Il salto del Quaglia

Voli di un ministro saggio.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Nella grande tenzone tra i favorevoli ad indulto & amnistia pro-Berlusconi e gli stra-favorevoli agli stessi, si è inserito l'illuminato parere di Gaetano Quagliariello. 

Onde evitare che passassero trenta minuti senza che qualcuno difendesse l'indifendibile, infatti, ha subito tenuto a precisare che i due provvedimenti di clemenza riguarderanno anche il buon Silvio, visto che è irragionevole pensare che una legge possa non applicarsi ad una singola persona, peraltro vittima di una persecuzione giudiziaria, che deve continuare la sua battaglia per la giustizia e per lo stato di diritto (e giù tutto il greatest hits). 

Forse è bene fermarsi un attimo e tracciare un piccolo profilo dello scherzoso onorevole. 

Quagliariello è il tipo che Berlusconi ha (ri)portato in Senato, che Letta ha portato al Governo, che Napolitano ha portato tra i "Saggi" (manca giusto un "che al mercato mio padre comprò", ma non dispero...). 

Molti (parenti) lo ricorderanno per le sue battaglie ai tempi dell'appartenenza al Partito Radicale e per la sua "biocard": un tentativo di bozza di testamento biologico grazie al quale si sarebbe potuto scegliere di rinunciare all'alimentazione ed all'idratazione forzata.
Molti di più, però, lo ricorderanno per aver urlato "Eluana non è morta, è stata ammazzata!", mostrando una rara coerenza: aveva cambiato idea in modo Radicale!

Di recente (come anticipato), dopo aver votato per a favore del Lodo Alfano e di qualche altro provvedimento incostituzionale a casaccio, è stato incluso "honoris causa" da Napolitano nella commissione dei "Saggi" che dovrebbe occuparsi di modificare la Costituzione. 

Immagino per Napolitano sia stata una scelta obbligata; penso infatti che a ciascuno di noi, chiudendo gli occhi e sentendo la parola "saggio", si materializzi sulla retina l'immagine di Quagliariello.

Ironia (forse) a parte, in un clima così avvelenato anche il Dalai Lama, se nominato "Saggio" avrebbe probabilmente rischiato di beccare insulti: certo che noi italiani abbiamo preferito andare sul sicuro!