Da un posto all'altro
Benno Simma si trasferisce. Architetto, designer, musicista, artista e fotografo, Benno Simma chiude quello vecchio, affacciato sul fiume Isarco a nord di Kampill, e apre in questi giorni il suo nuovo atelier in via Cesare Battisti a Bolzano.
E porta con sé l'universo delle sue creazioni.
Nell'inevitabile disordine del trasloco, tra gli oggetti, i mobili e dipinti che trovano, mano a mano, posto nel nuovo spazio, emerge una panca che per forma e colori riprende l'utopica città del CD „Welcome to Lovetown“ realizzato da Benno Simma nel 2015, dove il rock sperimentale si mischiava ancora una volta alla poesia, con anche un testo di Norbert C. Kaser.
Graficamente la „Lovetown Chair“ riproduce la copertina di quell'album, con la mappa circolare di un'ipotetica città, dove si incrociano la via degli Amanti, con la piazza del Cuore, il vicolo dei Baci, e i nomi di tutte le strade hanno a che fare con l'amore.
Nel caos transitorio dello spazio fisico dell'atelier, e anche metaforicamente nello spazio più grande che lo circonda, la sagoma perfettamente rotonda della „Lovetown Chair“, appare quasi come un approdo possibile, gentile.
La gentilezza è uno degli stilemi riconoscibili nell'arte di Benno Simma. Quasi una pìetas innata che accompagna la sua poetica, per certi versi espressionista, quando nei disegni deforma crudemente i tratti dei ricordi, nei visi e corpi di persone incontrate o immaginate. E in quell'angolo, nel contrasto tra ordine e disordine, tra piacere e dolore, tra accettazione e rivolta, tra il bene e il male forse, tra parola e immagine, si annida tenace la poesia.
Di testi e disegni Benno Simma ha riempito innumerevoli tacquini da viaggio tascabili, esposti in parte in una mostra a Egna qualche anno fa. Catalogati acribicamente in ordine cronologico sono riposti ora in due valige vintage e testimoniano di altrettanto innumerevoli viaggi intrapresi negli anni. Un'attività quasi compulsiva, fino a poco tempo fa, quella di viaggiare e di disegnare, di tenerne traccia in impressioni uniche e originali.
Con lo stesso sguardo disincantato e attento, Benno Simma osserva e fotografa il paesaggio e gli umani che lo attraversano, sia in luoghi esotici lontani, dall'India al Messico e il Brasile - „Quest'ultimo mi ha colpito molto“, ricorda „ci andai per tenere un workshop di design a Sao Paulo nel 2010 e 2011“ - o anche nella stessa Heimat, sotto casa.
Uno sguardo forgiato dagli studi di architettura all'università IUAV di Venezia, dai successivi anni di lavoro a Milano e Roma e poi con il ritorno in Sudtirolo, dove era nato, e dove ha anche fondato nel 1998 l'Accademia di design, nella fase embrionale di quella che sarebbe diventata la facoltà di design e arti della Libera università di Bolzano. E ancora dall'esperienza di docente di design all'università di Innsbruck, ma anche dal costante impegno civile, fin dagli anni delle lotte studentesche.
Tutto per Benno Simma diventa fonte d'ispirazione per nuove contaminazioni creative, da trasmettere agli studenti, quando vestiva il ruolo di docente, oppure direttamente trasformate negli stessi oggetti di design che ha ideato, fatti spesso di elementi modulari che si compongono e scompongono a piacere, come in un gioco.
Attenzione meritano anche i pochi progetti che ha firmato come architetto, linee essenziali e pulite che intaccano la tradizione senza snaturarla, da Casa Plangger a Curon Venosta, a Casa Lanthaler a San Paolo Appiano.
Emblematiche per il suo talento nella combinazione di disegno e parola, sono poi le sue personali „simmantics“, che appaiono settimanalmente sulla testata di Salto.bz. Ironiche e pungenti incursioni semantiche, sintetici commenti visivi di Benno Simma ai temi dell'attualità.
E finalmente nello spazio del nuovo studio, affacciato non più sull'acqua che scorre di un fiume, ma sulla vita del quartiere con la gente che lo abita, prendono posto una serie di quadri di grandi dimensioni a cui lavora ultimamente.
„Da quando sono in pensione“, racconta „posso dedicarmi finalmente a quello che da sempre ho preferito fare, ovvero alla pittura e il disegno.“
Anche in questi grandi dipinti realizzati con la tecnica della „“papier collé„“ resta il binomio di pittura e parola.
Il gesto fisico della scrittura, fondamentale e ricorrente nei lavori di Benno Simma, questa volta è sostituito dalle parole stampate nei fogli di giornale strappati e incollati alla tela di fondo. Non giornali e articoli qualsiasi, bensì selezionati da una raccolta storica di quotidiani di diversi paesi europei che vanno dagli anni Venti fino agli anni Sessanta del Novecento.
Simbolicamente è la Storia che traspare così nei frammenti di articoli sotto alle larghe pennellate di lacca e al colore delle carte veline sovrapposte in un paziente lavoro di stratificazione. Il risultato sono decisi tocchi di colore distribuiti sulla superficie che comunicano un forte e tenace senso di libertà.
La redazione tutta di Salto.bz si associa agli auguri all'amico e artista Benno Simma per questa nuova, emozionante e feconda avventura nel nuovo atelier e in particolare per il suo compleanno che cade il 14 maggio. Evviva!
Hut ab, l. Benno, aber nur
Hut ab, l. Benno, aber nur für eine kurze Zeit, denn er ist Bestandteil deiner Persönlichkeit !