Società | Bolzano

Chiude l'officina-museo della bicicletta

CicliTurci non è mai stato solo un negozio. La storica attività di Giovanni Turci in Via Firenze 30 a Bolzano ha chiuso definitivamente ed è in vendita: "Giovanni spera possa rimanere un'officina per le bici".
Turci
Foto: Fox/PezCyclingNews
  • Entrare da CicliTurci non ha mai significato mettere semplicemente i piedi in un negozio di biciclette. Chiunque passasse in Via Firenze 30 a Bolzano non poteva non accorgersi della diversità che quel negozio possedeva. Le numerose biciclette d’epoca appese sul soffitto e rigorosamente non in vendita erano ciò che esteticamente caratterizzava di più l’attività. 

    Da qualche mese a questa parte, però, CicliTurci ha chiuso. Giovanni Turci, sempre vestito con la tuta da lavoro o con il suo grembiule blu, ha tirato giù la serranda per l’ultima volta, dopo oltre 70 anni dalla prima apertura. Quello che non è mai stato solo un negozio di biciclette, ma un vero e proprio museo, ora è sostanzialmente vuoto. 

  • Il museo: circa 50 biciclette stipate in 20 metri quadri. Tra i telai Colnago in fila, anche quelli di Giuseppe Saronni e Giovanni Battaglin. Foto: Fox/PezCyclingNews
  • L'arrivo a Bolzano di Gino Turci

    Nell’aprile del 1912, a Carpi, nacque Gino Turci. All’età di 14 anni Gino decise di prendere in affitto un ex deposito di cavalli e carrozze e di trasformarlo in un’officina di biciclette. Con l’arrivo della seconda guerra mondiale, però, Gino fu costretto ad arruolarsi e a traferirsi a Bolzano. Dopo la guerra decise di stabilizzarsi nel capoluogo altoatesino insieme alla sua famiglia e fondare la sua seconda officina. Ad affiancarlo, alla giovane età di 14, ci fu quasi da subito Giovanni, anche lui nato a Carpi. Negli anni ’70 Giovanni riuscì a convincere i padre Gino, noto costruttore di telai in tutta la penisola, a comprare e vendere telai Colnago. Grazie anche al record mondiale dell’ora di Eddy Merckx stabilito in sella proprio a una Colnago, le vendite delle bici balzarono alle stelle. Gino morì nell’ottobre del 1981, lasciando l’officina al figlio, un meccanico eccezionale, ma non intenzionato a continuare a produrre telai.

    Quando ancora non esisteva l’e-commerce, CicloTurci riusciva a vendere bici in tutta Europa, specie in Austria e Germania.
    Con il tempo, si sa, le cose cambiano. Dopo gli anni ’90 cambiò drasticamente il modo di produrre biciclette, cambiarono i materiali e le marche di punta. Ma Giovanni non smise mai di fare ciò che aveva sempre fatto, fin dalla minore età: l’artigiano. Si dedicò principalmente a riparare le biciclette da città, adattandosi al mercato locale. Ma la passione per la bicicletta trasmessa dal padre e il suo approccio alle due ruote tipico del ciclismo di altri tempi, hanno reso Giovanni Turci un'icona per gli appassionati delle bici d’epoca..

    Ora la sua attività, in Via Firenze, è in vendita. “Giovanni spera possa rimanere un'officina per le bici”, dicono a SALTO coloro che aiutano Turci a vendere il suo spazio. Delle numerose biciclette stipate sul soffitto, come dei telai Colnago usati, tra gli altri, da Giuseppe Saronni e Giovanni Battaglin, però non c’è già più traccia.

  • Bicicletta degli anni '80: l'artigiano Turci l'ha sistemata con dedizione e attenzione ai dettagli. Foto: SALTO
  • Il racconto di un cliente affezionato: "Era il migliore"

    Ogni persona che ha parlato almeno una volta con Giovanni Turci avrebbe un aneddoto da raccontare, un ricordo originale dell'officina o un consiglio che gli è stato dato. 
    A SALTO, un cliente affezionato ha condiviso la fotografia della bicicletta d’epoca del nonno, tirata a lucido da CicliTurci. “Avevo conservato in garage questo telaio ‘Matteotti’, al tempo fatto su misura per mio nonno, che era un corridore”, racconta Matteo. “Quando qualche anno fa ho avuto il desiderio di sistemare i pezzi originali della bicicletta, non ho avuto dubbi: dovevo andare da Turci. Tra tutti, sarebbe stato l’unico a riuscire a lustrarla. Così è stato: con la sua dedizione e attenzione ai dettagli, e alcuni piccoli pezzi originali conservati nel retrobottega da chissà quanti decenni, è riuscito a rimontarla. Quando me l’ha riconsegnata era come nuova, perfetta, preparata esattamente come quando negli anni ’80 si preparavano le bici dei corridori del Giro d’Italia. D’altronde Turci in queste cose era il migliore”.

    Così, in una città in cui i piccoli negozi rischiano sempre più frequentemente di chiudere, se ne va un altro pezzo di storia. Con la chiusura di CicliTurci scompare un luogo simbolo della storia del ciclismo italiano.

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Franz Pattis Ven, 08/16/2024 - 12:43

Veramente triste che chiude per sempre Cicli Turci in via Firenze a Bolzano. Mi ricordo molto bene quando da ragazzo nei anni settanta andavo nel negozio a comprare (pagava allora mio padre!!) un telaio in alluminio della marca Alan e Gino risp. Giovanni mi montarono tutti i componenti Campagnolo Record. Alla fine e‘ nato un vero gioiello e nel mio paese di Nova Levante viene ammirato molto da miei amici. Con quella bici poi ho fatto anche le prime gare da cicloamatore. Poi per ogni difetto alla bici andavo certamente sempre da cicli Turci anche perché Gino e Giovanni (detto Gianni) in quei anni erano gli unici veri specialisti in questo settore a Bolzano.
Comunque ho bellissimi ricordi per quanto riguarda Cicli Turci.
Alla fine vorrei ancora ringraziare Gianni per il super lavoro che ha fatto sempre per me in quei anni lontani!

Ven, 08/16/2024 - 12:43 Collegamento permanente