Un caso di negligenza?
Tutto ha inizio dopo la seconda guerra mondiale, quando venne individuata la zona di Castel Firmiano nota oggi come “Vecchia discarica” - posizionata all’inizio della pista ciclabile sull’ex sedime ferroviario della Bolzano-Caldaro - per essere utilizzata fra gli anni ’50 e ’60 come deposito per i detriti bellici di una Bolzano bombardata. Successivamente nella “conca” vennero depositati i rifiuti provenienti dalle aree industriali di Bolzano Sud. Chiusa la discarica, dal 96 al 2013 la zona divenne una sistemazione provvisoria per 33 famiglie Rom, fece scalpore nel 2006 - è opportuno ricordare - la notizia relativa alla nascita di diversi neonati (sei su otto) venuti al mondo con gravi malformazioni. Il campo nomadi era stato costruito su una discarica di rifiuti altamente tossici. Sulla stessa discarica abusiva, già oggetto di interrogazione parlamentare da parte del deputato del Movimento 5 stelle Riccardo Fraccaro oltre che di una mozione del consigliere provinciale Paul Köllensperger, venne poi eretto il circolo Tennis Endas che a quanto pare continua imperturbabile la sua attività.
“È un’area che va bonificata - avverte Federico De Piccoli, ingegnere e presidente della circoscrizione Don Bosco (M5S) che ha recentemente effettuato un sopralluogo nell’area in questione -, stiamo aspettando l’esito delle analisi ma la presenza di arsenico sembrerebbe trovarsi in quantità industriale”. Negli ultimi tempi, spiega ancora De Piccoli, con le piogge il contenuto della discarica viene portato verso la falda acquifera di Frangarto. “Sotto la discarica ci sono dei campi coltivati a meleto il cui proprietario aveva un pozzo con acqua potabile, dopo la costruzione del tunnel della Mebo che è stato fatto passare sotto alla discarica, la percolazione (passaggio lento di un liquido attraverso un solido filtrante, ndr) in seguito alla frantumazione della roccia ha reso il pozzo inutilizzabile, e ora tutta la falda acquifera potrebbe essere inquinata”. La Provincia ha riconosciuto il sito come contaminato annunciando una bonifica, che, per dovere di cronaca, era prevista per lo scorso febbraio, ma che di fatto non è ancora iniziata. “Il problema si risolverebbe comunque solo in parte, l’incapsulamento superficiale (teli impermeabili per impedire all’acqua di filtrare e trasportare a valle tutto il materiale tossico, ndr) non è la soluzione. Occorrerebbe asportare i rifiuti e poi smaltirli secondo le norme di legge, operazione che però verrebbe a costare svariati milioni di euro, mentre, come noto, per l’intervento sono previsti circa 6 milioni”, chiosa l’ingegnere dei 5 Stelle.
C’è poi la questione relativa alla ciclabile fra Bolzano e Caldaro che costeggia l’area, incubo di molti ciclisti perché da anni evidentemente abbandonata a se stessa, come sottolineato anche da un lettore di salto.bz. Nello specifico, alcuni metri dopo Ponte di Ferro (verso Appiano), “la parete chiodata sta iniziando a franare”, mette in guardia De Piccoli ricordando che la cosa era stata denunciata già l’anno scorso.
“Con le piogge invernali la situazione è peggiorata”. La ciclabile andrebbe messa in sicurezza, riferisce l’esponente dei 5 Stelle, che ha effettuato, inoltre, una segnalazione sul portale del Comune di Bolzano SensoRcivico riguardo l’installazione nella zona di un cancello privato su strada pubblica. Il cancello - che a quanto sembra resta chiuso dalle 20 alle 7 del mattino e 24 ore al giorno per 6 mesi in autunno e in inverno scoraggiando i turisti che capitano nella zona - e il parcheggio Endas risulterebbero infatti abusivi. La questione, dunque, presenta diversi risvolti, per fare chiarezza si attende, ora, la risposta dei tecnici comunali, finora non pervenuta.