Altri rifiuti per l’inceneritore? Nessuna fretta
Nei giorni scorsi l’assessore Richard Theiner ha emesso un comunicato in cui ha riferito quali sono gli impegni presi dalla Provincia per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente, alla luce degli accordi assunti a livello internazionale dopo al conferenza di Parigi.
Ebbene: nel comunicato accanto alle questioni relative alle fonti rinnovabili ed alla mobilità ecosostenibile non si trova nessun riferimento all’inceneritore di Bolzano che però da tempo si trova al primo posto in questo senso tra le preoccupazioni di diverse decine di migliaia di cittadini, non solo del capoluogo.
L’impianto di Bolzano Sud è inoltre tornato al centro delle cronache dopo l’ennesimo incidente e il conseguente ripensamento in merito al sistema di conferimento dei rifiuti ingombranti, inevitabilmente legato anche alla tematica scottante della possibile ‘importazione’ di rifiuti dal Trentino per far lavorare a pieno regime il termovalorizzatore.
I rifiuti ingombranti dell'artigianato
Come si ricorderà nei mesi scorsi due vie erano state identificate per incrementare la quantità dei rifiuti bruciati: appunto importare rifiuti da fuori (Trentino) oppure utilizzare rifiuti speciali provenienti dalle impresi locale artigiane. Ebbene: proprio nei giorni scorsi è giunto all’Agenzia per l’Ambiente l’atteso studio commissionato all’Università di Vienna per poter stilare delle linee guida su come devono essere preparati i rifiuti provenienti dall’artigianato preselezionando le porzioni sgradite in quanto contenti cloro (cornici di finestre e altro) che possono dare problemi all’impianto. I contenuti dello studio verranno presentati ufficialmente nei prossimi giorni ma intanto è già stata programmato una riunione con i produttori di rifiuti artigianali. Una cosa è certa: i rifiuti localmente ci sarebbero, ma la questione è legata ad discorso di mercato. L’inceneritore offre un prezzo di 90 euro a tonnellata per i rifiuti speciali conferibili all’inceneritore. A quanto è dato ora di sapere con le nuove indicazioni alle ditte verrebbe richiesto solo un po’ di lavoro in più per selezionare il materiale, consentendo di conferire a Bolzano con costi solo un poco più alti rispetto a prima ma in condizioni ancora sostanzialmente convenienti.
Rifiuti ingombranti urbani
Prima di passare a parlare dell’importazione di rifiuti ‘da fuori’ è quindi necessario fare una premessa per differenziare i rifiuti speciali ‘artigianali’ dai rifiuti ingombranti che noi cittadini portiamo al centro di riciclaggio e cioè materassi, poltrone ecc., responsabili dell’ultimo incendio all’impianto.
In futuro anche questo flusso dovrà essere selezionato e pretrattato prima di essere conferito perché altrimenti si potranno verificare criticità. Per risolvere il problema la Provincia ha ipotizzato che nell’area attigua al termovalorizzatore venga posizionato un trituratore per ‘preparare’ i rifiuti. Ma l’operazione deve fare i conti con la necessità di demolire il vecchio inceneritore che si trova proprio accanto al termovalizzatore, e il cui terreno di proprietà del Comune di Bolzano.
Già l’assessore Mussner (il cui successore oggi è Theiner) a suo tempo aveva manifestato la disponibilità della Provincia a rimuovere il vecchio inceneritore: costo circa 1,8 milioni. Per l’eventuale bonifica dell’area in realtà non ci sono dati certi anche perché il costo della bonifica sarebbe in funzione dell’uso che dell’area si intende fare. Sulla superficie dovè stato realizzato il nuovo inceneritore la bonifica è costata 10 milioni di euro e se si bonificasse anche nell’area del vecchio la spesa sarebbe almeno la stessa. Se invece viene fatto solo un piazzale asfaltato allora la spesa può anche essere di soli 500mila euro.
La contaminazione dell’area del vecchio inceneritore è definita dai tecnici ‘in equilibrio’ perché è lì dagli anni ’60 quindi potrebbe non essere necessaria una bonifica ‘radicale’. Essendo il trituratore una macchina, questa andrebbe appoggiata sopra l’area e quindi non necessiterebbe della forte bonifica del sottosuolo che sarebbe necessaria invece in presenza di struttura dotata di fondamenta.
I tempi? Per quanto riguarda la realizzazione dell’impianto di triturazione si parla di almeno un anno o un anno e mezzo, una volta deciso e appaltato il lavoro, anche se la demolizione del vecchio inceneritore avverrebbe in tempi abbastanza brevi.
Il passaggio propedeutico generale è un accordo con il comune di Bolzano che assegni i compiti di ognuno decidendo come si procede. La volontà di procedere da parte sia di Comune che di Provincia. Seab ha comunque in mente di utilizzare parte dell’area e il resto come detto interessa ad Ecocenter. Entrambe sono aziende pubbliche così come Comune e Provincia e quindi la cosa dovrebbe essere fattibile. A fine 2018 dunque il trituratore potrebbe entrare in funzione. Ma intanto cosa si fa?
Come si è fatto fino ad ora. O, meglio, ‘come si sarebbe dovuto fare’ visti gli incidenti verificatisi.
Si farà dunque ricorso a ditte private che svolgono già questo tipo di lavori di cernita e triturazione per ‘preparare’ i rifiuti ingombranti al conferimento nell’inceneritore. Costi che ricadono sui comuni che conferiscono. Ma stiamo parlando di circa 7mila tonnellate all’anno, quindi di una piccola parte del totale dei rifiuti conferiti. Una piccola spesa, dunque. Che i comuni cercheranno di non far ricadere sulle tasche dei cittadini, anche se come si sa di questi tempi è tutt’altro che facile.
Importazione dei rifiuti?
Eccoci dunque all’ipotesi dell’importazione dei rifiuti. L’impressione è che Palazzo Widmann stia facendo di tutto per ‘sdrammatizzare’ questa prospettiva.
In realtà a bene vedere la politica dà segnali contrastanti, alternando momenti in cui spinge per privilegiare i rifiuti locali ad altri in cui invece sembra prendere concretamente in considerazione anche l’importazione di rifiuti dal Trentino.
I trentini in realtà, come abbiamo già scritto su Salto, non non sono così interessati a portare i loro rifiuti a Bolzano. Con un’eccezione però: i rifiuti di Fiemme e Fassa che, arrivando attraverso Cavalese Passo San Lugano ed Ora, tutto sommato compirebbero un tragitto minore se venissero destinati all’impianto di Bolzano Sud.
Oggettivamente però - al contrario di quanto continua a sostenere Ecocenter - non ci sarebbe nessuna urgenza di andare a cercare rifiuti altrove in quanto l’impianto di Bolzano è già in grado attualmente di smaltire 110-115 tonnellate l’anno rispetto alle 130 massime previste. Non solo: l’urgenza non ci sarebbe nemmeno per quanto riguarda il teleriscaldamento in quanto Ecoterm ha già confermato di essere a posto in questo inverno con i rifiuti presenti per quanto riguarda le sue esigenze per il teleriscaldamento.
La politica
È inevitabile il fatto che tutta questa complessa tematica si intrecci fino ad attorcigliarsi attorno alle vicende controverse dell’attuale politica locale. In cui la parte del leone è assunta senz’altro dal dibattito legato alla gestione dell’inceneritore ‘provinciale’ all’interno del territorio della città di Bolzano, con la quale non sempre (per usare un eufemismo) la Provincia si comporta come se dialogasse con il capoluogo. Le restanti stratificazioni del dibattito vedono naturalmente protagonisti i comuni altoatesini che poi individualmente ’scaricano’ i rifiuti su Bolzano, la SVP con le sue divisioni interne anche sue questa tematica, le pressioni degli ambientalisti, quelle dei comuni della Bassa Atesina e dell’Oltradige che si trovano a pochi passi dall’impianto e, non ultime, le condizioni precarie in cui si trova la politica comunale del capoluogo da una parte ’appesa’ ad una gestione commissariale e dall’altra in procinto di entrare in una campagna elettorale che si preannuncia feroce e nella quale senz’altro la gestione futura dell’inceneritore sarà uno dei temi chiave per diverse forze politiche.