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Dalle epidemie di emorroidi al covid

In un divertente excursus Sandro Ottoni ricostruisce la storia del nostro approccio alle malattie epidemiche tra complotti, alieni e dei gelosi.
Trionfo della morte
Foto: Anonimo

Scorrere i commenti sotto i post o i video a tema covid sul web può essere sufficiente a farsi un’idea di quanto, anche in un mondo dominato dal progresso tecnologico e scientifico, le teorie più fantasiose e assurde attecchiscano con facilità. Insomma dalle bibliche epidemie di emorroidi ai complotti alieni la distanza non è poi molta. Imbarazzante, per una società che ha la presunzione di poter spiegare – quasi – tutto.
Delle paure umane, dei miti, preconcetti e sviste madornali che nel corso della storia hanno caratterizzato l’approccio alle malattie epidemiche parlerà il 17 dicembre alle ore 18.30 Sandro Ottoni, giornalista e scrittore, accompagnato dalle musiche di Mauro Franceschi eseguite da INPUT Jack Orchestra. Questo particolare concerto/conferenza dal titolo “Dagli Dei gelosi ai germi invisibili” promosso dalla Scuola di musica Vivaldi, si propone di ricostruire attraverso la lettura di testi storici e letterari e di documenti pittorici, la storia dell’approccio alla malattia epidemica e i suoi rimedi.

 

Salto.bz: Quali sono i malintesi più strani o divertenti rispetto alle malattie epidemiche in cui si è imbattuto nella sua ricerca?

Sandro Ottoni: Nelle fonti storiche e letterarie si trovano una quantità di assurdità sulle le cause o sulle cure delle epidemie. Di fronte a un fenomeno così spaventoso e incomprensibile, l’immaginazione si scatena, si alimenta di superstizioni e associazioni magiche e produce quelle bizzarrie che a noi moderni paiono così ridicole. Nella Bibbia ad esempio troviamo numerose descrizioni di pestilenze, vaghe e strane, fino ad arrivare alla mano di Dio che si impone sui Filistei e li devasta con… emorroidi. La cura – ancora più improbabile – consiste nel fondere in oro figurine a forma di emorroidi e offrirle in sacrifico a Dio. Così almeno si legge nella Bibbia che dicono più diffusa al mondo: la versione inglese di re Giacomo. In altre versioni si traduce con “bubboni”, ma è significativo che ancora nel Seicento si considerasse normale l’idea di un’epidemia di emorroidi.
Quando cominciò a svilupparsi il pensiero laico e naturalistico, i contagi furono attribuiti non più agli dei quanto a veleni misteriosi diffusi nell’aria. La teoria non è del tutto peregrina, vari contagi come sappiamo si trasmettono così, certo non tutti e certo non si tratta di veleni. Ma ci sono voluti quasi duemila anni per riconoscere nei microrganismi le cause delle malattie infettive, questo mi sembra soprattutto strano e assurdo.

 

 

Quali sono invece secondo lei i malintesi più comuni o più pericolosi oggi rispetto alle malattie epidemiche?

Purtroppo direi che sono gli stessi di sempre. La paura pretende risposte immediate e facili: si tratta di trovare dei colpevoli. Che sia la vendetta divina o il complotto dei nemici, delle multinazionali sanitarie, dei governi, degli alieni o degli untori, la risposta paranoica e la ricerca del capro espiatorio sembra essere ancora la più comoda. La peste nera del Trecento provocò decine di pogrom in tutta Europa e migliaia di ebrei, accusati di essere untori di peste per conto del maligno, furono espulsi dalle città, rapinati, torturati o messi al rogo. Ancora oggi nei social no-vax, ad esempio, tra le cause più gettonate del corona-virus c’è quella del complotto ebraico.

 

Se dovesse immaginarsi degli scenari futuri come pensa che vivremo nei prossimi 10 -15 anni? Crede che sia possibile alla luce di quello che sta succedendo ora fare una previsione sensata?

Nei prossimi anni … spero meglio. Difficile fare previsioni comunque, chi antivede più che altro stravede. Quello che sta accadendo ora, secondo me, non è altro che l’ennesimo contagio che colpisce la nostra specie, un contagio con conseguenze tutto sommato minori in realtà se confrontiamo le cifre odierne alle devastazioni immani che le epidemie hanno prodotto nella storia umana. Penso che occorra più fiducia negli strumenti medici che sono stati messi a punto nei secoli, dopo tanti errori e tanta fatica, ma anche più capacità comunicativa e trasparenza da parte della sanità nel motivare il proprio operato. Meno fiducia ho nella nostra volontà di intervento sulle origini delle malattie infettive, dovute nella grande maggioranza dei casi al rapporto squilibrato tra esseri umani e animali, e alle devastazioni ambientali che causano la fuoriuscita degli agenti patogeni dai loro habitat naturali. Mi sembrano questi i nodi da affrontare e sui quali si devono giocare le scommesse per il futuro

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Paesano Laivesotto Mar, 12/14/2021 - 18:56

La fiducia negli strumenti medici, messi a punto nei secoli, deve andare di pari passo con la massima trasparenza da parte di coloro che gestiscono la sanità e motivano il proprio operato; a mio avviso risulta più d'interesse l'aspetto economico che quello della salute pubblica.

Mar, 12/14/2021 - 18:56 Collegamento permanente