Le conseguenze dell'amore (finito)
“Dopo una separazione o un divorzio l’anello debole è costituito dai figli che hanno il diritto sacrosanto a crescere in serenità ed a frequentare il genitore non affidatario in un luogo decoroso”.
Lo afferma con forza il direttore del servizio e mediatore familiare presso l’ASDI di Bolzano (Associazione Separati e Divorziati) Elio Cirimbelli che rileva come nella città di Bolzano la situazione “casa” sia ad oggi ferma rispetto all’anno scorso: 4 alloggi offerti dall’Ipes all’associazione e 2 dal comune.
In realtà per Cirimbelli il fabbisogno di abitazioni per separati e divorziati è superiore: “Ne servirebbero 20 in provincia di Bolzano, di cui almeno la metà nel comune capoluogo. Crescono le situazioni di povertà. Se è vero che nel 2016 rispetto all’anno precedente si sia registrata una riduzione di separazioni, tuttavia sono aumentate tra il 10 ed il 15% circa le separazioni tra conviventi con figli”.
“Il contributo provinciale per le locazioni si è ridotto di molto dal punto di vista quantitativo. Non mi è chiaro poi quali siano i criteri per l’accesso a tali contributi; sarebbe bene conoscerli tutti in dettaglio, prima di presentare la domanda”. (Elio Cirimbelli)
Il mediatore familiare dell’ASDI bolzanina fa presto i conti di una coppia separata tipo, ossia due lavoratori dipendenti con un reddito procapite di 1.300 euro con due figli e un mutuo da 600 euro gravante in pari quota su entrambi: dopo la separazione il padre, che lascia la casa coniugale e deve versare 250 euro per ogni figlio, rimane con la somma di euro 500, importo insufficiente per pagare il canone di locazione di un appartamento e inoltre deve corrispondere il 50% delle spese straordinarie per la prole.
Cirimbelli osserva, in particolare, che con gli attuali parametri per la concessione di contributi provinciali per le locazioni molti separati e divorziati non si siano visti riconoscere alcun aiuto economico: “Il contributo provinciale per le locazioni si è ridotto di molto dal punto di vista quantitativo. Non mi è chiaro poi quali siano i criteri per l’accesso a tali contributi; sarebbe bene conoscerli tutti in dettaglio, prima di presentare la domanda”.
Il coniuge separato o divorziato dovrebbe poter fruire di un programma online di simulazione, mediante cui verificare in base al proprio reddito e alle spese da sostenere se egli abbia diritto o no a un sussidio economico per la locazione. Vi sarebbe un risparmio di code agli sportelli.
Il direttore del servizio presso l’ASDI di Bolzano propone che il coniuge separato o divorziato possa fruire di un programma online di simulazione (come in precedenza offerto dall’Ipes), mediante cui verificare in base al proprio reddito e alle spese da sostenere se egli abbia diritto o no a un sussidio economico per la locazione con conseguente risparmio di code agli sportelli.
"La procedura è corretta, trasparente ed assicura certezza sull'effettiva sussistenza dei requisiti per conseguire il contributo provinciale alla locazione". (Luca Critelli)
Al riguardo, Luca Critelli, direttore di ripartizione delle politiche sociali della provincia di Bolzano, afferma che sulla rete civica sia presente una tabella, la quale informa, in via indicativa, il cittadino a quale fascia di contributo provinciale alla locazione possa appartenere in base alla ricostruzione del reddito medio netto: “Non si possono ricevere subito tutte le informazioni, giacché molteplici sono gli specifici elementi di reddito e patrimonio da valutare. E’ più ragionevole ricevere informazioni, solo quando essere siano certe. E’ quindi un bene che il cittadino attenda con la definizione della pratica il calcolo esatto all’esito delle verifiche su tutti gli aspetti coinvolti. In tal modo il richiedente non rischia di nutrire aspettative sbagliate e di incorrere in conseguenti brutte sorprese”.
Critelli aggiunge che tale procedura sia altresì funzionale all’interesse del cittadino, giacché essa mira a contrastare alcuni effetti distorsivi che avevano caratterizzato il precedente sistema delle simulazioni telematiche: “Uno degli effetti collaterali, che si è voluto limitare con l’attuale iter, è rendere meno agevole al proprietario adeguare il canone di locazione in base alla situazione reddituale presunta del locatario”.
Infine, per quanto riguarda il cohousing Cirimbelli, che ritiene fondamentale una maggiore collaborazione e sinergia tra l’Asdi (che già partecipa al cantiere del sociale) e l’ente pubblico, si dice contrario ad utilizzarlo come metodo di risoluzione delle carenze abitative per separati e divorziati: “L’abbiamo già sperimentato senza successo. Il sistema di far condividere a cinque o più persone, anche di etnie diverse, gli stessi spazi non funziona. Non basta avere un tetto sulla testa ma bisogna disporre di metrature adeguate per poter accogliere i figli in un ambiente dignitoso. La priorità non è tanto garantire la privacy dei padri separati o divorziati, quanto assicurare una vita serena ai figli”.