Politica | In Regione

Comunali, scivolone di Svp e Lega

Sui ddl per la nuova data la maggioranza va sotto di un voto. Esulta Urzì, Mattei parla di errore umano. Ma il nodo resta: il Carroccio vuole ottobre come le minoranze.
elezioni
Foto: Anci

Incidente di percorso sulla nuova data delle elezioni comunali da parte della maggioranza regionale formata da Svp e Lega, che è andata sotto (7 voti a 6) nella commissione legislativa. Dalle opposizioni parla di “maggioranza caduta” Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), che ha ottenuto una vittoria a sorpresa sulla richiesta di sospensione dei tre disegni di legge sul tema fatta assieme al Team K. Rita Mattei, consigliera della Lega Salvini altoatesina, derubrica il fatto “ad un errore umano nel voto, di un nostro consigliere trentino”. Si tratterebbe di Gianluca Cavada. Ora la trattazione dei ddl è rinviata alla prossima seduta della commissione, preliminare a quella del consiglio regionale di giugno. In ogni caso, la finestra temporale individuata dalla giunta (da settembre a dicembre 2020, con un possibile rinvio al 2021) non scioglie il nodo politico. La Lega, sia a Trento che a Bolzano, e come conferma a salto.bz la stessa Mattei, non vuole un voto a settembre, trovandosi in linea con le opposizioni, mentre la Volkspartei non ha ancora accantonato la data del 6 settembre.

 

“Regione, la maggioranza è caduta”

 

“In Regione la maggioranza Svp-Lega cade sulla data delle elezioni comunali che dovevano essere a maggio e che sono poi saltate per l’emergenza Covid-19” dice Urzì, il primo a esultare finita la commissione legislativa del consiglio regionale. 

Sul tavolo c’erano i tre disegni di legge in tema di elezioni comunali (un tema di competenza regionale) che sono stati presentati per la necessaria riforma in materia, per consentire un rinvio superiore ai 60 giorni - dal 4 maggio, data iniziale, scadrebbero a luglio. Le proposte presentate provengono dalla giunta regionale (Svp, Lega, assessore Claudio Cia), poi da Paul Köllensperger (Team K) e da Lucia Coppola dei Verdi.

Il confronto politico, che investe la dialettica Lega-Svp e Trento-Bolzano, si gioca sull’esatta collocazione temporale del voto, che comunque sarà decisa dalla giunta. Le opposizioni altoatesine accusano la Volkspartei di aver deciso al proprio interno su una data troppo aderente agli interessi di partito: la campagna elettorale “ferragostana” e le difficoltà nella raccolta firme per le nuove formazioni, come le liste civiche (circa 300 sottoscrizioni a Bolzano, dalle 30 alle 80 per lista nei centri più piccoli) metterebbero in difficoltà i concorrenti. Su questo concorda la Lega trentina, sensibile alle formazioni di supporto che possono nascere sia nel capoluogo che nei paesi. Ecco perché l’accordo ancora non si è trovato.

 

 

Il no alla mediazione e il voto a sorpresa

 

La proposta di mediazione, dice ad esempio Paul Köllensperger, in realtà c’è ma al momento ha ricevuto il no della controparte. Si tratta di un emendamento che riduce la finestra temporale dal 18 ottobre (la data preferita dalla Lega in quel di Trento, guarda caso, ma che va benissimo a Team K, Verdi e via dicendo), tagliando fuori il mese di settembre caro all’Svp. Se la maggioranza accogliesse questo dispositivo, conferma il consigliere, le minoranze ritirerebbero i loro ddl permettendo di arrivare ad un disegno condiviso da trattare in Aula.

Ed è su questo no che si è acuita la tensione in commissione. Mentre Svp e Lega erano orientate a mandare in consiglio tutte e tre le proposte, rinviando l’accordo alle dirigenze di partito, Urzì, Team K e Verdi si sono opposti chiedendo di mettere ai voti una sospensione, per rimandare la trattazione alla prossima seduta. Nella consultazione la maggioranza a sorpresa è andata sotto.

 

Continua il pressing sull’Svp

 

 “Ora - tira le fila Urzì - si avrà il tempo per riscrivere la legge, ripristinare il buon senso, evitare campagne elettorali in pieno agosto, con la possibilità di fare campagna elettorale solo nei pochi giorni in cui ai più fortunati sarà concesso di andare legittimamente in ferie,  al termine di una pandemia devastante, quando le attività economiche stanno provando a rimettersi in piedi”.

Un appello al “buon senso” giunge anche da Köllensperger: “Quanto è avvenuto in commissione è positivo, la data di settembre, che risponde solo agli interessi Svp, non ha senso, visto che non si possono adempire gli obblighi elettorali a luglio e agosto e tantomeno fare campagna elettorale. Ora continuiamo il confronto: la data a partire dal 18 ottobre va bene, permette di avere tempi in linea con un corretto esercizio della democrazia”.

Mattei, che pur minimizza l’incidente in commissione, sostiene anche lei la proposta di ottobre (e mesi successivi). “È chiaro - dice - che fare la raccolta delle firme a luglio-agosto, non sapendo neanche cosa succederà per il Covid, e una campagna elettorale senza assembramenti e comizi, senza spiegare la propria proposta ai cittadini, non ha senso. Non è neanche escluso che si debba arrivare ad un rinvio maggiore, quindi nel 2021: davvero l’incertezza al momento è troppa. Detto questo, la maggioranza ha tempo per valutare e se si vorrà nel ddl cambiare la finestra temporale, mettendo solo ottobre-dicembre già in commissione, lo si potrà fare”. Un altro pressing sull’Svp che sulla data si trova isolata.