"Politica, rispetta gli impegni con me"
Heiner Oberrauch, da poco eletto presidente degli industriali altoatesini, in questa intervista parla della sua visione alla guida della categoria, e si esprime anche sullo "scandalo mascherine", sul quale è un fiume in piena. Incalza "la politica" "al rispetto dei patti" sulle decine di milioni di euro anticipati. E se non glieli ridanno? "La politica deve trovare il modo di rispettare un impegno che ha preso. La mia famiglia vive questa faccenda molto male, sono amareggiato anche per questo". Attacca il mondo dell'informazione. Ce l'ha con Salto, con la Rai, con il Corriere.
salto.bz: Presidente Oberrauch, se dovessimo definire uno slogan del suo "programma elettorale" da leader degli industriali dell'Alto Adige, citeremmo la sua convinzione che non bisogna produrre "di più" ma "meglio". Lo slogan, in sé, suona bene. Ma, in concreto, cosa vuol dire?
Heiner Oberrauch: Che dobbiamo cambiare il paradigma della crescita per come lo conosciamo, puntando non più sulla quantità, sulla massa, bensì sulla qualità. Dalla fine della Seconda guerra mondiale siamo tutti abituati al concetto di una crescita vorticosa, con l'ultimo secolo che, da solo, ha superato i progressi e le realizzazioni di tanti secoli del passato. Dico semplicemente che questo ritmo non è più sostenibile. La crescita sia una crescita non solo numerica, e non solo di quantità materialistica. Ora si apre una fase totalmente nuova, più legata alla qualità dell'offerta, una fase più a misura di persona. Soprattutto in territori come l'Alto Adige, dove lo spazio non è illimitato, crescere vuol dire soprattutto farlo in armonia con l'ambiente.
La sua esperienza imprenditoriale abbraccia molti settori: come vede lo sviluppo turistico dell'Alto Adige?
Qui da noi è sempre più chiaro che per il turismo di massa non c'è posto: dobbiamo costruire e lasciare qualcosa per i nostri nipoti. Ogni individuo vuole crescere e ogni azienda vuole crescere, ma la crescita del futuro non potrà più essere quella degli ultimi cento anni, perché dovrà mettere al primo posto il rispetto del modo di vivere delle persone. Un turismo di questo tipo è un turismo di eccellenza, di qualità, un turismo sostenibile, che proprio dall'ambiente trae nutrimento. E allo stesso tempo dovremo sempre più considerare le necessità dell'essere vivente verso la salvaguardia di nuovi stili di vita.
Ci sarà da fare un lavoro enorme su un aspetto su cui siamo molto indietro: la digitalizzazione dell’amministrazione pubblica
In questa visione di crescita sostenibile, cosa si aspetta dal sindacato?
Premetto che i nostri rapporti con le organizzazioni sindacali sono, in generale, ottimi. Quello che mi sento di chiedere loro è la capacità di lavorare su una prospettiva sostenibile a lungo termine, e quindi con una visione. Questo talvolta può essere visto in contrasto con la retribuzione a breve termine. Magari razionalizzare nell'immediato può servire per un percorso che, alla fine, potrà vederci vincenti tutti. E' anche interesse dei collaboratori che le aziende vadano bene, che i progetti e la visione di insieme siano ben indirizzate verso il futuro. Pensiamo allo sviluppo dell'industria altoatesina: durante tutti gli ultimi anni, ma anche durante la crisi che stiamo attraversando, è riuscita non solo a mantenere i posti di lavoro esistenti, ma addirittura ad aumentarli, puntando su qualità, innovazione e crescita su nuovi mercati. Gli stessi sindacati hanno riconosciuto questo ruolo trainante del settore manifatturiero.
Cosa si aspetta invece dalla politica?
Intanto ci sarà da fare un lavoro enorme su un aspetto su cui siamo molto indietro: la digitalizzazione dell’amministrazione pubblica. Bisognerà recuperare un gap notevole, un'impresa cui tutti saremo chiamati se veramente vogliamo affrontare col piede giusto la sfida del futuro. Poi esiste un altro aspetto importante, che non ci potremo più nascondere soprattutto in un periodo, il prossimo, in cui a causa della crisi scatenata dal Covid ci ritroveremo a disporre di minori risorse: dobbiamo rivedere con attenzione la spesa pubblica in tutti gli ambiti, anche quello del personale. Abbiamo e avremo bisogno anche in futuro di una pubblica amministrazione efficiente e di servizi di alta qualità. Sono sicuro che grazie alla digitalizzazione, alle ottimizzazioni e alle sinergie che si possono ottenere a livello amministrativo sarà possibile risparmiare il 30 per cento dei costi. Così possiamo indirizzare le risorse verso i servizi e gli investimenti davvero strategici: qual è il migliore investimento nel futuro? È l’investimento nelle teste dei giovani!
A cosa pensa in concreto?
Ad esempio, abbiamo Comuni con meno di mille abitanti, che confinano con altri Comuni delle stesse dimensioni: ma davvero possiamo permetterci due-tre burocrazie comunali al posto di una sola? Credo francamente che relativamente ai dipendenti pubblici, se ragioniamo in un processo di ottimizzazione su vasta scala, si potrebbero avere risultati con un terzo di dipendenti in meno. Non parlo di tagli al personale, ma di uno sviluppo inevitabile dovuto al fatto che la metà del personale della pubblica amministrazione oggi ha più di 50 anni e si avvicina alla pensione. Non potremo sostituire tutti, è una questione anche di cambiamento demografico. Ma si tratta di scelte inevitabili anche perché vivremo i prossimi anni con un decremento di entrate tributarie dovuto alla crisi. Più giusto allocare allora le risorse nella spesa produttiva, piuttosto che per pagare troppi stipendi che non sono indispensabili per la collettività. Occorrerà spendere diversamente per produrre meglio, per stimolare la capacità della società di produrre ricchezza e lavoro.
Il pubblico deve pagare di più, se serve. Ma al tempo stesso, come avviene nel privato, in caso di rapporti di lavoro non soddisfacenti, deve avere la possibilità di interromperli. Così funziona una società moderna.
Personale sanitario e insegnanti, a suo avviso, andrebbero pagati di più?
Va premiato il merito: è giusto pagare di più chi svolge un lavoro straordinario. L’ho detto prima: qual è il migliore investimento nel futuro? È l’investimento nelle teste dei giovani! Per questo ad esempio è importante che gli insegnanti più bravi vengano retribuiti meglio.
Lei si è espresso sulla differenza della possibilità di licenziabilità tra pubblico e privato.
Sì, e credo sia un'ingiustizia. Il pubblico deve pagare di più, se serve. Ma al tempo stesso, come avviene nel privato, in caso di rapporti di lavoro non soddisfacenti, deve avere la possibilità di interromperli. Così funziona una società moderna.
Il suo gruppo com'è andato quest'anno?
Il core business molto bene, abbiamo quasi un 20 per cento di incremento di fatturato. Tutto ciò che è legato alla montagna, ha registrato una crescita notevole. Altri settori, come la moda o i prodotti tessili per il nuoto, hanno invece subito cali rilevanti. La gente, in questo periodo di crisi, ha ancora di più riscoperto la montagna, ha visto la montagna quasi come un fattore di protezione spirituale durante la pandemia, ha creato con essa, nelle incertezze della vita, un rapporto ancor più forte che in passato. La gente si è affidata alla montagna un po' come a una seconda madre. Credo che i buoni risultati del gruppo, oltre agli aspetti tecnici, si spieghino anche così.
Presidente Oberrauch, adesso senza girarci intorno veniamo al tema mascherine e tutte le polemiche annesse e connesse. Mi dica: per quale motivo lei avrebbe dovuto effettuare due ordini di mascherine cinesi così ingenti? Per il bene comune?
Vede? Già questa domanda mi fa infuriare! Perché esistono persone che considerano impossibile che uno possa agire per il bene comune, si pensa sempre a secondi fini! Qui non esiste nessun scandalo mascherine, esiste lo scandalo della stampa che distorce la verità sull‘importazione delle mascherine. Per esempio voi di Salto e la RAI avete ripreso le notizie non corrette senza fare indagini. Lei non crede che si possano fare cose per il bene comune?
Personalmente, per quel che vale, io credo di sì, che sia assolutamente possibile. Il che non mi esime dal farle alcune domande. Cominciamo dal principio di questa storia. Com'è che lei effettua questo ordine? Chi glielo chiede?
Il giorno 9 di marzo mi chiama Federico Giudiceandrea il presidente dell’Assoimprenditori Alto Adige a quel tempo: 'Heiner, mi hanno chiamato dalla giunta provinciale e mi hanno detto che nella sanità non hanno più materiale protettivo. La protezione civile non consegna più materiale protettivo e la sanità ha ancora materiale per due o tre giorni. Mi hanno chiesto di chiamare le aziende tessili se hanno in qualche modo la possibilità di aiutare. Per le vie usuali di fornitura non si riceve più nulla. È grave, è una catastrofe'. Dopodiché abbiamo cominciato immediatamente a produrre mascherine di tessuto nei nostri laboratori in Italia e dei grembiuli di goretex per i medici. Ma le quantità che riuscivamo a produrre dagli scarti delle nostre stoffe erano soltanto una goccia nell´oceano. Inoltre il nostro Ceo Christoph Engl veniva richiesto dall'Azienda sanitaria, nella persona del dottor Zerzer, e me lo chiedeva anche la politica, se non potevamo interessarci a fonti di fornitura dalla Cina. Alla fine, anche se questo tutt’ora era la Sabes che li importava, noi abbiamo mediato, organizzato e alla fine abbiamo prefinanziato il materiale richiesto della sanità. Addirittura, in quel tempo tutti erano nervosi e i giornalisti hanno cercato di superarsi a vicenda, sul Corriere dell’Alto Adige c’era scritto che noi avevamo una fabbrica di mascherine in Cina! Ribadisco che non abbiamo mai importato dei mezzi protettivi in Europa, non siamo esperti di questi prodotti e non sappiamo nulla di questo mestiere. E, che fosse cosi, lo avevamo detto sempre sin dall`inizio a tutti gli interessati. Abbiamo passato i contatti del nostro licenziatario cinese alla SABES e la cosa inizialmente non doveva essere altro che una intermediazione di contatti con fornitori. Ma alla fine ci siamo trovati anche nella necessità di fungere da banca per la mano pubblica per una-due settimane, dovendo prefinanziare l´intera operazione. Mentre tutta la merce l’ha importata la Sabes a proprio nome, noi abbiamo dovuto emettere fattura soltanto perché ci fossero restituite le somme del prefinanziamento, che soltanto così si diceva la mano pubblica avrebbe avuto la possibilità di pagarci. Perciò la mia azienda non era fornitore, ma agiva in nome della Sabes ovvero della Provincia per rendere possibile l'arrivo di materiale di protezione individuale che altrimenti sarebbe mancato del tutto.
Sono molto amareggiato di tutto ciò che è stato pubblicato
Facciamo un salto alla situaizone di marzo 2020...
La situazione a inizio 2020 era disperata. Ricordo le foto e le riprese televisive della situazione di Bergamo dove per mancanza di materiale protettivo i medici ed infermieri indossavano sacchi di plastica e mascherine da fazzoletto di carta … Mi pregavano: 'Heiner, se hai qualsiasi possibilità: aiutaci … perché voi della Oberalp avete contatti con la Cina dove questi prodotti sono creati'. Siamo andati così alla ricerca e il nostro licenziatario cinese in pochi giorni ci ha procurato dei possibili fornitori di materiale protettivo che abbiamo immediatamente passato alla sanità con il commento 'Se le proposte vi possono interessare, arrangiatevi'. Ma poi nacque il problema che la sanità come ente pubblico non poteva mandare soldi in Cina, che erano richiesti come pagamento immediato per garantire la fornitura all`aeroporto di Xiamen per il ritiro da parte della Sabes. E cosi ci hanno chiesto di prefinanziare i loro ordini. Era scoppiata la pandemia in tutto il mondo e la guerra sul materiale protettivo: chi non pagava subito e veloce, si portava fuori gioco. Era una lotta sul filo del rasoio, non solo di giorni ma anche di ore. Ci hanno chiesto di intermediare subito, sebbene non ci fosse contratto formale perché per la procedura burocratica sarebbero serviti giorni. Nacque il secondo problema: che la sanità non poteva o voleva pagare in dollari. Siccome era una somma oltre 7 milioni, e prima di procedere, chiedevo per cautela al presidente Kompatscher ribadendo che noi non capivamoi nulla di materiali protettivi, e che doveva giudicare la sanità sulla idoneità dei materiali offerti dai fornitori cinesi. Sarei stato disposto a prefinanziare se lui mi garantiva il pagamento. Qui intanto la situazione era disperata, e dopo un breve consiglio di famiglia abbiamo deciso di prefinanziare gli ordini della Sabes e di spedire i soldi in Cina. Così parte il primo ordine di 7 milioni di euro anticipato pienamente dalla Oberalp per conto della Provincia.
E poi che succede?
Tra mille difficoltà, nacque come terzo problema da superare quello dei trasporti. Il trasporto originariamente doveva essere organizzato dalla protezione civile italiana. Ma non era possibile fare atterrare aeri militari in Cina come si pensava all`inizio. Altri aerei cargo non erano a disposizione, solo dopo 10-15 giorni. Così è nata l’idea di mandare aerei civili e con l'aiuto del governo austriaco sono stati mandati degli aeri dell’Aua anche ricoprendo i sedili con i pacchi del materiale protettivo. La stessa Austria accettava di collaborare ma richiedeva anche lei qualche partita di mascherine e tute. Succedeva che i materiali arrivavano - nessuno ci aveva creduto - , ma l'emergenza nel frattempo era esplosa esponenzialmente, e dunque servivano altri quantitativi di materiale protettivo, mascherine e tute, ancora più ingenti. Me lo chiedeva Zerzer, me lo chiedeva in persona Widmann, mi spiegavano che la Provincia anche per questa seconda richiesta non poteva pagare né in anticipo né dopo un contratto, e per fare il contratto occorrerebbero come minimo settimane e non c'era tempo in un'emergenza assoluta.
E a questo punto Kompatscher in persona le dà rassicurazioni...
Assolutamente, e l’ha anche confermato in Tv. Devo precisare che gli ho telefonato per rassicurarmi del primo ordine ma per me era ovvio che per il secondo ordine valeva la stessa procedura in quanto il materiale della Cina era arrivato a Bolzano, e la sanità l'aveva in mano e l'aveva valutato utilizzabile.
Nulla di scritto, comunque.
No, ma qui da noi in Alto Adige la parola ha un valore. Come per il primo ordine, le carte si avrebbero redatte dopo e doveva bastare una email che elencava il fabbisogno. Dopo oltre una settimana per il primo ordine era arrivato anche un contratto che aveva formalizzato il ritorno dei soldi anticipati alla Oberalp. La procedura uguale sarebbe stata applicata anche per la seconda richiesta, di questo ero sicuro e non potevo avere nessun dubbio.
Mentre tutta la merce l’ha importata la Sabes a proprio nome, noi abbiamo dovuto emettere fattura soltanto perché ci fossero restituite le somme del prefinanziamento
Dunque, parte il secondo ordine: stavolta di quanto?
Di altri 25 milioni, dopo una e-mail con lista formulata dal dott. Kaufmann.
E qui cominciano i pasticci: non erano a norma.
Non c'era alcuna possibilità di seguire un processo abituale, data l'emergenza dettata dalla pandemia. Per fare esami approfonditi da parte di istituti certificatori sarebbero occorse settimane, a noi tutti hanno fatto una fretta incredibile dicendo che la mancanza di materiale protettivo era diventata una questione di vita o di morte: cosa dovevamo fare, fregarcene e alzare le spalle?
Altra grana, la Provincia non vi paga, non le restituisce i milioni anticipati. Ma mi dica una cosa: lei sta sentendo Zerzer e Kompatscher per il saldo? Cosa le dicono?
Mi dicono, e dicono ai miei avvocati, che stanno lavorando per una soluzione.
E se la soluzione non arriva? Che succede?
Non voglio nemmeno immaginarmelo, sarebbe un colpo durissimo, sarebbe mettere in ginocchio la mia azienda, la politica deve trovare il modo di rispettare un impegno che ha preso. Il vero problema è che la Sabes, che peraltro è anche formalmente l'importatore dei mezzi protettivi, funziona con le regolari procedure amministrative, non sono ammesse procedure particolari, neanche in tempi di assoluta emergenza. Se la stessa fosse stata eseguita ad esempio dalla Protezione civile, che ha altra flessibilità operativa per le urgenze, oggi non ci sarebbe nessun problema.
Per essere più preciso, al prezzo abbiamo solo aggiunto un 3 per cento di rischio valuta (cambio dollaro ad euro) più le nostre spese amministrative ed il trasporto più immagazzinaggio a Xiamen, ma non un soldo in più.
Ci parli del prezzo. Lei si infuria se qualcuno mette in dubbio il suo slancio per il bene comune. Ma il prezzo di questi due mega-ordini come è nato? Come si è formato?
Semplice, è il prezzo che il nostro licenziatario in Cina ci ha indicato via e-mail. I giornali hanno scritto che noi avremmo importato e portato le mascherine e addirittura il Corriere dell’Alto Adige è arrivato all’idea che avremmo una fabbrica in Cina che produce mascherine: non abbiamo importato nessun capo in Italia, abbiamo messo a disposizione i nostri contatti con il nostro licenziatario e passato i prezzi che lui ha indicato. Ecco perché prima ho parlato di uno scandalo di stampa. Per essere più preciso, al prezzo abbiamo solo aggiunto un 3 per cento di rischio valuta (cambio dollaro ad euro) più le nostre spese amministrative ed il trasporto più immagazzinaggio a Xiamen, ma non un soldo in più. Sa cosa ci ha detto un ufficiale dei carabinieri dopo che sono passati qui a sequestrare il tutto? Ci ha detto: Presidente, per i prezzi vi dovrebbero dare una medaglia d'oro!
Presidente Oberrauch, lei si sente una vittima?
Non userei la parola vittima, ma sono molto amareggiato di tutto ciò che è stato pubblicato. Io credo che la parola debba valere qualcosa, in particolar modo in situazioni di assoluta emergenza. Dall’altra parte posso anche capire l'amministrazione, ma il vero problema è che non esistono leggi per una situazione di emergenza. Ed a proposito di parola: ad esempio, un direttore di banca a una mia semplice chiamata ci ha garantito credito per affrontare l'anticipo somme da non poco proprio sulla mia parola. Ricordo che con uno sforzo comune di amministrazione, di politici, di privati e di banca siamo stati in grado di procurare materiale protettivo per la nostra provincia quando nessun’altro poteva. La mia famiglia vive questa faccenda molto male. Sono amareggiato anche per questo. Il problema vero è che non esistono leggi e procedure per una situazione di emergenza.
Alla luce di tutto quanto accaduto con le mascherine, se lei potesse tornare indietro rifarebbe le stesse cose o se ne guarderebbe bene?
Ripensando al periodo davvero drammatico in cui ci trovavamo, oggi posso dire che lo avrei fatto ugualmente, comunicando però prima con i media. Allora pensavo che, agendo solo da tramite, sarebbe stato compito dell’Azienda Sanitaria coordinare la comunicazione. Con il senno di poi, e visto il riscontro mediatico e pubblico nei confronti della mia azienda, avrei agito attivamente.
Das ist ein sehr langes
Das ist ein sehr langes Interview, länger als die Maskenaffäre. Die Wahl zum Vorsitzenden von Heiner Oberrauch ist nicht zufällig. In seiner Situation kann er eine gestärkte Machtposition gut gebrauchen. Die Firma Oberalp wird wegen der zwanzig Millionen sicher nicht sterben. Herr Oberrauch wird nun sehen, ob eine Fotokopie für einen solchen Monsterauftrag wirklich genügt. Der zuständige Landesbeamte wird sich umsehen müssen, ob er seine Unterschrift nicht fahrlässig gesetzt hat. In Kalabrien könnte ich mir die Lösung der Affäre irgendwie ausmalen. Wir sind in Südtirol. Dort wird es die SVP auf Kosten des Steuerzahlers regeln. Unter Ausschluss der Öffentlichkeit natürlich.
Ich hätte eine Vision: Wenn sich Herr Oberrauch mit Luis Durnwalder und dem Großen Vogel zusammentut, dann sind wir den Landeshauptmann samt seiner Regierungstruppe los.
Wenn die Herren Kompatscher,
Wenn die Herren Kompatscher, Widmann und Zerzer diese Aussagen bestätigen dann warten wir die Lösungsvorschläge der Landesregierung ab, und da es sich um öffentliche Gelder sowie um Eventualverbindlichkeiten handelt, sollte alles mit größtmöglicher Transparenz und unter strenger Einhaltung der gesetzlichen Bestimmungen erfolgen. Dann sehen wir weiter. Eine "multinationale Unternehmung als politischer Akteur in der globalisierten Welt" hat damit nichts zu tun, oder ?
Il signor Oberrauch conferma
Il signor Oberrauch conferma di essere una degna persona. Ha dei principi e giustamente si infuria se, con fare superficiale, non gli vengono riconosciuti. Mi auguro che riesca a farli filtrare anche nell'intero mondo imprenditoriale. Abbiamo bisogno di una ripartenza e di un'economia fondata su basi di trasparenza ed eticità
Das gejammere und Verkaufs-
Das gejammere und Verkaufs- und Kaufsversprechen geht jetzt schon über ein Jahr in den Medien rum. Gültiger Kaufvertrag für welche Ware? Wird wie bestellt geliefert? Wenn ja, dann bezahlt, wenn die Qualität stimmt... und wo ist die Ware die bezahlt werden soll? Sollen wir Steuerzahler eine nicht gelieferte Ware die die Politik und Sanitätisverwaltung " bestellt " hat oder nur besprochen hat und nicht der Qualität für die Verwendung hat (Zertifiziert) wirklich bezahlen? Wo liegt die Ware jetzt und wenn dann schon ein Jahr vergangen ist, wieso hat der " Verkäufer " die Ware nicht schon längst weiterverkauft (wenn sie OK ist), wenn die Damen und Herren der Politik und Sanität diese nicht Zertifizierten Papiertücher nicht bezahlen möchten, oder doch... ;-) ist der Kaufvertrag wirklich gültig? Die Pointe an der Geschichte ist oder nicht ist, ist das spannend oder nicht, bin glatt der Meinung, Freunderlwirtschaft oder doch kalkuliertes verbrausen an Steuergeldern oder wirlich ohne Ausschreibung vergeben worden, ist das ein Vergehen oder ist das einfach kalkuliert bei unserem sehr langsamen "la legge è uguali per tutti" oder nicht führ alle gleich oder wird kalkuliert dass die Betroffenen das eh nicht überleben? Naja einer will dass die nichtgelieferte Ware die scheinbar noch in China liegt ( ob sie noch dort ist müsste verifiziert werden) bezahlt wird und die anderen sagen wöchentlich was anderes, danke an Franceschini für den Ausfühlichen Bericht und hoffe dass der Faschingsmaskenball bald endet, Aschermittwoch war schon im Februar ;-). Naja die ganz grosse Frage kommt zum Schluss, gibt es einen gültigen Kaufvertrag oder auch nicht... und für welche Ware und wer von den 2 Parteien hat sie dann wirklich rechtlich sicher abgeschlossen? und wer steht letztendlich gerade... immerhin sind es über zwanzig Millionen Euronen und mit dem könnte ich mir jetzt eine feine Rente genehmigen... ;-) ups, ist ja nur Steuergeld!!! und jetzt bin ich neugierig was die betroffenen Damen und Herren noch im Köcher haben um sich mit nichtzertifizierter Ware die Taschen mit Mundpapiertücher (oder sind es doch Scheine) zu füllen. Also möchte ich einfach mal eine Wette abschliessen, wer setzt auf die Politik und Sanitätisspitze und wer auf die private Wirtschaft?
In risposta a Das gejammere und Verkaufs- di Georg Holzer
...oder wird da in einem Topf
...oder wird da in einem Topf gerührt?
In risposta a ...oder wird da in einem Topf di Georg Holzer
und der Rechtsstreit wird
und der Rechtsstreit wird sich noch über Jahre hinausziehen... uguale a tutti o no?
Wenn dieser Herr Oberrauch
Wenn dieser Herr Oberrauch Unternehmer sein will, dann muss er sich auch zum unternehmerischen Risiko bekennen. Sonst kann er ja gleich Landesbeamter werden.
Mich würde interessieren, ob
Mich würde interessieren, ob zwischen der Firma Oberalp und dem chinesischen Maskenproduzenten ein schriftliches Abkommen (vulgo: Vertrag) aufgesetzt
wurde.
Wenn ja, dann wunderts mich , dass ähnliches Dokument zwischen der Firma Oberalp und dem Sanitätsbetrieb nicht verfasst wurde.
Wie ist diesbezüglich die Argumentation der Beteiligten ? Zeitdruck ?
Eine Erklärung meinerseits dafür könnte sein, dass in morphosyllabischer Schrift verfasste Vertragstexte schneller aufgesetzt werden können.
Ich erlaube mir auch die Frage, inwiefern enge Wirtschaftsbeziehungen zu Fernost in der Textilindustrie mit dem Prädikat
nachhaltiger Wirtschaft vereinbar sind?
In risposta a Mich würde interessieren, ob di Frei Erfunden
... also „Nachhaltigkeit“ war
... „Nachhaltigkeit“ war damals in Bezug auf Schutzausrüstung nun wirklich kein Thema - es ging um Pandemie und Menschenleben, um Leben oder Tod!
.
... und „pacta servanda sunt“ - ob mündlich oder schriftlich - ist heute auch in Politik & Verwaltung leider kein Maßstab mehr, hier bin ich ganz bei Herrn Oberrauch.
Augenhöhe und Verbindlichkeit werden zunehmend Fremdworte, der momentane eigene Nutzen und eine nachfolgende Verantwortungslosigkeit gegenüber Vereinbarungen, also zur Gegenleistung zum Nutzen auch des anderen, kennzeichnen zunehmend unsere Zeit.
Die Vertreter unserer Gesellschaft ließen die Schutzausrüstung für uns kommen, nun mögen wir auch dafür geradestehen und diese begleichen.
In risposta a ... also „Nachhaltigkeit“ war di Peter Gasser
...die 'Nachhaltigkeit' wird
...die 'Nachhaltigkeit' wird von Herrn Oberrauch im Interview gefordert und meine Bemerkung diesbezüglich bezieht sich nicht auf die Maskenaffäre.
Dass es bei so einem Auftragsvolumen zu keiner schriftlichen Vertragsvereinbarung gekommen ist , ist in meinen Augen kein Armutszeugnis unserer Zeit ('o tempora, o mores' WTF) sondern eher Zeichen der Verfilzung von öffentlichen Institutionen und privatem Unternehmertum.
Wer sugeriert, Unternehmer
Wer sugeriert, Unternehmer könnten keine Sozialleistungen erbringen, sie wären ja alle nur aufs Abzocken gierig, tut Unrecht. Der Wohlstand aus dem wir alle schöpfen, wird vorangig von Unternehmen erbracht. Der größte Teil dieser Unternehmen sind klein- u. mittelständische Betriebe, die von engagierten Unternehmern gegründet und betrieben werden und viele von ihnen engagieren sich nebenbei für soziale Belange. Dieser Einsatz ist besonders dann wertvoll, wenn die öffentlichen Einrichtungen überfordert oder der Behördenweg zu langsam ist; dies traf z.B. für Heiner Oberrauch zu, als er ein Haus für Obdachlose zur Verfügung stellte, und wohl auch damals, als der Bedarf an größeren Mengen von Masken dingend eingefordert wurde. Ich hoffe sehr, dass dieses Masken-Problem ehestens einvernehmlich gelöst werden kann.