Indennità, respinti i ddl
Nessuna sorpresa, visto il poco spazio riservato alle trattative: dopo la bocciatura in commissione anche il consiglio regionale frena il disegno di legge proposto dalle Acli - sostenuto da oltre 10mila firme - per ridurre gli emolumenti dei politici. Parla di un grosso vulnus all’origine del disegno di legge il capogruppo del Pd Alessio Manica: “Prima di stabilire una cifra, un disegno di legge che guarda al futuro, deve stabilire qual è la funzione del consigliere. Quelli del Trentino-Alto Adige sono tra i consiglieri più virtuosi, quanto a indennità, a fronte di maggiori competenze”. Manica si sofferma poi sul messaggio che sta dietro al ddl: “Di quel messaggio, di quella solitudine della politica, dobbiamo farci carico. Occorre un dibattito libero, dove le parti sociali si confrontino con la politica, liberandola dal ragionare su se stessa”. Per Maurizio Fugatti (LN-FI) il testo presentato dalle Acli è “demagogico e con i 7500 euro lordi previsti sarebbe impossibile pagare un collaboratore”.
Respinto anche il ddl presentato dal consigliere Rodolfo Borga (ACT) che così ha commentato la decisione del consiglio: “Chiunque voglia applicare il ddl può già farlo autonomamente, riducendosi lo stipendio e non assumendo collaboratori. Il mio disegno di legge non è una provocazione (definita tale da Fugatti, ndr), ma un testo che segue una linea e per quel che riguarda le indennità si dovrebbe discutere su quanto possa valere il lavoro di un consigliere provinciale e regionale”.