percorso della Convenzione di Bolzano e della Consulta di Trento ha collezionato una nuova tappa ieri, 13 aprile, in consiglio regionale, dove si è discussa la mozione “Misure di coordinamento con i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano ai fini della revisione dello Statuto speciale di autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol”. Pur lavorando separatamente - ha introdotto i lavori il presidente della provincia di Trento Ugo Rossi - i due organi che i due Consigli provinciali dovranno attivare delle modalità di coordinamento. “Questo lavoro, già di per sé complicato - ha sottolineato Rossi - deve fare in modo che il Consiglio regionale abbia le informazioni per poter evitare che vi siano troppe divergenze. La mozione dà mandato alla Presidenza del Consiglio regionale di trovare gli strumenti per tale coordinamento, si tratta di trovare una proposta che sia il più possibile unitaria, all’interno dell’unicità del quadro statutario, dentro il quale è previsto che le due Province lavorino individualmente”.
Sulla stessa linea Dieter Steger della Svp che ha affermato che un coordinamento tra i due consigli permetterà di esplorare la possibilità di una proposta comune di riforma, “si dovrà trovare un nuovo ruolo alla Regione, ma il nostro obiettivo è quello di trasferire sempre più le competenze alle due Province, cosa di cui sono consapevoli anche i colleghi del Trentino”, così Steger. Dura la posizione del consigliere di Bürgerunion Andreas Pöder secondo il quale non si dovrebbe parlare dello Statuto insieme ai trentini. “Non posso accettare quanto contenuto nella mozione - ha detto rivolgendosi alla SVP -, non potete nelle premesse dare una interpretazione nuova di questa autonomia che a partire dal governo Monti viene costantemente violata, diamo a Roma più del 90% previsto dallo Statuto”. E ancora: “Con questa mozione si trasforma il 'Los von Trient' in 'evviva Trento'”. Rincara la dose Pius Leitner (Freiheitlichen), attaccando la Stella Alpina: “Prima delle elezioni avete detto che la Regione andava sciolta, ora dite che la Regione va rivitalizzata”.
Fiducioso Hans Heiss (Verdi) che, tuttavia, non manca di sottolineare che “l’Autonomia a Bolzano ha delle carenze dal punto di vista della partecipazione pubblica, con contrattazioni dietro le quinte, spesso segrete, e vissute poco dalla popolazione. Speriamo che la Convenzione sia l’occasione per immaginare il futuro tra tutti i gruppi linguistici”. Fra gli interventi dei consiglieri trentini quello di Donata Borgonovo Re (Pd): “La mozione pone a noi la responsabilità di non far andare perduto il lavoro sui territori”.
Approvato dal presidente Rossi, inoltre, un emendamento al testo del consigliere di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì. Nel documento si specifica che nel processo di attivazione del Presidente del consiglio regionale è prevista anche l’attivazione dei capigruppo e dei consigli provinciali e regionali, “per garantire la piena partecipazione di tutti i gruppi presenti”. Urzì aggiunge che il collegio dei capigruppo è l’organo che meglio rappresenta le sensibilità sul territorio e, parlando dello Statuto, ha detto che “non è possibile restaurare le competenze della Regione e anche il processo di riforma non andrà in questo senso. Si tratta piuttosto di riconoscere un ruolo storico e morale al consiglio regionale come luogo di confronto”. La mozione è passata, infine, con con 47 sì, 10 no, 3 astensioni.