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The Giggers, la festa per i 10 anni

La cover band bolzanina ha organizzato un concerto per il 14 dicembre 2023 al Sudwerk a Bolzano per festeggiare insieme a tanti ospiti il 10° anniversario: “Siamo cambiati e con noi anche il nostro repertorio”.
The giggers
Foto: Diego Moroder
  • “Abbiamo suonato alle sagre, ai capodanni in piazza e fatto esibizioni di ogni tipo. Amiamo la dico music ma, per noi – dicono alcuni membri storici dei The Giggers – l’importante è dare spettacolo e intrattenere il pubblico”. Sono passati 10 anni dal loro primo concerto ma The Giggers, la cover band bolzanina specializzata in musica degli anni ‘70 e ‘80, mantengono ancora lo stesso spirito e lo stesso entusiasmo di sempre. Per l’occasione, la band organizza un evento per ripercorrere insieme al pubblico la propria storia. L’appuntamento è per giovedì 14 dicembre 2023, ore 21, al Sudwerk di Via Andreas Hofer a Bolzano. Ecco l’intervista a due cantanti del gruppo – Roberta Creazzo e Valentina Salvi - e al sassofonista Francesco Trebo.

  • Il gruppo: Roberta Creazzo e Valentina Salvi (voce, al centro), Andrea Giovannini (chitarra), Andrea Belloni (basso), Chiara Trebo (tastiere), Francesco Carli (batteria), Francesco Trebo (sax tenore, secondo da sinistra), Philipp Lösch (sax baritono). Foto: Giorgio Zamboni
  • salto.music: Quali generi musicali avete proposto al vostro pubblico dal 2013 ad oggi?

    The Giggers: Abbiamo iniziato facendo soul, funky, blues. Il nostro focus è sempre stato sulla disco music, ovvero i pezzi che si ballavano nelle discoteche negli anni ‘70 e ‘80. E poi, in questi 10 anni, abbiamo fatto esibizioni di ogni tipo, siamo andati in giro per feste e sagre, nel 2016 abbiamo vinto il concorso del music club di Egna. Chiaramente alcuni elementi della band sono cambiati, siamo partiti con due tastieristi, due chitarre e diversi altri musicisti. Da qualche anno, però, abbiamo una formazione ben consolidata: due fiati, due cantanti, batteria, basso, chitarra e tastiere.

    salto.music: Il gruppo lo avete fondato proprio da giovanissimi…

    The Giggers: Esatto, alcuni di noi finivano le scuole superiori, altri erano all’università e qualcuno lavorava. Infatti siamo una band anomala: non facciamo le prove la sera, durante i giorni lavorativa, ma la domenica mattina. Chi è rimasto con noi evidentemente ci teneva: sacrificare la domenica mattina per un gruppo musicale non è cosa da poco (ridono).

    salto.music: Siete cresciuti insieme. Cosa vuol dire per voi fare parte dei Giggers?

    The Giggers: Senza dubbio significa suonare insieme e far divertire la gente. Coinvolgere il pubblico è sempre stata la nostra priorità. È uno scambio di energia: parte dal palco, attraversa gli spettatori e torna caricandoci ancora di più. Anche per questo non abbiamo mai sentito l’esigenza di fare un video musicale… Preferiamo dare spettacolo, suonare live, più che mettere in evidenza il pezzo che proponiamo in quel momento. Alcune persone si stupiscono di sentire dei giovani d’oggi che suonano la musica di quando loro erano giovani: l’entusiasmo che trasmettiamo con le cover trasporta l’ascoltatore indietro nel tempo.

    Abbiamo attraversato momenti complicati, ma la musica ci ha tenuto uniti.

    salto.music: Veniamo all’evento del 14 dicembre. Cosa si deve aspettare il pubblico?

    The Giggers: Di divertirsi, prima di tutto. Con chi ci sarà ripercorreremo la nostra storia, il nostro repertorio e lo faremo con le persone con cui abbiamo condiviso quest’ultimo decennio. Ci saranno quindi diversi ospiti e suoneremo i brani a cui siamo più legati. Sarà una fotografia di quello che siamo e ciò che vogliamo essere.

    salto.music: L’evento ha come sottotitolo “behind the scenes” (dietro le quinte). Racconterete qualche aneddoto?

    The Giggers: Ovviamente! Ad esempio l’iconico temporale in Piazza Terme a Merano. Stavamo per esibirci, era uno dei nostri primi concerti estivi. C’era un grande palco e un grande pubblico. Il batterista fa le prime battute, con la sua batteria nuova di pacca e, nel giro di qualche secondo, arriva una tempesta. Le scarpe eleganti si sono riempite d’acqua: sembravano dei secchi! Insomma, evento annullato.

  • I fiati: Francesco Trebo e Philipp Lösch. Foto: Diego Moroder
  • Il prossimo anno quando il capoluogo diventerà “Città della musica”. Verranno dati spazi solo alla musica classica? E agli altri generi?

    salto.music: Siete una band che gira molto: concerti in Sudtirolo, Trentino e anche fuori regione. A Bolzano, si sa, il rapporto della cittadinanza con la musica è particolare. In questi 10 anni avete visto dei cambiamenti rispetto alle restrizioni orarie del Comune? Vi siete spostati molto perché in centro a Bolzano vi riesce difficile suonare?

    The Giggers: Prima abbiamo parlato di pubblico e ci siamo dimenticati della nostra fan numero uno, sempre presente: la polizia municipale (ridono). Bolzano è un territorio dove è complicato suonare. Infatti sarà interessante vedere cosa si muoverà il prossimo anno quando il capoluogo diventerà “Città della musica”. Verranno dati spazi solo alla musica classica? Va bene, e gli altri generi?
    Ci sono limiti orari stringenti, anche d’estate. Capita spesso che si finisce di suonare quando nel resto delle città i concerti iniziano. Il problema della poca tolleranza c’è ovunque, ma la differenza è quanta attenzione viene data ai pochi che si lamentano. A Bolzano si deve immediatamente abbassare il volume e smontare tutto.
    Per anni abbiamo suonato nei locali. Ora, però, i gestori faticano molto più di prima a ricevere i permessi. Per fare musica live bisogna spostarsi, ad esempio andando ai “martedì lunghi” di Merano o alle serate di Appiano. A Bolzano manca la cultura della musica dal vivo. Ieri come oggi. Il nostro primo concerto, nel 2013, è stato in Piazza Vittoria. È andato tutto liscio? Assolutamente no, perché era di sabato mattina e “disturbavamo il mercato”.

    salto.music: Ci sono stati momenti in cui avete detto “adesso basta, molliamo tutto”?

    The Giggers: Chiaramente, come ogni gruppo di persone che collabora ad un progetto, abbiamo attraversato momenti complicati, ma la musica ci ha tenuto uniti.