Ambiente | Indagini

Sequestrati biofertilizzanti contaminati

Coinvolte due aziende altoatesine di Renon e Lasa. I Carabinieri sono intervenuti su oltre 500 sacchi destinati al mercato biologico, rischi per ambiente e salute.
indagini fertilizzanti
Foto: SALTO
  • Sono oltre 500 i sacchi di fertilizzante sequestrati dall’arma dei carabinieri questa mattina nelle Province di Trento e Bolzano. Per il Giudice delle Indagini preliminari di Bolzano si è reso necessario il sequestro preventivo dei prodotti delle due aziende altoatesine di Renon e Lasa perché, oltre a rappresentare una violazione delle normative europee, potrebbero costituire un rischio per la salute. 

    Le aziende coinvolte sono Bioenergie Termocentrale Renon Soc. Coop. di Renon e Laaser-Eyrser- Energiegenossenschaft, abbreviato Leeg, con sede a Lasa in Val Venosta. Le ditte sono oggetto di un’indagine condotta dal nucleo operativo ecologico di Trento in collaborazione con la Procura di Bolzano partita già nell’ottobre 2021 da una serie di controlli effettuati dall’arma territoriale che hanno rilevato delle anomalie. È poi stata avvisata la Procura ed infine il GIP ha concesso il sequestro preventivo questa mattina in Alto Adige e Trentino. Sono stati indagati i quattro amministratori delegati delle due aziende coinvolte, che allo stato sono chiamati a rispondere del reato di "gestione illecita di rifiuti”. 

    Le indagini sono state effettuate presso alcuni impianti di cogenerazione dell'Alto Adige, che si occupano della produzione contemporanea di energia meccanica e di calore, presso LEEG a Lasa. Le analisi hanno consentito di accertare che le ceneri decadenti dai processi di pirolisi/gassificazione, anziché essere smaltite come rifiuto venivano in parte utilizzate in un impianto di compostaggio di Renon ed impiegate per produrre fertilizzanti per l'agricoltura biologica dall’azienda Bioenergie Termocentrale Renon. Gli accertamenti hanno evidenziato come all'interno delle ceneri, commercializzate come char o biochar, si concentrino dei contaminanti, alcuni dei quali solubili in acqua, dei quali la normativa europea vieta l'utilizzo in agricoltura

    I prodotti, ottenuti attraverso la miscelazione del char con rifiuti compostati verdi e letame, una volta insacchettati venivano venduti al dettaglio come "Terra Preta" attraverso i Consorzi Agrari presenti in Trentino-Alto Adige. Le confezioni di "Terra Preta", del peso di 20 chilogrammi, venivano vendute al costo di 25,00 euro l'una

  • Il tenente colonnello Enrico Risottino, comandante della Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Venezia.: Conferenza stampa del 13 dicembre presso il Comando dei Crabinieri di Bolzano. Foto: SALTO

    “Stiamo facendo una serie di verifiche per capire se questi inquinanti possono rappresentare un rischio per la salute” afferma il tenente colonnello Enrico Risottino, comandante della Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Venezia che si occupa del coordinamento delle indagini in materia di reati ambientali in Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. “Bisognerà anche capire se si renderà necessario bonificare i terreni in cui si è utilizzato questo fertilizzante o se basterà riporre particolare attenzione nella coltivazione”. 

  • Circa 60 carabinieri hanno provveduto al sequestro preventivo presso il Consorzio agricolo di Bolzano questa mattina e presso tutti i punti vendita che commercializzano questo prodotto per bloccarne la diffusione. Lo scopo è quello di evitare che si possano ulteriormente inquinare i terreni in attesa che venga fatta luce sulla portata del danno all’ambiente e di quello possibile alla salute. Per ora i Carabinieri si sono concentrati cui circa 30 punti vendita che stanno ispezionando, è possibile però che i prodotti siano stati spediti anche oltre Regione e che sia necessario estendere i sequestri, al momento sono effetuate verifiche sulle bolle di spedizione.