Economia | Riforma delle BCC

"Uno schiaffo sonoro"

Il sindacato Fabi: è tramontata la speranza di sganciare le Casse Raiffeisen dalla holding nazionale.
Foto: Seehauserfoto

Un comunicato agli iscritti che gronda delusione: così la segreteria altoatesina del sindacato dei bancari Fabi reagisce al decreto del governo Renzi che sancisce la riforma delle Banche del Credito Cooperativo. La famosa eccezione per le Casse Raiffeisen altotatesine su cui SVP e Federazione Raiffeisen lavoravano da mesi? Non pervenuta. "E' uno schiaffo sonoro per il gruppo Raiffeisen altoatesino", sentenzia la Fabi. 

Secondo il sindacato, che sull'argomento ha avuto un incontro con il presidente di Federcasse Alessandro Azzi, "è lecito pensare che non ci sarà nessun gruppo altoatesino e che il potere rimarrà concentrato a Roma, in una holding unica" a cui faranno capo tutti gli istituti del credito cooperativo eccetto le banche più grandi che vantano un patrimonio di almeno 200 milioni di euro. A queste ultime sarà offerto una via d'uscita:  potranno scegliere di non aderire alla nuova holding, a patto che si trasformino da società cooperative in società per azioni e versino all'erario una quota del 20 per cento delle cosiddette riserve indisponibili (le riserve delle BCC che non possono essere ripartite tra i soci nemmeno in caso di scioglimento della società). La promessa secondo cui le Casse Raiffeisen avrebbero potuto costituire un gruppo a parte affiliato alla holding nazionale, anche in considerazione delle speciali competenze legislative della Regione Trentino Alto Adige in materia, "non è stata mantenuta", afferma il sindacato. 

La Fabi ricorda poi che il decreto dovrà essere convertito in legge dal Parlamento e che in quella sede potranno essere apportate delle modifiche al testo. Ma nemmeno su questo punto il sindacato trova toni più fiduciosi: "Non è molto probabile che il decreto subirà cambiamenti sostanziali."