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Politica | Leggi elettorali

La smania per le leggi elettorali

L'insana passione italiana per le regole elettorali è destinata a finire.

Confermato il presidente uscente della repubblica, si riapre puntualmente il dibattito sulle prossime elezioni tra circa un anno. Un argomento che - come osserva l'economista Tito Boeri - riapre anche "la saga del sistema elettorale, che in Italia è considerata alla stregua di una legge qualsiasi, da cambiare ogni due anni a seconda dei sondaggi e delle fibrillazioni nelle coalizioni". In Italia le leggi elettorali rispecchiano la perenne instabilità politica del paese. In Gran Bretagna, in Francia, in Svizzera e in altri paesi i sistemi elettorali sono in vigore da oltre 100 anni e a nessuno verrebbe in mente di toccarli.

In Italia succede l'esatto contrario: in pochi anni queste regole sono state modificate sei volte - un'assoluta anomalia ed un record poco invidiabile per un paese democratico. Come era prevedibile, questi cambiamenti non hanno risolto nessun problema nè hanno garantito la governabilità. 

In Italia succede l'esatto contrario: in pochi anni queste regole sono state modificate sei volte - un'assoluta anomalia ed un record poco invidiabile per un paese democratico. Come era prevedibile, questi cambiamenti non hanno risolto nessun problema nè hanno garantito la governabilità. Anzi, hanno creato nuovi guai politici. Da tempo i cittadini si sono stufati di seguire l'avvicendamento delle leggi dai nomi latineggianti come Mattarellum, Porcellum, Consultellum, Italicum o Legalicum. All' Italia spetta addirittura il primato di aver varato una legge elettorale mai applicata - cioè l'Italicum. Avrebbe dovuto riguardare la camera dopo l'abolizione del senato prevista dalla riforma costituzionale voluta del governo Renzi e dichiarata incostituzionale dall' alta corte. La frenetica corsa ai sistemi elettorali a un certo punto ha portato a 31 proposte diverse presentate alla commissione affari costituzionali. Eppure l'analisi sembra semplicissima: l' Italia è un paese che in 75 anni di storia ha bruciato quasi 70 governi. Il più breve è stato il governo Andreotti 1 durato appena un giorno. Avrebbe quindi bisogno di un sistema elettorale che garantisca stabilità e governabilità. Un sistema cioè con il quale si sappia la sera del voto chi guiderà il paese per i successivi cinque anni. Ma i partiti italiani non gradiscono nulla di così razionale. 

 

Attualmente in Italia è in vigore il Rosatellum, un misto di collegi uninominali e di proporzionale con soglie di sbarramento che si applicano, con valori diversi al voto nazionale e regionale, del quale i politologi Boeri e Perotti sostengono, che "non più di un centinaio di persone in tutta Italia possano spiegare come funziona. Confrontate con il sistema francese: in ogni circoscrizione se un candidato prende più del 50 per cento dei voti viene eletto subito, altrimenti si va al ballotaggio tra i primi due."

La storia surreale delle leggi elettorali inizia con la famigerata legge Acerbo del 1923, emanata per volontà di Mussolini per garantire al partito nazionale fascista una maggioranza massiccia in parlamento. E finisce (per ora) con il Rosatellum, che porta il nome di Ettore Rosato - un parlamentare eletto nelle liste del Partito Democratico per passare poi in compagnia di Renzi e altri nelle file di Italia viva, partito che non figurava su nessuna scheda elettorale perchè fondato dopo le elezioni. 

Ora la legge elettorale cambierà per l'ennesima volta. Motivo: il taglio dei parlamentari che passeranno dagli attuali 945 a 600 - 400 deputati e 200 senatori. Ci saranno 4 milioni di nuovi elettori perchè in futuro anche i 18-enni potranno eleggere i senatori. Finalmente una riforma sensata. Speriamo che sia l' ultima.