Politica | Mondo aperto

La buona globalizzazione

La grande idea del commercio equo e solidale.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Salto.bz

“Fino all’8 settembre del ’43, si andava tutti d’accordo”. Tra italiani e tedeschi, intendono gli anziani bolzanini italiani che hanno vissuto direttamente quel periodo. È la percezione di persone venute qui da altre regioni italiane e condizionate dalla propaganda fascista, ignare della storia di questa provincia. Dal 1919 al 1943 non esiste nessun problema etnico/linguistico: i sudtirolesi di lingua tedesca (ex cittadini austriaci) si adeguano al nuovo Stato, alla lingua italiana obbligatoria negli uffici pubblici, alla nuova gerarchia imposta dal regime fascista negli Enti pubblici e privati. Essi subiscono, si sottomettono e..”si va d’accordo”. Il più brutto risveglio per la comunità italiana dell’Alto Adige è il 9 settembre del 1943 con l’intervento delle truppe della Wehrmacht e con l’occupazione di tutto il potere locale da parte dei tedeschi (germanici e sudtirolesi). Ripristino della lingua tedesca negli uffici, scuole e cambio dei vertici di tutte le gerarchie. Da Provincia di Bolzano a Land della Grande Germania. Rapido e brutale rovesciamento della situazione precedente, profonda paura della comunità italiana per la sua stessa esistenza futura, senso di liberazione ed entusiasmo tra i sudtirolesi per l’arrivo delle truppe tedesche. Finito il (finto) idillio tra i gruppi così come percepito dagli italiani, si scopre improvvisamente la questione etnica. La guerra per molti altoatesini è cominciata l’8 settembre del 1943.
(www.albertostenico.it)