Società | Profughi

Da qui non si passa

Rossi e Kompatscher sulla scottante questione dei confini al Brennero. “Errore pensare che il fenomeno migratorio si possa gestire tracciando linee sulle cartine”.

La questione profughi tiene nuovamente banco in Consiglio regionale. Ieri (16 marzo) il governatore della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi ha aperto la seduta pomeridiana ricordando che lo scorso 15 febbraio è stata approvata dai tre presidenti dell’Euregio una delibera che affronta quanto stabilito dal governo di Vienna. “È uno stare assieme difficile, in questo momento, poiché la nostra comune appartenenza all’Euregio ci mette di fronte a decisioni di Stati differenti”, ha affermato Rossi che ha aggiunto: “L’Austria ha preso una decisione di Stato dal momento che l’emergenza profughi ha provocato fenomeni di accoglienza molto numerosa solo da parte di alcuni Paesi, tra cui l’Austria stessa. Alla luce pertanto di queste motivazioni, in parte anche fondate, ma rispetto inoltre alla necessità di avere posizioni comuni su questi temi, perché anche il Brennero rappresenta un esempio di collaborazione transfrontaliera, abbiamo deliberato di chiedere ai governi di Italia e Austria di farsi parte attiva all’interno dell’Europa e di mettere in campo politiche affinché non si debbano prendere decisioni come quelle di Vienna”.

L’Euregio ha richiesto che le eventuali misure di contenimento dei profughi vengano coordinate a livello Europeo e di studiare di comune accordo e con la partecipazione delle autorità locali soluzioni che evitino il cosiddetto effetto “collo di bottiglia”, registrando velocemente i profughi al momento del loro arrivo sul territorio nazionale, evitando quindi l’afflusso nelle aree di confine. Necessario, secondo Rossi, rispettare l’accordo di Schengen. La delibera è stata presentata al ministero degli interni italiano e austriaco e al Presidente della Repubblica d’Austria. “Abbiamo chiesto di agire insieme, in un momento in cui è più che mai opportuno lavorare in modo comune”. Il governatore dell’Alto Adige Arno Kompatscher ha quindi dichiarato che occorre una sinergia tra i rappresentanti tecnici di vari organismi che cercano di attuare misure che pregiudichino il meno possibile la vita di tutti i cittadini. Imperativo agire anche a livello di A22 per mantenere le due corsie e non ridurle a una. Il Landeshauptmann ha evidenziato il lavoro che si sta facendo al confine per i controlli, anche con il ripristino di caserme in disuso per l'eventuale accoglienza, dichiarando che si è già parlato di tornare al pieno rispetto di Schengen entro un anno; “nei prossimi giorni si terranno incontro con i rappresentanti del Governo austriaco e vi terremo informati”, così Kompatscher.

Dopo l’animata discussione in consiglio il presidente Ugo Rossi ha osservato che “se ci sono luoghi nel mondo dove accadono determinate cose, la soluzione del problema da cittadini europei sta nell’adottare politiche che possano aiutare queste popolazioni nel loro paese”. E ancora: “Faremmo un grande errore se sull’onda delle nostre preoccupazioni, pensassimo che tali fenomeni si possano gestire tracciando linee sulle cartine o peggio ancora chiudendo questi territori non solo da punto di vista fisico, ma soprattutto mentale”. Solo ieri il capitano del Tirolo Günther Platter aveva dichiarato al quotidiano Tiroler Tageszeitung che subito dopo Pasqua saranno installati al valico italo-austriaco container, recinzioni e corsie di controllo. Ci saranno “massicci effetti” al Brennero, dopo la chiusura della rotta dei Balcani, “dobbiamo lanciare il segnale chiaro che al Brennero non si passa”, ha detto il capitano del Tirolo lanciando un appello all’Italia perché blocchi a sud il flusso di migranti. “Più l’Italia chiuderà il confine a sud, più il Brennero potrà restare aperto”, così Platter.