Politica | il ricorso

La guerra ai vaccini

Il Veneto impugna il decreto sull'obbligatorietà vaccinale. Pöder e Artioli: “Cosa aspettiamo?”. Stocker: “Interverremo in Parlamento”. E Kronbichler scrive al governo.
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Foto: giornalettismo

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, impugnerà davanti alla Corte Costituzionale il “decreto Lorenzin” che reintroduce l'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'iscrizione a scuola, portandole da 4 a 12 entro i primi 16 anni di vita. “Non siamo contro i vaccini – spiega Zaia – né vogliamo metterne in discussione la validità scientifica. Siamo gli unici in Italia ad avere un’anagrafe vaccinale digitale con dati in tempo reale, ma siamo contrari alle modalità coercitive che inquietano i genitori e favoriscono l’abbandono della scelta vaccinale: incontro mamme che non dicono ‘no’ senza se e senza ma, bensì preoccupate dal numero dei vaccini e dall’impossibilità di scegliere un programma vaccinale. Perché il decreto va addirittura oltre l’obbligatorietà, ma l’obbligatorietà non risolve il problema del dialogo con le famiglie e in Veneto l’abbiamo dimostrato”. Secondo Zaia, alle legittime preoccupazioni non si risponde con l’imposizione dell’obbligo e multe fino a 7500 euro, ma con il dialogo e l’informazione consapevole.

Il governatore veneto Luca Zaia annuncia il ricorso alla Consulta

Il decreto, così come è stato formulato dal Governo, lede l’autonomia della Regione, monetizza l’obbligatorietà creando sperequazioni tra i cittadini e ignora il vincolo di stipulare prima un'intesa con le Regioni per definire le modalità applicative e ripartire i costi del piano di vaccinazioni di massa. Tant’è che non ci sono nemmeno i tempi tecnici, le strutture e le risorse per applicare da subito le disposizioni governative.

Il Veneto – unica regione italiana ad aver sospeso nel 2007 l’obbligo alle immunizzazioni, scegliendo di “irrobustire il dialogo con i genitori” – risultano vaccinati con il siero esavalente il 92,6% dei nati nel 2016: un indice di copertura in netta ripresa dopo il minimo storico dell’88,6% del 2014. “Tali performances dimostrano che l’obbligo vaccinale non è direttamente proporzionale alle vaccinazioni: il modello veneto basato su libertà di scelta e responsabilizzazione consapevole funziona, e vorremmo fosse replicato in tutta Italia” rivendica Zaia, ricordando che in Europa 15 Paesi non impongono l’obbligo vaccinale e in 14 paesi vige una strategia mista tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni facoltative.

Le mozioni di Pöder/Artioli

Il non-autonomo Veneto impugna il decreto – e il Sudtirolo autonomo cosa fa, dorme?” si domanda il consigliere provinciale Andreas Pöder (BürgerUnion), che assieme alla collega Elena Artioli (Team Autonomie) ha depositato una mozione in Consiglio provinciale che impegni la Landesregierung a seguire l'esempio veneto. “Sarebbe paradossale se, con le nostre competenze in ambito scolastico e sanitario, accettassimo di subire il decreto-ricatto, mentre una regione a statuto ordinario difende le proprie attribuzioni davanti alla Corte” dichiara Pöder, il quale annuncia una seconda mozione in Consiglio regionale, sulla falsa riga di quella approvata all'unanimità dal Landtag: “A Trento presenteremo – assieme a consiglieri di Freiheitliche, ST-Freiheit, Verdi, 5 Stelle e pure della maggioranza – una mozione per impegnare la Regione a muoversi a Roma per impedire che il Parlamento converta in legge il decreto Lorenzin”. “Non siamo contrari alla prevenzione, ma meglio informare i cittadini che spedirli davanti al Tribunale dei Minori” spiega la consigliera Artioli: “Chiediamo ad Arno Kompatscher di ricorrere alla Consulta”.

Eppur si muove, il Parlamento

Intanto, il deputato Florian Kronbichler ha presentato un'interpellanza urgente al governo “in nome del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano”, per stralciare le misure coercitive del decreto vaccini e intraprendere una campagna di sensibilizzazione per aumentare la copertura vaccinale. Anche l'assessora Martha Stocker, dalle colonne della Tageszeitung, predilige la via parlamentare: “Abbiamo approvato una mozione a Bolzano per cancellare il divieto di accesso all'istruzione e le limitazioni alla potestà genitoriale, saranno i deputati e senatori sudtirolesi a portare tale posizione in Parlamento durante la trattazione del decreto”.