“Si è fatto quello che si poteva fare”
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"Anche noi vogliamo favorire la continuità sia nella produzione siderurgica ma anche soprattutto per quanto riguarda l'impiego, e lo stiamo facendo nei limiti e nei margini che la normativa europea, statale e locale ci lasciano". Lo ha detto a SALTO il presidente della Provincia Arno Kompatscher commentando la decisione della Regione Veneto di costituirsi in giudizio a fianco delle Acciaierie Valbruna nel ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il bando di gara.
Con il bando che, attraverso una gara pubblica dal valore di quasi 150 milioni di euro, assegnerà il diritto di superficie per i prossimi 50 anni sull'area attualmente occupata dalle Acciaierie, "si è fatto quello che si poteva fare e siamo anche convinti di averlo impostato bene", continua Kompatscher. "Ciò nonostante - precisa - cogliamo tutti i suggerimenti, tutti i rilievi che sono fatti: abbiamo già dato l'incarico alla nostra avvocatura di valutare ciò che è arrivato e poi di farci una relazione. Intanto c'è eventualmente tempo di intervenire se fosse necessario, però per ora non ci sono gli elementi".
“Abbiamo già dato l'incarico alla nostra avvocatura di valutare ciò che è arrivato e poi di farci una relazione”
Le affermazioni del Landeshauptmann confermano che, sul caso Valbruna la Provincia intende tirare dritto e proseguire con il bando di gara. Nonostante le pressioni politiche del Governo italiano, che ha riconosciuto l'importanza strategica delle Acciaierie Valbruna, la mobilitazione di alcuni ministri e, ora, la scelta della Regione Veneto, l'amministrazione altoatesina rimane convinta della propria scelta.
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La Regione Veneto ha sottolineato di essere parte direttamente interessata dagli effetti economici, industriali e occupazionali derivanti dalle determinazioni adottate dalla Provincia di Bolzano. "Tali effetti - ha scritto la Regione in una nota - sono dovuti al fatto che lo stabilimento di Vicenza, con i suoi 1.216 dipendenti (a cui vanno aggiunti quelli dell’indotto), risulta funzionalmente dipendente da quello di Bolzano (che ne conta altri 564) e una eventuale espulsione dell’impresa dai compendi industriali bolzanini comporterebbe, come dichiarato dall’azienda, la cessazione dell’attività produttiva in entrambi gli stabilimenti". La presa di posizione del Veneto, per il segretario della Fiom/Cgil Alto Adige, Marco Bernardoni, rappresenta "l’ennesima conferma che quel bando non vada bene e che quindi avevamo ragione noi sindacati che sin dall’inizio ne abbiamo chiesto il ritiro".
“Ora che la perizia è stata formalizzata non è possibile rivederla al ribasso senza l’intervento di un giudice”
Allo stesso tempo, il vicepresidente Marco Galateo - che prima ha proposto in Giunta provinciale il bando di gara e poi ha chiesto di ritirarlo - auspica che Valbruna partecipi al sopralluogo del terreno, per il quale le iscrizioni scadono domani. "Fratelli d’Italia - evidenzia Galateo a SALTO - si sta adoperando in tutte le sedi opportune in Provincia di Bolzano, ma anche in Veneto e in Parlamento e, ovviamente, nel governo per tutelare il sito produttivo del capoluogo e la continuità occupazionale nel pieno rispetto delle norme sulla concorrenza. Mi auguro che Valbruna deciderà di partecipare al sopralluogo obbligatorio, condizione necessaria per poter partecipare alla gara entro il termine del 15 gennaio".
Il Vicepresidente sottolinea l'impossibilità di abbassare il costo del diritto di superficie, fissato a quasi 150 milioni di euro: "Il punto centrale che secondo la proprietà non dà soddisfazione economica al bando è la perizia ritenuta secondo loro troppo alta. Ora però che la perizia è stata formalizzata, uscita dall’assessorato al patrimonio, non è possibile rivederla al ribasso senza l’intervento di un giudice che ne determini un errore nella forma o nella sostanza".
"Il bando dà la possibilità di garantire la cosiddetta continuità produttiva semplicemente partecipando al bando"
Sulla stessa linea anche l'assessore al catasto Christian Bianchi: "Faccio un appello alla proprietà della Acciaieria Valbruna, alla famiglia Amenduni, di fare il sopralluogo e di manifestare l’interesse. Il bando dà la possibilità di garantire la cosiddetta continuità produttiva semplicemente partecipando al bando. Questo è un atto di significativa fiducia anche nei confronti dei dipendenti, che aspettano un segno, una conferma, che a questo punto l’azienda, e solo l’azienda, può dare".
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Ben altri portatori di interesse hanno pesato, evidentemente, per non pensare peggio.