La vera scuola bilingue italiana-tedesca si trova a München?
È intitolata a Leonardo Da Vinci la Bilinguale deutsch-italienische Schule di München, che ha sede ad Obersendling, un sobborgo della zona sud est della capitale bavarese.
Il progetto della scuola è partito 3 anni fa, sulla scia di un lavoro molto articolato elaborato partendo da esperienze raccolte nell'ambito delle scuole europee che in varie località dell'Unione servono le famiglie dei dipendenti della comunità europea. La scuola, privata ma con ottime probabilità di essere presto riconosciuta sia in Germania che in Italia, presenta due sezioni parallele, al moment due prime e due seconde, una italofona ed una tedescofona, che sono state concepite seguendo le idee più avanzate in tema di scuola plurilingue.
Il progetto della scuola bilingue di München è stato sviluppato anche grazie alla partecipazione dell'insegnante bolzanina Laura Immovilli, che può vantare una preparazione multidisciplinare essendo anche musicista ed avendo inoltre ottenuto la qualifica di insegnante di sostegno.
• Laura Immovilli, qual è l'impostazione che avete scelto per la vostra scuola bilingue?
In origine avevamo pensato di proporre la L2 (seconda lingua) nelle materie più facili, cioè musica, arte e sport. Questo perché nel primo anno di scuola il bambino deve avere un'alfabetizzazione unica, altrimenti si fa solo confusione.
Però svolgendo solo quelle lezioni in L2 il Kultusministerium ci ha fatto notare che la suddivisione delle materie per lingua non sarebbe stata al 50%. Abbiamo allora riadattato il programma. Che comunque prevede anche l'inserimento della L3 (inglese) a partire dalla terza.
• Come funzianano le due sezioni parallele?
In una i bambini vengono di base alfabetizzati in italiano (sezione italofona) e nell'altra in tedesco (sezione tedescofona). Nel primo periodo per la L2 si propone un approccio orale e ludico. La suddivisione delle materie prosegue con il medesimo schema per tutto il percorso delle elementari, che in Baviera dura 4 anni. Ma abbiamo previsto che alle medie, che qui si chiamano ginnasio, i bambini delle due sezioni possano ricongiungersi in un'unica classe.
Nelle due sezioni del percorso di elementari gli insegnanti programmano gli stessi argomenti, per poter lavorare in modo speculare.
• Chi vi ha sostenuti nella predisposizione didattica del percorso scolastico?
Soprattutto l'università di Passau, anche se negli ultimi tempi sono stati stabiliti contatti anche con l'area pedagogica della Sovrintendenza scolastica italiana di Bolzano.
• Lei com'è arrivata a Monaco di Baviera?
Sono stata comandata dal ministero degli affari esteri ed ho lavorato 9 anni nella cosiddetta scuola europea: 3 anni a Karlsruhe e poi 6 anni a Monaco di Baviera. La frequenza alla scuola europea è riservata ai figli dei dipendenti della comunità europea. A Karlsruhe le famiglie lavorano in un centro di ricerca nucleare, a Monaco invece si trova l'ufficio europeo dei brevetti, mentre a Lussemburgo e Bruxelles naturalmente ci sono i parlamentari. La scuola europea ha lo scopo di garantire ai figli ai dipendenti una formazione nella madrelingua.
• Alla scuola europea chiedono di iscriversi anche figli di non dipendenti dell'Unione?
Sì. Tutti gli anni agli esami di ammissione si presentavano numerose altre famiglie che chiedevano di accedere alla scuola. Ci siamo allora domandati per quale motivo una città come Monaco di Baviera, dove la popolazione immigrata di origine italiana è numerosissima e viene subito dopo quella turca, non vi fosse un'offerta scolastica adeguata.
• Sono così tanti gli italiani a München?
Tantissimi, e moltissimi sono arrivati sulla scia della crisi, appoggiandosi ai parenti anche se non hanno un lavoro.
• Naturalmente per loro però non avete pensato ad una scuola solo italiana...
Il nostro scopo è quello di integrare gli italiani nella comunità tedesca. Se avessimo creato una scuola italiana li avremmo isolati. Insegnando nella scuola europea le nostre menti si sono aperte, in quanto abbiamo lavorato con insegnanti di tutta Europa. Abbiamo incontrato tecniche didattiche a noi prima sconosciute, anche se almeno in una cosa abbiamo scoperto che gli italiani sono all'avanguardia.
• In cosa?
Nell'inclusione di bambini con difficoltà. E molte delle famiglie italiane che chiedevano l'iscrizione alla scuola europea avevano proprio questo problema.
• Quali sono in sintesi le caratteristiche peculiari della vostra scuola?
La scuola è 1) bilingue perché basata sull'integrazione e la conoscenza delle due culture. Poi è 2) a tempo pieno per rispondere alle esigenze di molte famiglie per le quali è un vero problema il fatto che nelle elementari bavaresi nell'orario di base i bambini escono da scuola prima delle ore 12. Normalmente i bimbi vengono messi in doposcuola chiamati Hort che però non li seguono assolutamente dal punto di vista didattico. Il terzo nostro punto di forza 3) è proprio l'inclusione dei bambini con difficoltà. In Baviera in questo campo sono molto indietro, hanno sempre avuto le Sonderschulen.
• La vostra scuola è molto aperta ed inclusiva, però è privata. E quindi esclude a priori le famiglie che non se la possono permettere.
Già. Infatti noi volevamo proporre una scuola pubblica. Solo che per il momento - e per motivi economici - lo stato italiano ci ha potuto solo promettere un futuro riconoscimento. Dunque al momento le famiglie pagano una retta, anche se abbiamo alcuni casi in cui alle famiglie a garantire una borsa di studio. Insomma: cerchiamo di andare incontro a quelli che possiamo.
• Il consolato italiano a Monaco vi ha aiutato?
Abbiamo avuto sostegno, ma niente fondi. Ma almeno il console ci ha aiutato a trovare gli sponsor.
• Quali sono gli sponsor?
Innanzitutto Audi. Poi HypoVereinsbank, Unicredit, Eni Deutschland. In tutte queste aziende abbiamo referenti italiani.
• E la scuola pubblica bavarese non vi aiuta?
Per i primi 2 anni no. Inizierà a darci un sostanziale contributo a partire dal terzo anno. Abbiamo comunque il riconoscimento dei programmi da parte del Kultusministerium.
• Che caratteristiche ha il vostro programma scolastico?
È una sorta di sintesi tra quello italiano e quello bavarese, nell'ottica di ottenere prima possibile il riconoscimento da entrambi i paesi. Veniamo sottoposti anche a controlli ed ispezioni. Perché l'obiettivo è quello di fornire una formazione di qualità, con respiro europeo e bilingue. Nell'interesse di tutti.