Politica | Bressanone

Funivia: tutto da rifare?

Un gruppo di tecnici ha esaminato lo “studio Besier” confutandone i risultati. Un colpo di scena che potrebbe riaprire la discussione sulla costruzione di un’opera che continua a dividere la città.
5-stelen_am_beginn_des_st._martin-besinnungsweges.jpeg
Foto: © Oswald Stimpfl

Ieri sera, all’Accademia Cusano di Bressanone, è andato in scena un importante incontro che potrebbe segnare un punto di svolta nell’ormai tormentatissima vicenda inerente il progetto di realizzazione della funiva di collegamento tra la città e la Plose.

Dopo la mancata realizzazione del referendum proposto dalla Giunta al Consiglio comunale, dopo che anche la formulazione alternativa ideata dal comitato proAltvor è stata bocciata, la situazione di stallo poteva essere risolta solo reimpostando nuovamente i termini del dibattito. Gli attivisti contrari al sorvolo della città hanno così incaricato una commissione di sette tecnici al fine di sottoporre a un più approfondito esame metodologico-scientifico il cosiddetto “studio Besier”, vale a dire l’analisi socio-economica che il professionista svizzero aveva redatto per individuare il sito migliore (tra sei possibili) da dove far partire la funivia. Dato che i risultati dello “studio Besier” indicavano questo sito nella stazione ferroviaria, il dibattito successivo si era poi cristallizzato su un aut aut privo di sfumature – stazione sì, stazione no –, lasciando in questo modo evaporare ogni ipotesi alternativa. Per riaprire il discorso occorreva dunque dimostrare che lo “studio Besier” non era risolutivo al fine di eleggere la stazione ferroviaria come unica strada percorribile.

Adottando gli stessi punti di partenza e i criteri posti al centro dello “studio Besier”, i tecnici hanno evidenziato gravi lacune consistenti nella non applicazione di un metodo “multicriteriale”, di norma utilizzato quando ci si trova di fronte ad un processo decisionale complesso. In particolare, il punto più debole sarebbe costituito da una distribuzione troppo omogenea, e in taluni casi persino ridondante, dei “pesi” relativi ai fattori analizzati. A cominciare dall’aver trascurato il rispetto del principio di prevalenza del paesaggio sugli altri valori costituzionali (come per esempio la redditività economica o le opportunità in termini di occupazione). Calibrando in modo diverso l’impostazione metodologica, pur conservando i criteri individuati dallo “studio Besier”, i tecnici sono così riusciti a ribaltare l’esito dell’analisi e a individuare proprio nella stazione ferroviaria addirittura la peggiore soluzione possibile.

La radicale messa in discussione dell’attendibilità dello “studio Besier” potrebbe a questo punto riaprire la partita della funivia? Il sindaco di Bressanone, Albert Pürgstaller, ha ribadito che aver sprecato l’occasione di pronunciarsi con un referendum non implica necessariamente che adesso si debba ripartire da zero. Potenzialmente, così il sindaco, ogni nuovo esame potrebbe infatti portare ad acquisizioni diverse, rendendo in pratica impossibile ogni tipo di decisione. Gli attivisti di proAltvor, al contrario, ritengono che le decisioni, soprattutto se di così ampia portata, non possono ignorare le alternative che lo “studio Besier” aveva con troppa fretta dichiarato perdenti, e auspicano che da qui in avanti ai cittadini venga fornita una maggiore porzione di dati sui quali riflettere.

Aggiornamento: L'assessore alla mobilità, Thomas Widmann, ha presentato oggi con grande tempestività uno studio dell'Istituto di ricerca economica (IRE) della Camera di Commercio nel quale il progetto della funivia è visto come essenziale per "la vita economica e sociale di Bressanone, proprio ciò che rende un investimento del genere un'operazione di ampio respiro".

Vedi anche QUI