Società | Abusi

“Donne, continuate a denunciare”

L’appello del sostituto procuratore di Bolzano, Mosna. Ogni anno 600 casi segnalati di violenze subite da categorie vulnerabili. Dall’8 agosto in vigore il codice rosso.
Violenza di genere
Foto: upi

In Alto Adige le denunce di donne che subiscono violenza toccano cifre sempre più alte. Le segnalazioni che arrivano sotto gli occhi del sostituto procuratore di Bolzano, Luisa Mosna, che insieme al procuratore Giancarlo Bramante, coordina un team di quattro magistrati che si occupano di tutela delle categorie vulnerabili (donne e minori), sono 600 ogni anno. Gli ordini di allontanamento dall’abitazione famigliare sono stati 270 fra il 2013 e il 2018, ma, a Bolzano, per il 20-30 % non vengono rispettate.

Per arginare derive come queste c’è ora il “codice rosso”, una misura, votata in via definitiva dal Senato lo scorso 17 luglio e in vigore dall’8 agosto, che prevede una “corsia preferenziale” per le denunce, rende le indagini più veloci e obbliga i pm ad ascoltare le vittime entro tre giorni. Le principali novità della legge, che modifica il codice di procedura penale sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, consistono in pene più pesanti in casi di abusi sessuali e stalking. Vengono poi introdotti i reati di revenge porn e sfregi al viso oltre allo stop ai matrimoni forzati.  

Si denuncia di più in Alto Adige e l’appello è quello di continuare a farlo. Con la nuova legge ci saranno 12 mesi di tempo per denunciare una violenza sessuale subita anziché i 6 previsti fino a oggi. “Le vittime tendono a fidarsi di più della giustizia. Fatta eccezione, paradossalmente, per le fasce sociali più forti. Come se andare contro un uomo potente, comportasse per la donna il rischio di non essere creduta - riferisce il sostituto procuratore Mosna sul Corriere dell’Alto Adige -. Tutti i femminicidi registrati in Alto Adige vedevano protagonisti uomini senza precedenti penali. Forse lo shock di un divieto di avvicinamento o di un interrogatorio di garanzia, li avrebbe fermati”. 

In particolare la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa viene punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e si può ricorrere a misure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici, come ad esempio il braccialetto elettronico. Ma in questo caso, sottolinea ancora Mosna, “subentra un problema di costi: la spesa per ciascuno è di 2 mila euro. Inoltre - conclude - la sospensione condizionale di una pena per i reati a codice rosso, è ora subordinata alla frequentazione di un corso antiviolenza”.