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I paesi invisibili

L'antropologa Anna Rizzo ci porta vicino a chi vive nei borghi d'Italia, schierandosi contro un immaginario romantico dei paesi. Il 25 settembre la presentazione a Bolzano.
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Foto: Salto.bz

Parlare di paesi, parlando di persone. È questa una delle ragioni che spinge l’antropologa Anna Rizzo a scrivere I paesi invisibili, saggio che la accompagna nella sua esplorazione dei borghi d’Italia. Parlando di persone, l’antropologa palermitana (che oggi vive e lavora a Bologna) rompe col recente interesse romantico che pone l’imperativo morale di ripopolare le cosiddette “aree interne”: devono essere le persone stesse, le loro esperienze e le loro ambizioni a decidere di voler vivere un determinato contesto. Un contesto che - per quanto riguarda le aree interne - è spesso privato delle necessarie infrastrutture, fatica a far valere l’accesso ai propri diritti, è misogino e classista.

Nel libro uscito per Il Saggiatore nel 2022 (quindi dopo l’hype scattato dalla pandemia che pone i borghi come luoghi ideali per lo smart working) Anna Rizzo, attraverso la sua esperienza fatta da un ventennio di ricerca, interviste, incontri e aneddoti personali, si contrappone con veemenza all’immaginario romantico che circonda i paesi. Un immaginario che viene rinforzato da un linguaggio eufemistico che parla di #resilienza, dove manca la volontà di dare una mano, di #cura dove le cure sanitarie e infermieristiche sono carenti per tutte le fasce di età e di #nostalgia per far valere un approccio acritico al passato, con tutta la misoginia, tutto il classismo e tutte le discriminazioni che esso comporta. Il linguaggio però non è di chi nei paesi ci vive: di resilienza, di cura e di nostalgia parla chi i paesi li osserva da lontano, chi - indisturbato rispetto alle difficoltà concrete che si creano in determinati contesti - con “la gente del posto” manco ci parla. Di resilienza, di cura e di nostalgia parla anche chi cerca di vendere i paesi ai turisti.

Quello di Anna Rizzo è un libro infuriato che cerca di raccontare i paesi a partire dalle parole dei loro abitanti. Abitanti che si vedono di fronte a trasporti pubblici inesistenti, connessioni internet carenti, infrastrutture come scuole, negozi e centri per la cura a decine di chilometri da casa. Altrə che soffrono un contesto che è dominato da una cultura patriarcale ben radicata e impedisce alle sue abitanti di scegliere le proprie strade. È un libro che vuole dare forza a queste voci, scritto da un'autrice che vorrebbe “spopolare i paesi e pagare le persone per essere felici” per poi “riabitare i paesi in maniera consapevole e dignitosa”.

 

Anna Rizzo
L'antropologa Anna Rizzo (a sx) a Frattura, in Abruzzo: raccontare i paesi con le parole dei loro abitanti.

 

Mentre questa volontà si basa su racconti ed esperienze di persone incontrate sul suo percorso e quindi sull’intimità di realtà concrete, questa stessa intimità a tratti si perde. Pur sottolineando l’urgenza di chiamare i borghi per nome e dunque di studiare le loro particolarità (“Il futuro di un paese non si gioca sulla velocità dei risultati per progettare gli spazi pubblici ma sul tempo da dedicare allo studio”), nell’ambizione di scrivere ciò che il sottotitolo del libro ci presenta come “Manifesto sentimentale e politico per salvare i borghi d’Italia”, Anna Rizzo non riesce a fare a meno di dipingere la realtà dei borghi a grosse pennellate. Pennellate che, nel voler contrapporre un immaginario chiaro a quello nebuloso di chi i borghi non li studia ma li narra, coprono la relazione conflittuale che spesso si crea fra un luogo e chi lo vive: la precarietà di un'esistenza in paese seppellisce sotto di se contesti precisi; contesti anche precari, ma che oltre alla loro precarietà - nel bene o nel male - sono un pezzo di identità per chi li vive.

Per me, che scrivo da un paese in Sudtirolo (con un’amica che continua a ripetermi che i paesi sudtirolesi non sono come i paesi nel resto d’Italia) mi sono ritrovata in molte cose descritte, altre le sento più distanti. Per chi, come me, questo tema lo volesse approfondire e mettere in relazione diretta con la propria esperienza (sudtirolese o non), Anna Rizzo sarà ospite dell’iniziativa “Terra Terra Bolzano” il 25 settembre alle ore 18 alla Nuova Libreria Capelli per parlare dei suoi - e dei nostri - paesi invisibili.