Politica | Nuova geografia

Si torna alla Venezia Tridentina?

A Bolzano e Trento si discute sull'autonomia. Ma intanto il disegno di legge costituzionale del PD nazionale intende accorpare le tre regioni del Nordest.

Secondo il Quotidiano Italiano il disegno di legge costituzionale del PD a firma degli onorevoli Morassut e Ranucci prevede una riduzione del numero delle regioni italiane, da 20 a 12. E un accorpamento di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia che si ritroverebbero assieme in una sorta di riedizione del ‘Triveneto’

Secondo il quotidiano online disegno di legge verrà presentato domani 16 dicembre 2014 dal PD nazionale alla Camera dei Deputati. E se la legge verrà approvata nei due rami del Parlamento, la geografia politica del paese cambierà notevolmente, introducendo tra l'altro al posto di quella che era la Provincia di Roma, la regione Roma Capitale.

«Dopo 45 anni dalla nascita delle regioni – hanno spiegato in una nota congiunta Morassut e Ranucci – pensiamo che in Italia sia arrivato il momento di discutere concretamente di una riforma del regionalismo. Oggi ci troviamo in una fase in cui stiamo riorganizzando lo stato, le massime istituzioni, e le basi fondamentali della nostra Costituzione; parliamo poi di riforma della legge elettorale e discutiamo di spending review, cioè di riduzione delle spese. Allora, in questo quadro, il tema delle regioni diventa fondamentale».

«Le Regioni – concludono – sono nate negli anni ’70 per cercare di dare rappresentanza alle diverse identità italiane. Ma se in una prima fase hanno fatto bene e hanno aiutato la crescita del Paese, in un secondo momento sono diventate protagoniste di fenomeni non positivi della vita pubblica. 15 sono finite sotto inchiesta, 494 sono stati i consiglieri coinvolti, quasi 60 milioni di euro – tutti soldi pubblici – la cifra sulla quale i magistrati stanno ancora indagando. È per questo che ora bisogna cambiare».

Oltre al Nordest, gli ulteriori accorpamenti riguardano Piemonte e Liguria, Toscane ed Umbria, Puglia e Molise. Il Lazio verrebbe smembrato per dare spazio alla regione Roma Capitale, cedendo territori alle regioni limitrofe. Smembramento previsto anche per la Basilicata: metà andrebbe alla ‘grande’ Puglia e l’altra metà alla Calabria.