Politica | IN COMMISSIONE

Inammissibile!

La presidente Casellati ha stoppato l’emendamento Bressa anti-concentrazioni editoriali. Il senatore: “Ci riprovo a gennaio nella legge sulla concorrenza”.
Stop - respinto - rejected
Foto: (c) pixabay

Negli ultimi tempi la presidente del Senato Alberti Casellati aveva già dato una forte stretta all’ammissibilità degli emendamenti "non pertinenti", per cui le speranze di arrivare in aula erano oggettivamente poche. Gianclaudio Bressa incassa dunque senza fare una piega il “no” arrivato all’ora di pranzo (15 dicembre) alla sua iniziativa “anti-monopoli editoriali” inserita nella legge di bilancio affrontata in discussione in commissione legislativa. “Ci riproverò di certo”, afferma il senatore del gruppo autonomie.

Insomma, tuonò molto poco - dei brontolii in lontananza - e alla fine non piovve neppure. La famiglia Ebner può dunque  stappare le prime bottiglie di Dom Perignon Plenitude. Almeno una, però, va forse tenuta in frigo fino a fine gennaio quando l’emendamento sarà inserito nella legge sulla concorrenza. “E se non sarà in quella legge, ci proverò ancora”, afferma Bressa.

Se non sarà a gennaio, ci proverò ancora

Va detto subito che allo stato attuale le possibilità di successo con azioni estemporanee tipo quella appena conclusa sono minime, per non dire nulle. Non esiste, infatti, alcun “fronte pluralista” e Bressa, se vorrà davvero avere qualche chance, dovrà svolgere un complicato lavoro di preparazione e concordare il testo con il governo che ha la maggioranza più ampia ed eterogenea di sempre. Se si può dare forse per scontato l’appoggio dei pentastellati, quello degli altri partiti, anche se in passato avevano protestato contro il monopolio  – tipo la Lega – è tutt’altro che certo. Alcuni governatori del Carroccio, pare infatti siano contrari perché non voglio innescare conflitti con le possibili smanie di espansione dei loro editori locali di riferimento. Come non è affatto scontato l’appoggio del Pd, un partito che esprime una molteplicità di forze interne che finiscono spesso con l’annullarsi le une con le altre, portando al più classico “decidere di non decidere”. Inutile dire, poi, che già negli ultimi giorni, nel dubbio che l' emendamento potesse essere ammesso, la Spectre transpartitica si era già messa in moto e quindi in aula le possibilità di approvazione erano pressoché nulle.

In sintesi l’emendamento di Bressa prevedeva di mettere in discussione l’impalcatura normativa che consente concentrazioni editoriali a livello regionale anche del 100% (in Alto Adige Athesia possiede l’80%, e quindi ha ancora discreti margini di crescita) e di ritornare quindi alla situazione precedente alla Legge Gasparri del 2004, che aveva tolto il limite del 50%. Un altro comma dell’emendamento prevedeva inoltre che un medium con una posizione dominante non possa accedere ai contributi per l’editoria delle minoranze (il Dolomiten incassa 6,2 milioni all’anno).