Società | Dossier Immigrazione 2013

Jabbar: occorre promuovere la partecipazione degli stranieri

Il sociologo auspica un maggior coinvolgimento degli immigrati e l'istituzione di 'tavoli civici' nei quartieri. Ius Soli: società civile più avanti della politica.

"Oggi la vera priorità non sta tanto nella rappresentanza politica degli stranieri,  quanto nella loro partecipazione alla vita pubblica, per promuoverne senso di appartenenza." Il sociologo di origine irachena Adel Jabbar va subito al dunque commentando i freschi risultati del Dossier Statistico sull'Immigrazione 2013

Il dossier - presentato in provincia dall'assessore Roberto Bizzo con il supporto del direttore della ripartizione lavoro Helmuth Sinn - riporta una serie di dati molto interessanti. Da un lato si indica qual è la consistenza della comunità dei 'nuovi cittadini' ma dall'altro - aspetto ancora più importante - viene dato un volto al cambiamento sostanziale che tale presenza sta determinando nella nostra società. Basti pensare al fatto che i minori di origine straniera in Italia oggi sono più di 1 milione e costituiscono l'8,8% della popolazione scolastica italiana. Ancora più significativa è l'incidenza sui nuovi nati, che nel 2012 ha raggiunto il 14,9%, mentre ed il livello oggettivo d'integrazione è rivelato anche dalla percentuale di matrimoni misti, schizzato negli ultimi mesi all'8,8% del totale. 

In occasione della presentazione del dossier sono stati anche individuati i principali bisogni di pari opportunità che riguardano oggi gli stranieri residenti. Oltre ai diritto di voto amministrativo è stata quindi segnalata come primaria necessità anche la revisione normativa relativa al diritto di cittadinanza. E grande  importanza rivestono oggi - si afferma nel dossier - anche il bisogno di una maggior cura di linguaggio nei media e specifici investimenti nelle politiche di integrazione. 

"Non possiamo in ogni caso sederci ed aspettare il cambiamento delle leggi o del linguaggio del mondo dell'informazione. Basta alibi: occorre agire subito per promuovere l'integrazione". Adel Jabbar rincara al dose: "mancano i luoghi in cui gli stranieri possano coinvolgersi per promuovere i cambiamenti che li riguardano direttamente, e le consulte immigrati dei comuni hanno dei grandi limiti". 
Ci vogliono dunque nuovi meccanismi di partecipazione e promozione della democrazia, puntando - dice Jabbar - "a coinvolgere sempre più immigrati nella vita pubblica". 
Per il sociologo ad esempio si dovrebbero innanzitutto "creare dei tavoli civici nelle circoscrizioni, aperti a tutti i residenti, partendo dai temi concreti dei quartieri". 

Quando l'integrazione non funziona spesso sfocia nella discriminazione. Ed a questo proposito in occasione della presentazione del dossier è stato annunciato che è in provincia è in corso di istituzione un nuovo Ufficio Antidiscriminazioni
"Più che realizzare un nuovo osservatorio - segnala a questo proposito Jabbar - "in realtà si dovrebbe subito agire sulle cause della discriminazione". "Se viene costituito l'Ufficio infatti vuol dire che vi è la consapevolezza dell'esistenza della discriminazione". 

Infine lo Ius Soli: il Dossier Immigrazione 2013 afferma che il 72% dei cittadini italiani è favorevole all'acquisizione della cittadinanza per gli stranieri nati in Italia. Risulta quindi del tutto evidente che il deficit legislativo in merito sia responsabilità dei filoni della politica che costruiscono il proprio consenso proprio contrapponendosi all'integrazione. 
"Oggi il diritto di voto è garantito a persone residenti all'estero che non vivono in Italia e non parlano più l'italiano, ma è negato invece a maggiorenni nati in Italia da famiglie con background migratorio". "Si tratta di una legislazione pre-moderna" rileva in merito Adel Jabbar, auspicando uno scatto d'orgoglio nel nostro paese che possa consentire a gran parte della sua attuale (e prossima) forza lavoro di sentirsi finalmente a casa. 
Con tutti i diritti e i doveri che ciò comporta.  

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Sabina Frei Gio, 11/14/2013 - 08:49

Pienamente d’accordo con Jabbar, la partecipazione ha bisogno di spazi e si sviluppa attorno a bisogni che le persone che vivono nella stessa area o che condividono determinate condizioni di vita esprimono e per i quali cercano anche delle risposte condivise.
Il compito fondamentale delle istituzioni in questi processi è creare le condizioni affinché tutte e tutti possano realmente partecipare. E questo compito non si esaurisce nel convocare dei tavoli o organizzare delle riunioni civiche. Vuol dire entrare in una logica diversa, capire, per esempio, che le soglie di accesso non sono uguali per giovani, anziani, donne, uomini, persone che vivono in un quartiere da molti anni o da pochi, che hanno lingue, culture, storie di vita diverse…
La Rete per la Partecipazione/Netzwerk Partizipation vuole affrontare questo tema in un convegno dal titolo “Dare voce alle cittadine e ai cittadini! Partecipazione nei comuni rurali.” che avrà luogo venerdì 22 novembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso la sala rappresentanza del comune di Bolzano. http://gemnova.net/613/php/mitreden__mitentscheiden,61,1218.html
Speriamo di vederci in molti/e!

Gio, 11/14/2013 - 08:49 Collegamento permanente
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gentiana minga Gio, 11/14/2013 - 11:31

Insistendo il diritto di voto come una immediata presa conoscenza da parte della popolazione straniera,concordo che sarebbe stato un passo evolutivo e ben più che realizzabile creare quello quanto consiglia Adel Jabbar “dei tavoli civici … aperto a tutti i residenti!” . Questo giusto per non continuare a creare ufficio su uffici per discriminazioni che in per se non risolvono chi sa che. Del resto le guerre contro le discriminazioni si fanno tramite inclusione civica,tramite presa di coscienza da parte della popolazione di immigrati. Lo sociologo Adel Jabbar ha buttato in tavolo una idea- progetto che vale la pena di portarla avanti. Se non viene accesso a tutte le persone (straniere o no) la partecipazione civica,anche intorno ad un tavolo, è già in per se un discriminazione su discriminazione. Per quanto a Ius Solis , mi limito a dire che nel negare maggiorenni stranieri il diritto di essere cittadini italiani e via seguendo il diritto di voto, vale dire che l’Italia de jure approccia il suffragio universale,ma di fatto quello ristretto .

Gio, 11/14/2013 - 11:31 Collegamento permanente