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I dati più che allarmanti in uno studio dell'Istituto superiore di sanità sul consumo di alcool in Alto Adige.

Tra le molte statistiche che collocano l'Alto Adige al primo posto in Italia per qualità della vita, per bassi livelli di disoccupazione, per il dinamismo delle imprese e per i trionfali risultati del settore turistico (solo per fare alcuni esempi), ve n'è una di cui si occupano in queste ore i giornali nazionali (leggi qui) che è molto meno lusinghiera. Si tratta dei risultati di uno studio elaborato e reso noto in questi giorni dall'Istituto superiore di sanità e che riguarda la diffusione del rischio derivante dal consumo di alcol nelle varie regioni italiane, ivi compresi i dati sulla mortalità dovuta per l'appunto all'abuso di sostanze alcoliche.

Lo studio (che può essere scaricato nella sua versione completa da questa pagina) contiene tutta una serie di dati sulla situazione a livello nazionale e su quella nelle singole regioni e province autonome.

Le cifre riguardanti l'Alto Adige sono semplicemente agghiaccianti.

La provincia di Bolzano si colloca ai vertici del consumo nazionale e bevande alcoliche con un primato assoluto, assai poco lusinghiero, per quel che riguarda gli aperitivi alcolici da parte del genere femminile, di amari e i superalcolici sempre da parte delle donne e dei superalcolici anche da parte degli uomini. Per tutte le altre bevande, vino e birra compresi, le cifre sono comunque molto alte.

Citiamo testualmente: "I dati che si riferiscono alle abitudini di consumo delle bevande alcoliche mostrano che in questa Provincia Autonoma si registrano per entrambi i sessi i valori più elevati di tutte le altre realtà territoriali della prevalenza dei consumatori di bevande alcoliche in modalità binge drinking (M: 25,5%; F:10,4%) e delle consumatrici fuori pasto (F: 39,5%)". Il "binge drinking" per chi non lo sapesse è una nuova moda, importata dal Nord Europa, che identifica l'abitudine di persone che normalmente non bevono alcol, di ingurgitarne una quantità sconsiderata in una sola sera. Un'abitudine chiaramente pericolosissima e devastante per la salute degli interessati.

Ultimo dato che fa accapponare la pelle quello relativo alle morti alcool-attribuibili che in Alto Adige sono calcolate in 7,54 decessi ogni 100.000 abitanti. Un valore di quasi tre volte superiore a quello della media nazionale.

Queste le analisi e queste le cifre relative all'anno 2014. Nulla permette di pensare che la situazione nel frattempo sia migliorata.

Non è la prima volta che da parte di organismi nazionali e internazionali vengono diffuse analisi e stime di questo tipo. In Alto Adige le reazioni sono ormai standardizzate. Indifferenza se non fastidio da parte di una larga fetta dell'opinione pubblica ben salda sulla propria teoria secondo la quale il consumo di alcol è un tratto distintivo e simpatico della cultura locale. Sono le stesse voci che anche in passato si sono levate a protestare contro i controlli definiti asfissianti e ossessivi sull'inosservanza delle regole per la somministrazione di bevande alcoliche nei locali pubblici. Solo l'incidenza sempre maggiore dell'etilismo sugli incidenti stradali ha fatto tacere coloro che nella protesta includevano anche i controlli effettuati lungo le strade. Inutile sottolineare come a consolidare un "comune sentire" di questo tipo sia anche la presenza di settori economici che dalla vendita e dal consumo di bevande alcoliche traggono la propria ragion d'essere e non di rado lauti profitti.

C'è infine un altro tipo di reazione: quella dei professionisti della prevenzione e della lotta contro le devianze, i quali non si stancano di far presente come l'approccio giornalistico alla questione sia in genere superficiale poco produttivo e invitano chi scrive a rispettare la loro esperienza e la loro professionalità.

Tutto vero indubbiamente, ma se fossimo tra coloro che, politici, amministratori e professionisti del settore portano avanti il gravoso compito di combattere in Alto Adige la piaga dell'alcolismo, ci porremmo qualche piccola domanda sul fatto che la nostra provincia continui ad essere vergognosamente in testa certe classifiche, anno dopo anno, nonostante le iniziative intraprese, il denaro profuso, le campagne pubblicitarie.