Ambiente | Milano-Cortina 2026

Frana a Cortina, esposto in Procura

Gli abitanti della frazione di Lacedel presentano un esposto alla Procura di Belluno per la frana formatasi a monte del cantiere della nuova cabinovia olimpica di Socrepes.
Frana Lacedel, Mortisa, Cortina, Socrepes
Foto: Andrea Gillarduzzi
  • Come anticipato da SALTO, residenti e proprietari di case delle frazioni storiche di Lacedel e Mortisa a Cortina d’Ampezzo, posizionate nelle immediate vicinanze della costruenda stazione d’arrivo della cabinovia Apollonio–Socrepes per i Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026 hanno depositato lo scorso giovedì (11 settembre) un esposto presso la Procura della Repubblica di Belluno, con l’assistenza degli avvocati Primo, Andrea e Alessandro Michielan di Treviso.

    Nell’esposto vengono ipotizzate responsabilità penali ai sensi degli articoli 426 e 449 del Codice penale (ovvero disastro e frana colposa) oltre a violazioni del D.Lgs. 81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro, evidenziando l’assenza di un piano unitario di sicurezza per cantieri interferenti e la mancata ottemperanza alle prescrizioni del decreto di compatibilità ambientale regionale.

  • I ricorsi al TAR e lo smottamento

    I residenti avevano già presentato tre ricorsi al TAR Lazio, anche a riguardo dei rischi idrogeologici relativi alla costruzione della cabinovia olimpica e alla sovrapposizione dei cantieri, la cui udienza di merito è fissata per il prossimo 29 ottobre "ma sono stati costretti alla denuncia per la tutela dell’incolumità privata e pubblica a seguito del fatto sopravvenuto, verificatosi tra il 29 e il 30 agosto e cioè una frattura, formazione di frana, di oltre 30 metri di lunghezza su un versante posto in località Socrepes a monte dell’abitato di Lacedel", scrivono i ricorrenti in una nota.

  • I tre cantieri sul versante di Lacedel-Mortisa a Cortina d'Ampezzo: due cabinovie (Lacedel-Socrepes e Apollonio-Socrepes) e un nuovo ski bar. Foto: Andrea Gillarduzzi
  • "La frattura – prosegue ancora il comunicato – inizialmente mostrava una apertura di circa 30 cm al piano campagna, mentre il terreno immediatamente a valle risultava visibilmente abbassato di oltre 30 cm. Il fenomeno si è ampliato nei giorni successivi e la frattura si è allungata fino a oltre 40 metri, con un abbassamento superiore ai 50 cm del terreno". Contestualmente è stata rilevata anche "la deformazione del muro di contenimento in cemento armato del cantiere adiacente a quello della stazione di arrivo della cabinovia Apollonio/Socrepes “Ski Bar Ria de Saco – Kraler” attualmente in costruzione, a conferma di un movimento franoso profondo e non superficiale che coinvolge l’intera lunghezza del pendio.

  • I tre cantieri

    Il pendio interessato dalla frana si colloca in prossimità di tre cantieri: la cabinovia Apollonio–Socrepes (opera olimpica B09.0 – SIMICO S.p.A.), lo Ski Bar Ria de Saco (di Franz Kraler & Co. s.a.s) e la nuova cabinovia SEM 243 Lacedel–Socrepes (di ISTA S.p.A.). Inoltre, durante la primavera/estate 2025, era stata modificata la topografia della pista da sci denominata “H.1.35 Campo Scuola Baby” sempre di competenza della società ISTA S.p.A., nella zona a monte del Ski Bar Ria de Sacco alla base del versante.

  • La natura della frana

    La frattura e la formazione di una frana, sul versante dove è posizionata la cabinovia olimpica (con trasporto di 2.400 persone all’ora), è considerata dagli esperti tecnici incaricati dagli abitanti della zona "di importante gravità e costringe i residenti alla denuncia per la tutela dell’incolumità privata e pubblica". Secondo la relazione tecnica del professore Eros Aiello, ricercatore e geologo del Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena, l’accertato sbancamento sarebbe stato eseguito senza le doverose indagini geotecniche in un ambiente “a rischio frana” e senza le previe “opere di presidio” per il consolidamento del versante, già instabile, generando un fenomeno franoso retrogressivo importante su un’area, già classificata dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) come zona a rischio elevato.

  • La frana vista dal drone lo scorso 1 settembre: a destra lo scavo aperto "privo di lavori di sostegno del versante" per la cabinovia Cortina–Socrepes, a sinistra lo scavo supportato da un muro di sostegno palificato per la ricostruzione dello “Ski Bar Ria de Sacco”. In alto a sinistra è visibile la frattura formatasi sul versante, parzialmente ricoperta da teloni di plastica gialla. Foto: Andrea Gillarduzzi
  • La frana minaccia direttamente le abitazioni del villaggio di Lacedel, garage interrati, servizi e la viabilità della S.R. 48, con rischio concreto per la pubblica incolumità. I residenti e i loro legali chiedono "che le Autorità competenti dispongano l’immediata sospensione dei lavori e la messa in sicurezza del versante, con monitoraggi e consolidamenti preventivi".

  • Il caso Livigno

    La gravità della situazione di Cortina trova un parallelo in quanto accaduto a Livigno, dove la Procura di Sondrio ha disposto in questi giorni il sequestro del cantiere della nuova pista da sci destinata a ospitare gare di Coppa del Mondo, contestando carenze autorizzative e irregolarità nelle prescrizioni ambientali e di sicurezza. "Questo ulteriore intervento della Magistratura conferma la necessità che tutte le opere connesse ai grandi eventi sportivi rispettino rigorosamente le normative vigenti, ponendo la tutela del territorio e della pubblica incolumità al di sopra di ogni interesse acceleratorio o commissariale" conclude il comunicato dei residenti di Lacedel e Mortisa.