Mal di pancia nella sanità
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“Le iperboliche promesse pre-elettorali della politica, alla prova dei fatti si sono sciolte come neve al sole”. Lo afferma Franco Dalla Costa della Funzione pubblica Cgil/Agb, settore sanità. “Gli aspetti positivi della bozza del nuovo contratto del comparto della sanità che interessa circa 8.500 lavoratrici e lavoratori – sottolinea il delegato sindacale - sono da ascriversi all’impegno e alla battaglia condotta dai sindacati. La Provincia, infatti, ha in buona parte disatteso le tante promesse fatte soprattutto durante l’ultima campagna elettorale”.
Tra gli aspetti positivi il sindacato di categoria pone l’accento sull’aumento di alcune indennità connesse ai servizi più logoranti tra cui notturno e festivo. C’è, invece, delusione, rispetto al modo in cui viene definita la riduzione, da 38 a 36 ore, dell’orario di lavoro. “E’ stato previsto – spiega Dalla Costa – un sistema che si può definire a cottimo. Per ottenere un reale incremento dello stipendio, infatti, è necessario andare a coprire le ore che sono state tolte, attraverso dei servizi aggiuntivi, che verranno assegnati dalle direzioni tecnico assistenziali”.
La Funzione pubblica della Cgil evidenzia anche come non sia stata concessa, in questa tornata di contrattazione, la creazione di un’indennità per il restante personale della sanità che è pari a circa il 25/30% dei dipendenti, escluso dalla riduzione dell'orario di lavoro per irremovibile scelta politica. “Lo abbiamo proposto – ancora Dalla Costa – assieme ad altre novità. Il No che ci è arrivato di fatto spacca in due l’intero comparto”.
Infine, il sindacato lamenta che l’indennità del personale sanitario non è stata portata allo stesso livello di quella degli infermieri. “Senza assolutamente ridurre quanto previsto per quest’ultima categoria – conclude Dalla Costa – da 200 euro si sarebbe potuti arrivare a 250 euro per tutti, trattandosi di personale che possiede lo stesso tipo di titolo, cioè la laurea triennale e lo stesso attestato di bilinguismo”.“Siamo comunque soddisfatti – conclude Dalla Costa - di aver ottenuto un notevole incremento di queste indennità che vanno, almeno in parte, a costituire un aumento strutturale dello stipendio per queste categorie. Indubbiamente ci sono degli aspetti positivi, ma anche alcune criticità difficilmente digeribili. Per questo avremmo voluto sottoporre questo contratto al voto del personale attraverso le assemblee, purtroppo questo risulta impossibile a causa dei tempi tecnici legati alla chiusura del bilancio provinciale, che obbligano a prendere una decisione entro martedì prossimo per non perdere i finanziamenti previsti. Pertanto la decisione in merito verrà presa dai nostri organi statutari, che sono comunque espressione democratica del voto delle lavoratrici e dei lavoratori che ci sostengono e sono quindi titolati a rappresentarli in questa scelta”.
Il sindacato Nursing up, intanto, fa sapere che “sebbene si stia arrivando a una conclusione per il contratto della Sanità pubblica provinciale, lo sciopero del 20 novembre si svolgerà anche in Alto Adige nonostante la differente situazione contrattuale”.
“Innanzitutto, molte delle motivazioni alla base di questo sciopero – sottolinea Massimo Ribetto - sono trasversali e condivisibili anche nella nostra Provincia come: il riconoscimento delle mansioni usuranti, la mancata detassazione di una parte della retribuzione e il tema della sicurezza negli ospedali rispetto al fenomeno delle aggressioni ai sanitari, una triste realtà quest’ultima presente anche nei nostri ospedali”.
Rispetto alla situazione contrattuale, che in provincia di Bolzano è differente da quella nazionale, “ci sarà presto la firma del nostro contratto che apporterà sicuramente degli aumenti e dei parziali miglioramenti per le professioni sanitarie. Rimane però, secondo la nostra organizzazione la delusione, in quanto si sarebbe potuto fare molto di più, ci siamo visti ridurre i finanziamenti promessi in corso di trattativa, sono state disattese in buona parte le linee guida della Giunta Provinciale deliberate a ottobre 2023 e ancora una volta viene premiato maggiormente il lavoro aggiuntivo piuttosto che il riconoscimento professionale.
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