Politica | Dal blog di Jimmy Milanese

Canone RAI, Talk show e Ricerca della Verità

La Politica nei Talk show produce informazione o confusione?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

 

In politica non esistono verità certe, assiomi o postulati, diceva Machiavelli, ma esiste sempre la possibilità di dimostrare la non verità di una qualsiasi affermazione. Ci vuole tempo e una buona dose di competenza. Poi, quando Machiavelli era già morto e sepolto, è arrivata la statistica, e la ricerca della verità si è trasformata in calcolo di probabilità.

Gli anglosassoni, ai quali va riconosciuto il merito di avere perfezionato quella forma di stato che va sotto il nome di democrazia parlamentare, distinguono la c.d. “politica” in tre differenti ambiti: politics, policy e public policy. Il primo termine, politics, indica i rapporti di forza tra partiti e coalizioni, ovvero il dibattito politico tra le varie rappresentanze politiche in campo. Il secondo termine, policy, indica i principi ideologici e morali che ispirano una azione politica. Il terzo termine, public policy, indica una serie di specifiche azioni legislative e regolamentative coordinate tra di loro per il raggiungimento di un fine.

Nei paesi germanofoni e anglosassoni, stampa e media dedicano ampio spazio al dibattito sulle public policies e, in misura minore, si occupano dei differenti approcci di policy da parte dei partiti e delle coalizioni politiche. In Italia, invece, gli organi di informazione sono quasi totalmente concentrati sulla descrizione della politics, che spesso si trasforma in puro e semplice gossip: altro termine anglosassone per indicare quell'intreccio di opinioni o giudizi che molto spesso sfociano nella disinformazione.

Curiosamente, italiano è invece il termine utilizzato per indicare colui il quale produce, appunto, il gossip. Il paparazzo della Dolce Vita che fotografava Anita Ekberg nella Fontana di Trevi a Roma, oggi si occupa delle vicende erotico-sentimental-politiche dei c.d. V.I.P. Altro acronimo ormai noto che serve per indicare in modo sbrigativo la presenza in un qualche contesto di un personaggio noto, se non famoso.

Insomma, per farla breve, la lingua italiana non distingue il gossip politico sia dalle idee generali che dovrebbero ispirare l'azione politica stessa sia dalle specifiche azioni legislative e regolamentative.

La tragedia si compie nei Talk show televisivi dove gli invitati, appunto, politici di professione, si esprimono “in nome del popolo italiano”, hanno la loro insindacabile verità in tasca e individuano facilmente le fallacie argomentative nei competitori. Dall'altra parte, è anche bene ricordare che queste trasmissioni sono molto seguite, specialmente in momenti di crisi istituzionale, economica o politica. Non sarebbe immaginabile, almeno nel nostro paese, un confronto pubblico televisivo in prima serata, tra due esperti, ad esempio, di diritto del lavoro, magari sulle problematiche relative alla situazione dell'occupazione in un mondo globalizzato e sulle riforme legislative domestiche, necessarie affinchè l'Italia rimanga collocata in modo soddisfacente all'interno delle rotte del commercio mondiale. Lo share, altro termine anglosassone ormai entrato nel gergo comune, crollerebbe a picco, decretando la fine prematura di quella trasmissione televisiva.

Per concludere, un grandissimo contributo verso la ricerca di una informazione precisa e puntuale, ovvero di una verità più certa dal punto di vista probabilistico, sarebbe quella di trattare i tre ambiti della politica descritti sopra in modi, luoghi e tempi separati. In altre parole, se il confronto deve essere tra idee o ideologie politiche, che vengano espressi i convincimenti personali in modo chiaro e argomentato, possibilmente da chi, per competenza e formazione, è in grado di esprimerli. Se il confronto, invece, è sulle relazioni intrapartitiche (all'interno di un partito) o interpartitiche (tra i partiti), che a confrontarsi siano esponenti contrapposti di quei partiti e non una schiera di giornalisti più o meno politicizzati, ovvero un imprenditore con l'aria da super partes, o una star del mondo dello spettacolo. Infine, se il confronto deve essere su una politica pubblica specifica, che si realizzi tra coloro i quali quella politica pubblica l'hanno promossa e coloro i quali sono contrari a quei provvedimenti, argomentando in modo specifico e puntuale i diversi punti di vista, magari davanti a un giornalista competente e informato sull'argomento, a prescindere dallo share della trasmissione, cara mamma RAI!