Politica | Il ddl

Sì al disegno di legge costituzionale

Il consiglio provinciale ha dato parere favorevole al ddl con 18 sì, 15 no e 1 astensione. Steger (Svp): “Va valutato positivamente”.

Ieri, 13 settembre, il disegno di legge costituzionale 2220 “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol in materia di competenza legislativa esclusiva della regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano” è stato recepito positivamente dal consiglio provinciale. Il ddl dei senatori Zeller, Berger, Palermo, Fravezzi, Panizza, Laniece, Tonini e Battista ha incassato 18 sì (SVP e Team Autonomie), 13 no (Gruppo Verde, BürgerUnion, Südtiroler Freiheit, Die Freiheitlichen) e 1 astensione (5 Stelle). Il documento aveva già sollevato pareri contrastanti, specie da parte dell’ex presidente della Provincia Luis Durnwalder, il motivo - sempre quello - il ruolo della Regione.

“Questo disegno di legge - ha dichiarato Riccardo dello Sbarba, esponente dei Verdi - è un messaggio al Governo Renzi in risposta alla riforma costituzionale, nonché un messaggio culturale al Parlamento per far capire le volontà della Provincia”. Il consigliere ha inoltre ricordato che i Trentini non sono più d’accordo con questo disegno di legge,“trasmetterla in questo modo a Roma, anche con il disaccordo dei trentini, non sarebbe un buon messaggio”, ha concluso Dello Sbarba proponendo di non dare alcun giudizio, affidandolo al contrario ai lavori della Convenzione dei 33. Per Pius Leitner (Die Freiheitlichen) la norma “è di una presa in giro per chi, a titolo volontario, lavora nella Convenzione. I senatori avrebbero dovuto cercare il confronto con la stessa”. Secondo Andreas Pöder (BürgerUnion) il disegno di legge “è un mercanteggiamento di Zeller, affinché i trentini fossero d’accordo sulla trasmissione delle competenze sui Comuni alla Provincia”. Per Paul Köllensperger (Movimento 5 Stelle) la polemica nata in Convenzione fa sorridere, “come se nessuno sapesse di questo disegno di legge”.

Contro la proposta si sono espressi fra gli altri Sven Knoll di Südtiroler Freiheit (“dire che la riforma ha anche aspetti positivi è una bugia, come sempre ci si accontenta di pochissimo in cambio di molto”) e Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore). Dieter Steger (SVP) ha chiarito che il nocciolo del disegno di legge è il passaggio di competenze dalla regione alle Province, e il metodo è quello dell’ampliamento dell’Autonomia, “bisogna quindi valutare positivamente il ddl”. Roberto Bizzo (PD), che non ha preso parte al voto, ha detto di condividere “in toto” il disegno di legge costituzionale, rinnovando però l’invito a sospendere il parere su di esso: nel merito, perché il sistema paracostituzionale dello Statuto, dotato di pesi e contrappesi non può essere affrontato a pezzi, bisogna agire con un’unica voce, che risulta oltretutto molto più autorevole rispetto a una serie di azioni distinte, “e non a  caso la stessa Regione ha sospeso il giudizio”. Christian Tschurtschenthaler (SVP), presidente della Convenzione, ha infine detto che essa ha lavorato molto bene, pur avendo avuto bisogno di un po’ di tempo per trovare il metodo giusto.