Denunciate, denunciate, denunciate!
Sulle prime pagine dei quotidiani in lingua tedesca tiene banco anche oggi il tema della violenza connessa al pestaggio dello scorso fine settimana, per il quale sono stati già identificati otto responsabili. In particolare, un lungo articolo di fondo di Toni Ebner – direttore del quotidiano Dolomiten – ricapitola quanto sin qui accaduto e cerca di giustificare la poderosa campagna anti-violenza scatenata dal suo giornale. La tesi centrale dell’articolo (“Alle gemeinsam stoppen wir die Gewalt”) è questa: finora, sebbene fosse già noto, il fenomeno è stato sottovalutato, ma da adesso in poi si tratta finalmente di cooperare al fine di perseguire i responsabili delle azioni violente con più energia ed efficacia. Ebner conferma l’esistenza di bande formate da stranieri specializzati in atti di violenza (circostanza più volte smentita dalla questura ndr) e dice che la prima mossa per rendere concreta un’efficace reazione deve essere fornita dai cittadini stessi, esplicitamente invitati a denunciare ogni singolo fatto. Per questo il Dolomiten è diventato negli ultimi giorni (e continuerà ad esserlo anche in futuro, par di capire) una piattaforma per dichiarare e manifestare casi del genere. Un’indiretta risposta alle tesi di Ebner è data dal direttore della Tageszeitung. Nel suo editoriale (“Angst”), Tribus cerca di offrire un quadro più differenziato e soprattutto mette in guardia da un rischio: dare luogo a campagne di denuncia come quella operata dal Dolomiten significa in sostanza esprimere sfiducia nell’operato della polizia.
Si occupano invece d’altro i titoli principali dei quotidiani “italiani”. “Alcol ai sedicenni, è giusto” è il titolo dell’Alto Adige, riferendosi a una richiesta proveniente dall’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv) indirizzata ai politici Svp: la norma che vieta ai sedicenni persino la somministrazione (e non solo la vendita) di alcolici è troppo restrittiva. “Lucchin demolisce Benko”: il Corriere dell’Alto Adige si dedica infine al grande progetto di rinnovare il parco antistante la stazione ferroviaria caldeggiato dall’imprenditore austriaco René Benko e dall’amministrazione comunale. Un progetto evidentemente non gradito da chi, come l’architetto Claudio Lucchin, vi scorge solo un modo per mettere “le mani sulla città”.