Società | Violenza delle donne

Quando le donne sono violente…

L’Avvocata Brunner, presidente della sezione locale dell’Osservatorio Nazionale sul diritto di famiglia, illustra gli aspetti legali sulle violenze compiute dalle donne.
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Foto: Violenza delle donne contro gli uomini, Gewalt gegen Männer

Nella nostra società è diffuso lo stereotipo, secondo cui l’uomo è aggressore e la donna vittima, sicché la violenza perpetrata dalle donne contro gli uomini è ancora vista come un tabù” – afferma la presidente delle sezione locale dell’Osservatorio Nazionale sul diritto di famiglia avvocata Isabel Brunner.

 

“Non tutti gli uomini hanno il coraggio di raccontare i soprusi subiti, specie se fisici, poiché temono di essere derisi, non essere presi sul serio e di ricevere scarso ascolto o peggio di essere denunciati come soggetti abusanti, nel caso in cui essi abbiano reagito alla violenza. Per questi motivi per gli uomini è molto difficile denunciare tali fatti” – afferma l’avvocata Brunner che propone: “Nei casi di violenza è necessario mettere a disposizione strutture per la tutela degli uomini, strutture che ad ora non ci sono (in provincia di Bolzano sono previsti alloggi protetti per le donne oggetto di aggressioni maschili e, indifferentemente dal genere, nei soli casi di tratta e prostituzione, ndr)”.

Nei casi di violenza utili strumenti giuridici sono l’allontanamento del partner violento e il divieto di avvicinamento, sostiene l’avvocata Brunner che tuttavia considera la denuncia penale l’ultima ratio.

"E’ indispensabile  istituire centri antiviolenza nonché strutture specializzate per uomini maltrattati, cosicché questi ultimi possano ricevere adeguata assistenza legale e psicologica”.

Per quanto concerne i punti di ascolto per problematiche maschili in provincia di Bolzano possiamo ricordare il consultorio per uomini della Caritas, Männerinitiative Südtirol MIT di Merano e Männerinitiative Pustertal MIP di Brunico.

Tuttavia, per l’avvocata Brunner non è sufficiente: “E’ indispensabile ampliare l’offerta e soprattutto istituire centri antiviolenza nonché strutture specializzate per uomini maltrattati, cosicché questi ultimi possano ricevere adeguata assistenza legale e psicologica”.

Con riguardo alle violenze psicologiche la presidente della sezione locale dell’Osservatorio Nazionale sul diritto di famiglia spiega che le aggressioni subite dall’uomo possano assumere diverse forme: madri che parlano male dei padri ai figli e donne che muovono false accuse di violenza danno proprio e (o) dei figli, che poi si rivelano infondate.

Ed ancora altre mortificazioni: si accusa l’uomo di essere debole, fallito, guadagnare poco, non riuscire a mantenere la famiglia.

Non mancano le umiliazioni neppure sotto il profilo sessuale: alcune donne dicono “non sei un uomo” persino a persone affette da impotenza.

“Si arriva anche ai ricatti ed alle minacce. Alcune donne affermano di cercarsi un altro uomo o praticano l’astinenza sessuale, quando non ottengono quello che vogliono. Oppure dopo una separazione coniugale, se gli uomini non pagano o ritardano nel corrispondere il mantenimento o le spese straordinarie per i figli, talune donne paventano la possibilità di denunce penali e anche sul piano fiscale o  di non far vedere loro i figli” – dice l’avvocata Brunner che ricorda l’importanza di un buon accordo di separazione per depotenziare lo scontro tra partner.

La migliore prevenzione è l’informazione, nelle scuole e non solo, nonché la specifica formazione sul tema della violenza. 

Nell’ottica di aiutare le famiglie in crisi si segnala il progetto “Rimanere genitori nonostante la separazione”: un colloquio gratuito per genitori volto a garantire il benessere dei figli, offerto presso i consultori Fabe  di Bolzano, Silandro e Brunico, Kolbe di Bolzano, Laives e Bressanone, Lilith di Merano e Mesocops di Bolzano ed Egna.

La migliore prevenzione è l’informazione, nelle scuole e non solo, nonché la specifica formazione sul tema della violenza, afferma Isabel Brunner, la quale con riguardo agli strumenti giuridici idonei ad intervenire nelle situazioni di maggiore conflitto familiare ritiene che si dovrebbe ricorrere in misura maggiore all’affidamento provvisorio eterofamiliare dei figli: “In queste situazioni i genitori non sono in grado di gestire il rapporto con la prole in modo sereno e proficuo. Pertanto, è meglio che i figli vengano, in via temporanea, tenuti lontano da tale contesto malsano”.

Grave è anche il fenomeno della violenza assistita: figli costretti a vedere la madre esercitare violenza sul padre. A tale proposito l’avvocata Brunner osserva che queste immagini violente si imprimano per sempre nella mente del minore, che non riesce a elaborare da solo l’esperienza vissuta e spesso si trova in una situazione di conflitto di lealtà, poiché da un lato protegge il genitore debole e dall’altro non vuole porsi contro l’altro genitore. La conseguenza: figli sotto forte pressione e spesso chiusi in se stessi.

Le violenze sono tante. Difficile è riconoscere di averle vissute e trovare in sé la forza per farle emergere”- conclude l’avvocata Isabel Brunner.