Fuoco di polemiche sulla scuola
Si alzano i toni nell’ambito della sessione virtuale del consiglio provinciale. Nodo del contendere i test nasali anticovid fai-da-te per l’ammissione in classe degli studenti. I fatti: sul lato “italiano”, per effetto di una circolare modificata dal sovrintendente scolastico Vincenzo Gullotta, nelle scuole in cui lo screening non è ancora iniziato - dal momento che non ci sono sufficienti volontari e personale sanitario -, sarà temporaneamente concesso di frequentare le lezioni in presenza anche agli allievi (389 in tutto) i cui genitori non hanno firmato il consenso al tampone. Stando alla suddetta circolare datata 29 marzo scorso e firmata anche dai vertici della scuola tedesca e ladina, il 7 aprile scorso scadeva il termine per presentare il consenso firmato. Dall’8 aprile chi avesse rifiutato di aderire all’iniziativa sarebbe rimasto in didattica a distanza. Ma i test nasali autosomministrati non sono ancora partiti, se non in alcune scuole. Il Sovrintendente ha quindi revocato il punto della circolare relativo alla data d’inizio dello screening, di qui la decisione dei dirigenti scolastici di riammettere oggi tutti in classe.
La precisazione odierna di Gullotta in una nota: “La scuola italiana partecipa al progetto di screening dell’Azienda Sanitaria. Ogni istituto si sta adoperando per la realizzazione del progetto, nel rispetto di tutte le procedure di cui tener conto, nonché con la dovuta attenzione alla tutela dei diritti di ognuno dei soggetti coinvolti”. L’avvertimento, ancora più esplicito, ai presidi: occorre applicare “quanto previsto dalla normativa vigente” ha puntualizzato il Sovrintendente per evitare contrasti con il presidente Arno Kompatscher e la sua giunta.
La miccia della polemica però nel frattempo si è già accesa: in riferimento alla presa di posizione dei dirigenti scolastici aspro è il commento del capogruppo della Svp Gert Lanz: “È assolutamente inaccettabile il comportamento della scuola in lingua italiana, che adesso sta indicando altre strade mettendo in pericolo l’obiettivo comune di avere classi sicure”. Insiste Lanz: “Questo differente, e per questo inammissibile, approccio deve essere fermato immediatamente. È in gioco la sicurezza di tutti e il fatto che a tutti anche in futuro rimanga garantito il diritto alla scuola e all’istruzione”.
Insorge puntuale Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore/Fratelli d’Italia: “Invece di poter contare su una reazione da parte del vertice della scuola italiana, il vicepresidente della giunta Vettorato, pochi minuti dopo il perentorio invito alla scuola italiana di riallinearsi ad Achammer ed all’ordinanza Kompatscher esce sempre attraverso nota ufficiale un atto di totale sottomissione della scuola italiana (dalla Ripartizione) al diktat Svp. Con tanto di implicite scuse e giustificazioni non richieste. Sono allibito e indignato”.
Per Urzì, che torna a chiedere le dimissioni di Vettorato, “più mostruosa dell’atto di accusa di Lanz è stata la risposta a stretto giro di posta di Gullotta (Vettorato sempre assente): ci adeguiamo subito, quasi sembra di leggersi le scuse per avere semplicemente detto che saranno svolti degli accertamenti sulla praticabilità di quella strada. Contrordine compagni! Tanto che Gullotta (assente e silente ancora Vettorato) addirittura si spinge a dire che bisogna applicare ‘la normativa vigente’ (altro che ripensamenti o verifiche) confondendo però l’ordinanza del Presidente della Provincia che è un semplice atto amministrativo per una legge”. Chiesto, senza successo, un intervento di chiarimento da parte dell’assessore alla scuola italiana in merito al caos creatosi e alle condizioni di riapertura di domani, l’esponente di destra sottolinea che “la legge a dire il vero esiste, è quella del primo aprile, del Governo, e che obbliga le scuole a fare partecipare tutti alle lezioni in presenza”.
Duro con Gullotta e Vettorato, infine, anche Sandro Repetto, consigliere provinciale del Pd: “La farsa continua, sempre sulla pelle di presidi, famiglie, insegnanti e studenti. È ora di dire basta e serve che le conclusioni politiche di questa catastrofe vengano tirate. La scuola italiana non può essere trattata così da chi la dovrebbe garantire e tutelare”.
Update:
A margine della seduta del consiglio interviene Vettorato affermando che la presa di posizione che metteva la scuola in lingua italiana in una situazione di attesa in previsione di accertamenti anche di ordine giuridico sui tamponi era stata ritirata e che la scuola in lingua italiana si riallinea quindi a quella in lingua tedesca. Nessuna direttiva in merito a come dovranno comportarsi domani alunni, genitori, insegnanti, dirigenti, fa presente Urzì, “la nave è stata lasciata senza il comando”.